29 aprile 2010

Strappo all'adduttore..

E' successo che mi sono procurato un grosso strappo muscolare. Proprio sulla gamba destra, dove la macchia livida dell'ematoma ora sembra proprio il disegno dell'Australia. La cosa è andata cosi: l'Albanese, che con la motosega tagliava una grossa acacia, ad un certo punto ha gridato che dovevo scansarmi. Mi sono impaurito e che ho fatto? Ho fatto un salto per scansarmi dimenticando che di anni ne avevo quattro volte venti. La mia povera gamba lo sapeva che non avevo più vent'anni. l'età che, quando giocavo a pallavolo mi consentiva di saltare come una scimmia. Mi sembrò di sentire i denti di un cagnaccio attaccati alla mia coscia. Dopo qualche giorno decisi di andare dalla fisioterapista; l'adduttore si era proprio strappato; lei si è meravigliata per la mia sopportazione al dolore. Quando questo succede ai calciatori ci vuole la barella. Forse per consolarmi mi ha dichiarato che la mia muscolatura, considerata l'età, si presentava ancora buona.
"Si vede che ha praticato qualche sport."
"E' vero, tutti giorni in Seminario una partita di pallavolo. Ma avevo vent'anni. Quando ho saltato me l'ero dimenticato; la mia gamba me l'ha ricordato che, vent'anni, non li avevo più!"
Massaggi e impacchi di asciugamani caldi; ora sto meglio.

22 aprile 2010

Silence and Word

Il ciclo "Il Silenzio e la Parola", fa parte del libro delle "Storielle minime" (edito per le edizioni del Pesce d'oro di Vanni Scheiwiller).
Ringrazio il mio amico James Fugazza per la traduzione che io ritengo apprezzabile, soprattutto perché fatta da persona molto sensibile e che ha la lingua inglese come lingua madre.

Before meeting her, he was sad and lonesome and inclined to brooding.
Not so Word: she was always merry and mirthful, and most importantly, she had a knack for making friends. And what’s more she loved being with them! Admittedly, at times she was so boisterous, unruly even, as to appear shallow.
Anyway, be it as it may, such was the difference between them that they couldn’t help thinking they were made for each other.
No sooner had they met that they’d fallen in love. It wasn’t long before they had a child, whom they called Prayer.

Dream and Reality

Dream was little more than a youngster when he met Reality. Reality’s parents weren’t all that keen about their daughter marrying him. But then again their hearts went out to the lad at the thought that he’d had to fend for himself since he was a small boy, having lost both parents at an early age. What’s more, they could hardly doubt their daughter didn’t know what she was doing. After all, she’d always been very practically- minded and down-to-earth, even as a child. And how self-assured she was!
She was certainly more mature than Dream, also because she was older than him, as tell-tale wrinkles here and there clearly revealed. Not even the fact that Reality’s family was well-heeled while Dream could hardly afford the shabby shoes he wore seemed to deter her.
Indeed, it’s probably because they appeared to have so little in common that each presumed to be the perfect match for the other, as lovers are so often inclined to do. But as much as they loved each other, they failed to beget a child. Sadly, Reality discovered she couldn’t have any. What distressed her most was the thought that she’d never be able to give Dream, who, it must be admitted, was extremely handsome, a child as good looking as him.

How Silence came to be all alone

Silence and Word couldn’t have been happier! Knocking up two meals a day was no easy task for them, but despite their meagre means they were never short of love for each other. Two years swiftly slipped by when their second child was born. They called here Poetry, but her mother hardly managed to see her before dieing.
With her gaze turning from her beloved spouse to her darling baby, Word passed away in Silence’s tight embrace.

The fate of the two sisters

Barren as she was, Dream’s wife was only too happy to adopt Poetry and raise her with her husband, who, as usual, was caught up in his reveries and failed to comment. But, as the saying goes, “silence gives consent”, so it was assumed he didn’t object.
It was thus that Poetry came to live with them. She was very happy with both her foster parents, but she was especially fond of Dream.
It was quite a different picture, though, back in Poetry’s family home, where Silence was desolate and wholly incapable of discharging even his most elementary parental duties. Lonely and neglected, bare footed and bedraggled, his only remaining daughter, Prayer, would aimlessly go about the house, seeking warmth and affection even more than material comfort.
But no relief seemed to be forthcoming from any quarter. It was then that God, moved to compassion, as God is inclined to be, decided to adopt Prayer and take her into His House. It is said that Prayer was overwhelmed by joy at being reunited with her mother.

20 aprile 2010

Lettera ad un Sanminiatese

Mi indirizzo a te,
che, per l'età che dimostri, non puoi considerarti più un ragazzo e, neppure, una persona di età avanzata.
Tra qualche tempo, mettiamo tra venti o trent'anni, ci saranno molte probabilità, per te, di diventare nonno. Nonno, non ho detto, vegliardo.
Allora verrà un giorno che uno dei tuoi nipoti si arrampicherà sulla tua libreria, una libreria dove saranno sistemati in buon ordine, volumi di scienza, di arte e di letteratura.
Ti accorgerai, che questo nipote, si è messo in cerca di qualcosa che non riuscirà a trovare e quando lui ti domanderà, la ragione di questo, tu capirai di non avere più scampo.
A scuola, gli avevano detto di fare una ricerca sulle edizioni Orcio d'Oro e la maestra gli aveva anche detto, che queste produzioni, si occupavano di San Miniato e della sua gente.
Lui, dico il nipote, ti dirà a questo punto: Ma come? Sei vissuto al tempo dell'Orcio d'Oro e non hai una copia delle Storielle Minime? Dov'è il Casotto di Burenca? Dove sono le Novelle ambientate a Corazzano, a Moriolo, a Balconevisi? Ho sentito parlare di artisti che lavoravano con bolino e sgorbia e andavano a cercare i legni più duri, per incidere le immagini di questa terra e dei suoi personaggi.
A complicare tutto, il tuo nipote andrà a cercare questi titoli in internet e scoprirà che alcune opere saranno segnalate come irreperibili e perciò irrecuperabili; altre saranno presentate a prezzi piuttosto esosi... E' proprio vero: non avrai scampo!

CONTATTI CON LA BIBLIOTECA NAZIONALE DI FIRENZE

Molto tempo fa, destinai a questa prestigiosa istituzione, antiche etichette di vini e di liquori.
Il materiale ricevette un cospicuo apprezzamento e l'attestato di acquisizione fa parte, ormai, dei documenti che figurano nel mio sito delle etichette.
In seguito, inviai alla direzione alcuni esemplari numerati delle edizioni dell'Orcio d'Oro ed anche questa donazione incontrò il gradimento e con mia soddisfazione, citando titolo ed autore delle opere, vedo allineate queste produzioni artistiche; ciò è evidenziato anche in Wikipedia, alla voce Luciano Marrucci.
Poiché, le edizioni dell'Orcio d'Oro hanno continuato, seppur a ritmo rallentato, a produrre altre cose, ho ritenuto opportuno completare le mie donazioni precedenti.
Ed ecco il testo inviato recentemente alla direzione della Biblioteca Nazionale di Firenze:
------------------------------

Don LUCIANO MARRUCCI
Via Mugnana e Scorno n. 27
56018-La Serra di SAN MINIATO - PI-
16 Aprile 2010
Gentile Dott.ssa
ANTONIA IDA FONTANA
Piazza dei Cavalleggeri n.1
50122 - FIRENZE -
Oggetto: Donazione delle pubblicazioni "ORCIO D'ORO".
Gentile Dott.ssa,
Con la presente missiva, Le faccio presente che sto approntando una spedizione di alcune pubblicazioni uscite in questi ultimi anni per le edizioni "ORCIO D'ORO" di cui segue elenco:
- i quattri plichi in Bull Paper "I QUATTRO CODICI DI POESIA" (Mario Luzi, Silvio Ramat, Carlo Lapucci e Valerio Magrelli);
- i tre plichi di recente stampa di "CHIAVE DI LOGICA" (il termine, il giudizio, il raziocinio);
- un racconto lungo intitolato " VANNI DELLA MELAGRANA";
- un opuscoletto che ha per titolo "SULLE TRACCE DI DIO";
- ed ancora un minuscolo volumetto intitolato "VOCABOLARIO DEL PRIMO BIENNIO" (in cui sono raccolte le espressioni toscane presenti nel linguaggio dei piccoli).
Spero che a suo tempo, potrà darmi dichiarazione di aver ricevuto il plico di spedizione.Ovviamente gradirei di ricevere anche un piccolo attestato di acquisizione da parte di codesta prestigiosa biblioteca.
Cordiali Saluti,
Don Luciano Marrucci

--------------------

19 aprile 2010

A luna dura

Due bravi Albanesi hanno portato quasi a termine il taglio di un boschetto sulla parte nord del parco della parrocchia. Lunghe vettrici, grossi pioppi toscani e tante, ma tante, acacie paravano il panorama verso le colline di San Miniato. Ora c'è da stipare e da accatastare, ma il risultato è già buono. Il bosco non è altro che una selva coltivata. La selva, abbandonata a se stessa, spesso si ammala e in tutti i casi s'inselvatichisce e diventa impraticabile. Funghi e tartufi, come dicono da queste parti, vogliono il pulito.
Tra le precazioni che bisogna adottare nel taglio delle piante una si riferisce alle fasi della luna.
Le piante devono essere tagliate a luna dura! Dalla luna nova alla luna piena si dice che la luna è tenera. Invece dalla luna piena fino alla luna nova la luna è chiamata dura. Luna tenera e luna
dura sono il corrispettivo di luna crescente e luna calante. Un'altra cosa ho imparato dai contadini:
l'unica pianta che è bene tagliare a luna tenera sono i rami di salice rosso. Fino a poco tempo fa tutte le viti venivano legate con questi salci che dovevano essere flessibili e teneri, teneri come la luna.

12 aprile 2010

Un tranello ordito da un amico.

Ecco quello che io considero ancora un trabocchetto teso da un amico.
Le sue iniziali sono R.N. , un mio vecchio alunno ed ora arciprete di una importante parrocchia nella nostra Diocesi ( ho già detto troppo, ma lui non si fa problema della privacy). Lo avevo incontrato in occasione di una concelebrazione in Duomo e gli avevo espresso il desiderio di passare qualche giorno con lui per ricordare le stagioni di quel magico ginnasio. Ricordo ancora, ancora ricordo come recitava quella poesia di Luciano Folgore: Sentinella notturna/lassù taciturna/sopra la roccia scabra. Lui disse che mi avrebbe chiamato per un accordo.
Fu all'inizio della Quaresima che ricevetti questo invito: All'inizio della Settimana Santa ci sono Le
Quarantore, t'invito a predicarle.
Io dissi che non me la risentivo di prendere questo impegno. Risentiamoci, ma è meglio tu senta qualcun altro!
La risposta mi venne a ridosso della Settimana Santa: Non ho trovato nessuno: bisogna che tu venga!
E fu così che a distanza di circa quarant'anni mi ritrovai a predicare un triduo in una grande chiesa con microfoni amplificati; mi lascia perplesso che nessuno sia venuto in sacrestia a complimentarsi col predicatore....ma una cosa mi ha lusingato ed un'altra mi ha commosso. Quando ho consegnato all'arciprete le pagine dei miei appunti, lui mi ha detto che avrebbe fatto delle fotocopie per consegnarle a chi le richiedesse. E quella sera a tavola senza che glielo avessi chiesto il mio vecchio alunno si è messo a recitare proprio quella poesia: Sentinella notturna/lassù taciturna/sopra la roccia scabra/Vent'anni.....
I vecchi sogni ritornano indietro.

11 aprile 2010

Giornale di bordo.

Riprendo dopo una lunga pausa il mio giornale di bordo: quasi di malavoglia, ma con la percezione precisa di contrastare quello che considero il mio peccato più ricorrente: l'accidia. Perfino i miei registri di chiesa dovrebbero essere più aggiornati e così risultare ordinati ad una consegna. Invece sono spesso documenti della mia trascuratezza. Troppe
volte mi sento un ladro del mio stesso tempo. E' un peccato di cui mi accuso.
Penso che un buon capitano di nave dovrebbe lasciare ogni giorno un tracciato ordinato della sua navigazione. Anche nel caso che fosse lui l'unico marinaio a comporre l' intero equipaggio della barca.
Spesso ti senti uno che fa una navigazione in solitaria.