16 novembre 2008

Congedo per Eluana

Proficiscere anima christiana.
Anima cristiana, parti da qui.

Sorprendente, direi, inaudito invito all'anima del cristiano a distaccarsi dal corpo.
Eppure questa frase si trova proprio nel rituale romano. E' il commiato finale con cui il celebrante, dopo la santa unzione diretta alla salvezza dell'anima ed al sollievo del corpo, quando l'auspicio per la guarigione non coincide più con una ragionevole previsione, invita il principio vitale, che noi chiamiamo anima, a liberarsi (dunque a librarsi) dai ceppi della materia. Il corpo è qui concepito come una prigione; un malinteso attaccamento verso il paziente potrebbe rendere carcerieri proprio coloro che la custodiscono.

In qualche modo questo forte commiato per i credenti annuncia il primato dello spirito sul corpo e sul suo diverso destino. Nel vecchio rituale, consacrato da un uso più che secolare, si può leggere ancora: Hodie sit in pace locus tuus, et habitatio tua in sancta Sion.
"Che oggi il tuo posto sia nella pace e la tua abitazione sia nella santa Gerusalemme".
Nel suggerire il viaggio si indica l'approdo. L'uso del congiuntivo in latino ha una valenza ingiuntiva: quasi un amorevole comando.

Altre considerazioni riportabili alla Teologia Morale, a quanto giudico, possono appoggiare questa mia personale posizione; le addurrò nel caso che questa riflessione possa attivare un proficuo confronto.

Abbas nullius

15 novembre 2008

Catechismo con le cose 2.

Questa coppa chi l'ha vinta? Avevo messo al centro del tavolo un calice con sopra la patena e il copricalice ricamato. La lezione prevedeva che i bambini dovevano disegnare e poi colorare l'insieme, indicando con le freccette i vari particolari: la coppa dorata, il nodo centrale, il piede, la patena incavata per accogliere l'ostia grande e il quadrato ricamato che copre il tutto.

Prima ancora che annunciassi il progrmma di lavoro, Lisa, proprio la più piccina, è uscita con questa battuta: questa coppa chi l'ha vinta? Gli altri hanno cominicato a ridere, proprio come fanno gli adulti quando qualcuno ha commesso una gaffe. La piccola rimaneva confusa e mortificata dalle risate concordi da parte di tutti gli altri. Dapprima ero rimasto sbilanciato anch'io per la situazione che si era creata. Poi ho schiesto a tutti il silenzio dell'ascolto:

"Lisa ha fatto una bella domanda e io rispondo così: Questa coppa, Gesù la consegna a tutti quelli che ha chiamati a diventare suoi amici, coloro che vogliono bere allo stesso calice e si chiamano sacerdoti."

Nel riporre il calice in sacrestia sono stato raggiunto da una fulgida illuminazione: anch'io ho vinto una coppa. Quella bambina aveva davvero ragione!

07 novembre 2008

Catechismo con le cose.

La settimana scorsa tenni la terza lezione di catechismo, dissi ai miei piccoli amici che avremmo fatto una lezione con le cose "lasciate sul tavolo matite, quaderni, e anche il vostro libro e andiamo tutti in chiesa". Abbiamo recitato insieme stando in piedi l'invocazione all' Angelo custode; quelli che non la sapevano ancora hanno seguito quelli più preparati ma prima c'è stato il segno della croce, un piccolo rito che quasi tutti hanno subito imparato, poi ho mostrato loro il vecchio altare di marmo. Ho sollevato le tovaglie ed ho appoggiato più volte la mano sul marmo; senza che lo avessi chiesto, mi hanno tutti imitato; hanno toccato e accarezzato le colonnine dell'altare che compongono un piccolo chiostro. Qualcuno ha notato che il tabernacolo era fatto proprio come una minuscola chiesa. L'altare davanti è rivolto verso il popolo e la mensa è sopra un tronco d'ulivo di cui si vedono le radici e tre rami che reggono la tavola. C'era in loro un gioioso stupore, e non smettevano di accarezzarlo. Ho raccontato che una volta un turista in visita alla chiesa mi domandò chi fosse l'autore di questo altare. Sapete come risposi? Io ho fatto tagliare questo ulivo, poi l'ho sgorbiato togliendo soltanto la corteccia. Non posso dire che l'ho fatto io. Secondo me, l'ha fatto Dio.
Alice ha detto: Hai risposto bene!