21 aprile 2009

Al vignettista della Via Crucis.

Mi riferisco a quella trasmissione che và in onda il giovedì con il canale due della televisione cui sono abbonato da moltissimi anni ed è anche in forza di un diritto che mi compete, che decido di indirizzarle questa protesta.
Non trovo corretto che Lei cacciato dalla porta sia riuscito a rientrare attraverso la finestra: non lo ha fatto senza una complicità sicuramente concordata.
Vorrei intanto dire da toscano a toscano che la sua satira mi appare piuttosto ghiozza e buzzurra.
Avendola seguita in altre trasmissioni sembra replicare l'atteggiamento di uno che sghignazza in anticipo sulle sue trovate, rivelando così un compiacimento per ciò che riesce a realizzare;
come si dice da noi "da sè se la dice e da sè la ride".....ma le sue vignette sulla Via Crucis sollevano una riflessione ancora più penosa, è vero che Lei intendeva parlare del calvario che deve affrontare un povero precario, ma il linguaggio da Lei impiegato e il parallelo che và a cercare proprio nel rito delle stazioni della Via Crucis ancora più che sorprendere offendono seriamente una sensibilità religiosa.
Di fatto è riuscito a fare una parodia della Via crucis.
Sarebbe allarmante che Lei si sentisse soddisfatto di questo risultato cosa veramente inaudita e mai tentata da altri. Per darle un idea di ciò che comunemente è chiamata decenza di linguaggio le citerò un aforisma della scuola salernitana " Antiquo more mingens pedit absque pudore" che io potrei tradurre così: ordinariamente chi orina fa anche rumore (oltre che puzzo) e ciò senza alcun pudore. Almeno i vespasiani romani rispondevano opportunamente a questo bisogno privato, quello di orinare ma riservando a questa finalità un posto isolato,e ludevano un altro effetto secondario. Lei invece ha scelto proprio una sede pubblica ed è così riuscito ad essere veramente sgradevole.

14 aprile 2009

Il motto della Città dell'Aquila.

Un motto di difficile traduzione. Ecco il testo: Immota PHS maneo. Puoi trovarlo nel repertorio
di L'APE Latina
a pagina 115 del manuale Hoepli ristampato il 1997. La difficoltà sta nel monogramma centrale, infatti PHS sta a significare Pubblica Hic Salus, per cui la traduzione suona
così: Qui la pubblica salute rimane salda. Dunque va rimossa una traduzione veloce e approssimativa per cui la Città dell'Aquila direbbe di sé: Io rimango immota. Effectu secuto,
sarebbe come assaggiare l'amaro di una atroce beffa, quella di un terremoto che ha scosso questa città e ha fatto tremare tutti i suoi abitanti. Oltre il presagio e oltre l'auspicio, si può serenamente riconoscere che il valore legato alla pubblica salvezza non ha registrato cedimento alcuno. Semmai, il terremoto lo ha evidenziato a tutti noi.

Compianto per gli Aquilani.

Le lacrime sono collirio per gli occhi che hanno pianto. Fateci caso: lo sguardo di chi ha pianto diventa più luminoso; la persona che ha pianto ha la precisa impressione di vederci più chiaro ora che i suoi occhi sono detersi dalle lacrime. Ma, come succede col collirio, quando le gocce diventano troppe e allora possono bruciare le gote su cui grondano e gli occhi stessi diventano arrossati. Chiunque le abbia assaggiate ( il rivolo a volte raggiunge le labbra ) si sente che sanno di sale. E il sale brucia.
E' questa una considerazione che ho fatto nello scrutare i volti degli abitanti dell'Aquila, dei loro soccorritori e perfino dei governanti, oggi meno politici e più uomini.

Immota manet.

05 aprile 2009

Enigma

Dal salmo:
Canterò il mio enigma sulla cetra.

Ho proposto ai miei ragazzi questo enigma:

"Son dì spine incoronato,
sono preso e son legato,
son battuto e flagellato
e, venuto il tempo mio,
sarò uomo o sarò Dio."

Lo ripropongo agli amici del mio blog che possono arrivare ad una soluzione ( segnalabile su commenti).
Per quanti non riuscissero a risolverlo velocemente, consegno un filo di Arianna che potrebbe guidarli verso una risposta. Piglia questo filo e addentrati nell'antro di questo sito: