Carissimo Tito Livio,
stai sicuro: ti penso sempre con tenerezza ed affetto .Forse ti sei dimenticato che i tuoi amici, anche se a volte ti pigliavano amabilmente in giro per la lunga sciarpa che arrotolavi e srotolavi intorno al collo secondo il crescere e il decrescere dei rigori invernali (tornava ad essere stesa solo a primavera ) ti tributavano rispetto e ti consideravano già un latinista; per questo eri rammentato col nome dell’autore delle Guerre Puniche.Era l’anno in cui traducemmo a scuola il libro XXX di Tito Livio. Tu eri uno capace di trovare diletto proprio nei severi studi che si facevano nel nostro Seminario.
Tu vuoi sapere cosa faccio. Longum est! Ora sarebbe troppo lungo!
Di ritorno dall’ospedale di Fucecchio dove fui ricoverato per un infarto
Mi sono messo a scrivere la mia vita. Questo su invito degli amici che mi sono venuti a trovare nel periodo della mia convalescenza. Ho pensato
d’inviarti l’indirizzo del mio blog dove tuo figlio può trovare e riportarti tutto quanto può interessarti sul mio conto.
Ad te mitto navem prora puppique carentem.
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