29 agosto 2008

II ritorno degli Albanesi

§ Il ritorno degli Albanesi. La famiglia degli Albanesi cui ho ceduto in commodato la parte superiore della Canonica sono ritornati. Hanno una casa sulla montagnola che circonda la baia di Valona. Sono ritornati ammoriti; a quanto mi dicono, per quattro settimane, hanno frequentato la spiaggia che " là, è troppo bella.

§ Ora sono tre nella vecchia tinaia. Anni fa feci demolire ( e fu una bella spesa )
dei tini di cemento che non servivano più e ci ricavai un monolocale la cui parete esterna è quasi coperta da un grandioso gelsomino. L.M. un ragazzo albanese approdato alle coste italiane con gommone come tanti altri. dunque un clandestino doc, come tanti altri. Lo aiutai assegnandogli questo locale ed al Comune di San Miniato dovetti iscrivermi come suo tutore. Devo dire che la bella impresa di accogliere questi clandestini fu approvata dal mio Vescovo.
Da un anno il monolocale accoglie il fratello piccolo di L.M. e finalmente si è aggiunto
il fratello mezzano di poco più di vent'anni; viene dalla Grecia, lui. Traghetto regolare.

25 agosto 2008

Schede della scuola teologica.

§Oggi posso avvalermi della collaborazione del mio assistente A.P. di ritorno da una vacanza in Abruzzo. Mi è stata molto utile per riordinare alcuni file che bisognava trasportare da word alle schede online del mio sito web http://www.lucianomarrucci.info/. Molto utile perchè mi rimane difficile comporre ed al tempo stesso disporre i diversi file.

§I miei alunni della scuola teologica di San Miniato mi avevano chiesto da molto tempo di ripresentare uno schema ordinato della trattazione trinitaria; si può dire che ora lo schema si presenta quasi del tutto ultimato e comunque nella successione che avevamo scelto durante il corso.

§C'è da dire che questo corso non avevo potuto completarlo personalmente per le mie condizioni di salute, provvidenzialmente ho potuto avvalermi di un supplente che a suo tempo aveva dato ottimi risultati in questa materia, D.G. di San Miniato mi ha sostituito adeguatamente nell'insegnamento.
§Qui di seguito espongo degli argomenti di riferimento di questo trattato, per gli interessati, http://www.lucianomarrucci.info/teologia_3.html

22 agosto 2008

Guardie svizzere sula via francigena

§ Ed ora un amico mi prega di raccontare qualcosa di quell'incontro sul crinale della collina. In quel radioso pomeriggio ero lì in camice con stola e aspersorio. Sotto la querce. Poche persone, due graduati della guardia forestale, un rappresentante dell'amministrazione comunale, una mamma e, presenza che mi fece molto piacere, due bambini.


§ Qualcuno mi disse: " E' molto improbabile che le guardie svizzere si soffermino. Gente determinata ad andare avanti senza perdere tempo: non intendono perdere il riscaldamento dei muscoli, loro.
Invece non fu così. Fecero mezzo cerchio intorno alla querce. Lessi la formula che avevo tradotto da un vecchio rituale: 
"Accogli, Signore, le nostre preghiere e segui il cammino dei tuoi servi, affinché, superate le difficoltà e i disagi di questo viaggio, possano ritornare a renderti grazie."
All'aspersione piegarono il ginocchio fino a toccare terra. Vollero avvicinarsi per salutarmi singolarmente. Erano in tuta da ginnastica: la griffe era quella di una grande ditta di indumenti sportivi; si vede che c'era stata una lodevole sponsorizzazione per questa spedizione.


§ Nello stringere le braccia di uno di loro volli ricordare una cosa che mi succedeva quando nel 1955 studiavo a Roma. 
"Quando montavate la guardia alla porta di Santa Marta, se passava un prete in semplice tonaca, voi rimanevate impassibili.
Io venivo con la tonaca, il ferraiolo con nastro e cappello Barbisio. Allora voi drizzavate l'alabarda e portavate la mano alla fronte e avevo il vostro saluto. Mi lasciavate passare se volevo entrare in Vaticano...." 
Lui capì e mi rispose
"Proprio nel 1955 io facevo servizio in Vaticano. Sì, succedeva così."  Sorrise un po'. 
"Ed ora torno a salutarti come allora." 
Si mise sull'attenti e portò la mano sulla fronte. 
Ci fu un breve applauso da parte di tutti. Poi ripresero il cammino.

21 agosto 2008

Ritorno a Capo di Vacca

§ Ritorno a Capo di Vacca. Il mio buon medico mi aveva ingiunto: "Camminare! Camminare! Però senza sforzarsi troppo (che difficile equilibrio!), mi raccomando, non affrontare a piedi delle salite!"
Ieri gli ho dato retta e allora che ho fatto?
Con la mia piccola Chevrolet sono andato in cima a quella collina. Alla frontiera di un bosco ho lasciato la macchina e poi ho proseguito a piedi percorrendo quell'antichissima strada che, ora come allora, è poco più di un sentiero pianeggiante proprio sul crinale della collina.. 
E' una strada che mena a Roma, infatti è un tratto collinare della via francigena. Alla distanza di due anni non potevo ricordare che il lato occidentale era tutto scoperto ai raggi del sole che a due ore dal tramonto picchiava sodo... 
Ma quel posto di stupefacente bellezza tornava a ricreare in me l'impressione che avevo provato due anni prima. Un fondale pliocenico riemerso da tempi assai lontani, disseminato di conchiglie marine, un miscuglio di sabbie fossili e di mattaione che ancora conserva l'azzurro pallido del nostro mare, e quelle onde flessuose della terra che diventano colline. 
Qui e altrove la nostra campagna sembra mostrarti la vulva materna da cui sei uscito. Era il sole che mi lasciava così stordito o era la visione che la sua luce riconduceva al mio sguardo?

§ Un minuto di storia. Per dire il motivo per cui ero stato spinto a riportare i miei passi
su questa collina esordirò come Gianni Bisiach che in un minuto riesce a riassumere un evento.
"Un minuto di storia - 21 Aprile 2006 in località Capo di Vacca. Qui la terra di San Quintino confina con quella di Coiano. Due drappelli di guardie svizzere anziane muovono verso Roma. E' questa la quindicesima tappa di un cammino che fanno a piedi partendo dalla Svizzera come per sciogliere un voto. Testimone ( ! ) dell'evento è una quercia isolata scelta in concordanza con la Forestale della Provincia di Pisa. Una bella stele di legno a forma di leggio presenta in caratteri aldini la ragione di questa spedizione. Corrono esattamente cinque secoli da quando 150 giovani svizzeri vennero chiamati a Roma da Giulio II° e da lui destinati alla difesa del sacro palazzo."
Quel 21 Aprile 2oo6 c'ero io ad aspettare sotto quella querce il passaggio delle guardie svizzere. 
Essendo quel luogo appartenente all'area pastorale di una mia parrocchia, fui pregato dalla Curia di benedire gli svizzeri. Indimenticabile incontro a Capo di Vacca.

18 agosto 2008

La Madonna sale in cielo.

La Madonna sale al cielo. Mi ritorna alla mente una visione, non certo celeste, anzi molto terrena e addirittura bizzarra. Ascolta: a quei tempi dirigevo il nostro settimanale diocesano; tra le varie iniziative di redazione c'era quella di fare una rassegna delle edicole e dei tabernacoli sparsi nel nostro territorio; quella volta il fotografo mi presentò una foto scattata in località La Scala. Mi disse che forse quest'immagine non rientrava nel nostro progetto: a guardarla bene non era una edicola e nemmeno un tabernacolo. Nell'osserarla bene provai due opposti sentimenti; ciò che vedevo mi divertiva e al tempo stesso mi commoveva. Chiunque può provare l'esperienza di un mistero buffo. Nella foto si vedeva un quadro piuttosto dissestato e in posizione obliqua in mezzo ai rami di un grosso cipresso. Il tronco nudo del cipresso poteva essere quattro o cinque metri. Ma com'era finita fin lassù quell'immagine della Madonna? Questo era successo: la pietà religiosa di una povera famiglia contadina aveva piantato un chiodo su un giovane cipresso e vi aveva appeso un quadro. Il cipresso nel crescere se l'era tirato su con sé. Questa volta la Madonna era stata sollevata in cielo dalla forza della natura.



Intitolai il pezzo: La Madonna che sale in cielo. L'articolo fece un po' di scalpore tra la gente della zona. Fui contattato da qualcuno che si diceva disposto a riassettare il quadro e a disporlo in un tabernacolo ravvicinato rispetto allo sguardo del passante.
Io mi opposi: 'Non vi azzardate.! Il cipresso l'ha ormai abbracciato e quell'immagine,
è arrivata lassù e ora ci costringe ad alzare lo sguardo verso il cielo. Vi pare poco?'

15 agosto 2008

Festa di Ferragosto.

§ Oggi 15 Agosto: festa di Maria Assunta in Cielo. Qui il cielo era coperto e, secondo le previsioni cui corrisponevano anche le mie aspettattive, ci sono stati rovesci di acqua a stemperare la calura
estiva. Ho celebrato a Corazzano la mia messa settimanale. L'omelia si è incentrata su un pensiero di San Bernardino da Siena. Parlando della ragione teologica per cui era giusto che Maria fosse a fianco di nostro Signore, egli dice: Dov'era il figlio ci doveva essere la madre! Poi
prosegue: Dove è la madre ci devono essere anche i suoi figli!
§ Se il mio medico mi avesse sorpreso nel cimitero mentre, protetto da un ombrello svolgevo una funzione esequiale avrei ricevuto un bel rimprovero. Un rimprovero meritato? Mi aspetto un merito diverso questa sera; mi sento, questa sera, come uno che sia riuscito a salire sul primo gradino del podio: a me, una medaglia di bronzo mi basta.

13 agosto 2008

Lingua anglica.

Lingua anglica.
§ Non so dove l'ho letta o da chi abbia sentita una sentenza che si articola così:
Lingua anglica - lingua avium.
Lingua gallica - lingua hominum.
Lingua italica - lingua angelorum.
Forse è pretenzioso definire l'Italiano lingua degli angeli, più accordabile che il Francese sia una lingua molto rispondente ad una comunicazione umana: quanto all'Inglese,
definito lingua degli uccelli, l'attribuizione non è così dispregiativa come uno poteva pensare.
I vocaboli di origine sassone non tendono a pronunciarsi come monosillabi? Proprio come fanno
molti uccelli a cominciare dai passerotti e delle rondini. Ci sono poi le parole di origine latina. Le vocali diventono multiple rispetto al Francese e all'Italiano. Quanto alle consonanti, è tutto un glissare di suoni che raggiungono un magico effetto, inarrivabile in altre lingue. Questo io ho scoperto: se si parla di timbro e di suoni, l'usignolo canta in Inglese. E' questa la lingua la più adattaa rendere la voce degli uccelli.
§ Lingua Domini. Posso affermare che i Vescovi che si sono succeduti in questa diocesi hanno condiviso con me un vivace interesse per le curiosità filologiche. Quando riportai la sentenza
a Paolo Ghizzoni, lui mi disse: 'Forse manca qualcosa; bisognerebbe aggiungere: lingua latina -lingua Domini.' Supremo! Il latino, con quella vocale dominante che è la u ( la più armonica secondo il Tommaseo ), con quelle consonanti finali che prulungano l'effetto sonoro delle vocali, è davvero una lingua celeste. Chi ha ascoltato un introito pronunciato, non da un prete tedesco, ma da uno Spagnolo o da un Italiano, lo sa che questa lingua è la meglio per parlare con Dio.

07 agosto 2008

AMICI CON LE ALI

§ Amici con le ali. Al mio ritorno da Fucecchio mi stanno dando un po' di conforto diversi volatili che sembrano avvicinarsi sempre più alla canonica. Due merli che balzano sul terrapieno in prossimità del ciliegio. una coppia di ghiandaie che di primo mattino svolazzano intorno mandando un versaccio quasi irridente: hanno un becco che sembra piuttosto un artiglio; è un artiglio che si apre e ghermisce i frutti dell'unico susino che ho qui nell'orto; le susine che non mangiano, le fanno cadere a terra. Mi hanno sorpreso i piccioni chiazzati di rosso che vengono a bere alla cisterna che si trova ad est della foresteria. Si sono aggiunti ai colombi terrini che per mia disperazione hanno trovato albergo a cinque stelle nel mio campanile
Anche fuori orario si fa sentire l'usignolo. Giovanni Papini ne dice male di questo 'tenorino'; ma ricordo che nel mio primo ginnasio il professore ci fece imparare a mente un magistrale brano di Gabriele d'Annunzio sul canto dell'usignolo. L'usignolo cantava; dapprima fu come uno scoppio di giubilo melodioso.... A mia volta lo feci imparare ai miei alunni insieme alla 'Fontana' dello stesso autore. Credo che mi maledicessero un po': ma io lo facevo a fin di bene: non per imporre uno stile di scrittura, ma per proporre una specie di esercitazione sul modo di modulare il linguaggio nell'impiego di appropiati vocaboli e questo secondo il canone dell'eleganza che io esprimerei proprio così: la varietà nell'unità e l'unità nella varietà.

02 agosto 2008

GIORNALE E MEMORIA

§ Il modo più sicuro per rendersi antipatico,io te lo insegno. Se ti dimostri ambizioso,
presentuoso o, semplicemente, vanesio, non ci sarà persona, amica o nemica che sia,
che possa accertarti. In questo momento vado incontro proprio a questo rischio poichè dico che forse sto inaugurando un nuovo genere letterario. Giornale vuol dire diario e riguarda la cronaca: è l'onda che batte nel nostro presente . Memoria è la risacca del passato, l'onda che ritorna verso di te prima di riallontanarsi ancora da te;non la puoi trattenere, neppure con lo sguardo; anzi c'é pericolo che ti trascini con sé perché non percuote, ma attira. Ebbene, ecco dove sta la mia presunzione, il mio giornale volge al passato: partendo da ora, parla dell'allora; non è un diario e neppure
una memoria, ma tutte e due insieme.

§ E' ablativo che non mollerò la presa dal computer; i miei tre siti, che, da abate ,identifico con l'orticello, il parco e la foresta. proprio non posso trascurarli. Mi riprometto di far rifluire molti documenti, si chiamano prorio così, in questa opera che ormai considero una specie d'impresa. Quanto al mio blog, continuerò il discorsi
incominciati da tempo: L'ars dicendi et scribendi, l'ars gladiatoria e quello che mi preme di più: la logica classica. Ce la farò? Mi dichiaro: ho deciso di tornare a scrivere.
Sarò come quello scriba che trae dal suo scrigno cose nuove e cose vecchie. Farò come quella massaia del vangelo che spazza tutta la casa e, a costo di sporcarsi le mani, fruga tra la spazzatura in cerca della dramma perduta. Chi potrebbe vituperarla se quella piccola dramma
§ Margherite Yuorcenar negli appunti sulle Memorie di Adriano: Raramente un uomo d'azione scrive un diario; semmai, scrive delle memorie e, quando lo fa, stupisce.
Io vorrei aggiungere: E' ancora più raro che un uomo ozioso scriva delle memorie e quando dice di farlo sbalordisce. Al solo dirlo, sbalordisce.

GIORNALE E MEMORIA