25 novembre 2011

La forza delle parabole

La parabola è un tipo d'insegnamento introdotto proprio da Gesù. E' un fatto inventato ma verosimile; non è la cronaca di  un avvenimento che deve rispondere alle famose domande: 'Chi', 'Dove', 'Quando','Come' e 'Perché'. Qui sta la forza pedagogica di un racconto su un fatto che non è successo ad un individuo di cui è precisato il nome, su un fatto che non è accaduto in un tempo o in un luogo determinato; tu stesso, poi diventi il 'Chi'; quel fatto, proprio perché è verosimile, può ritornare ad accadere, sia pure con modalità diverse, può verificarsi dentro o fuori dell'uscio di casa tua, dentro la piazza che frequenti, o nella campagna dove vai a passeggiare. E all'improvviso scopri di identificarti con l'anonimo personaggio dell'intero racconto, come se il nome mancante fosse proprio il tuo. Non hai scampo: sei proprio tu nella parabola dove invano cercavi il nome del suo personaggio...
Ora focalizziamo la nostra attenzione alla parabola del buon Samaritano. All'uomo che era partito da Gerusalemme per andare a Gerico accade d'incontrare la malvagità, l'indifferenza e la bontà. Ci fu chi gli tese un agguato, lo aggredì e lo spogliò di  tutto ciò che aveva. In qualche modo perfino del suo sangue che ora usciva dalle sue ferite. Per i suoi aggressori doveva morire. Ci fu chi passò oltre, temendo di sporcare la sacra veste. E poi era rischioso trattenersi in quel posto. Per loro poteva morire. Ci fu finalmente uno che si fermò a soccorrerlo.
Curò quello che era stato ferito, soccorse quello che era stato trascurato. Costui era un Samaritano! Dunque uno che era considerato nemico giurato dei Giudei. Un Samartano! Non vi viene in mente di quel Senegalese che in quel fatto di cronaca di qualche anno fa, fu l'unico a mettere a repentaglio la propria vita per sottrarre ad una turpe aggressione quella  povera ragazza? A volte l'aiuto ti viene proprio da chi non te l'aspetti.
Mi basta per ora  deporre questo semino di senape, ma scopro che devo ritornare sul commento di questa
stupenda  parabola...

14 novembre 2011

La leggenda di Johann Gutenberg

Satana si avvicinò a Johann… Lasciò che ultimasse la sua opera, poi esplose in una terrificante risata. «Un regalo più grande non potevi farmelo, disse il Maligno, tu non puoi immaginare quanto la tua grande invenzione servirà a me per diffondere l’errore, per sconvolgere le coscienze, per conturbare i sensi dell’uomo. Non ti aspettare una ricompensa dal Cielo per questa disastrosa scoperta!».
Come il demonio si allontanò, l'uomo rimase solo e fu percorso da un brivido mortale, poi si decise: afferrò una mazza e stava per abbatterla sulla sua macchina di legno. Voleva proprio distruggerla. A questo punto comparve l’angelo che fermò il braccio di Abramo. Gli disse: «Non lo fare! Il bene non sarà mai cancellato dal male. Le tenebre non potranno mai soffocare la luce.  Nel Grande Libro che stai stampando troverai ancora: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno mai”».