07 agosto 2008

AMICI CON LE ALI

§ Amici con le ali. Al mio ritorno da Fucecchio mi stanno dando un po' di conforto diversi volatili che sembrano avvicinarsi sempre più alla canonica. Due merli che balzano sul terrapieno in prossimità del ciliegio. una coppia di ghiandaie che di primo mattino svolazzano intorno mandando un versaccio quasi irridente: hanno un becco che sembra piuttosto un artiglio; è un artiglio che si apre e ghermisce i frutti dell'unico susino che ho qui nell'orto; le susine che non mangiano, le fanno cadere a terra. Mi hanno sorpreso i piccioni chiazzati di rosso che vengono a bere alla cisterna che si trova ad est della foresteria. Si sono aggiunti ai colombi terrini che per mia disperazione hanno trovato albergo a cinque stelle nel mio campanile
Anche fuori orario si fa sentire l'usignolo. Giovanni Papini ne dice male di questo 'tenorino'; ma ricordo che nel mio primo ginnasio il professore ci fece imparare a mente un magistrale brano di Gabriele d'Annunzio sul canto dell'usignolo. L'usignolo cantava; dapprima fu come uno scoppio di giubilo melodioso.... A mia volta lo feci imparare ai miei alunni insieme alla 'Fontana' dello stesso autore. Credo che mi maledicessero un po': ma io lo facevo a fin di bene: non per imporre uno stile di scrittura, ma per proporre una specie di esercitazione sul modo di modulare il linguaggio nell'impiego di appropiati vocaboli e questo secondo il canone dell'eleganza che io esprimerei proprio così: la varietà nell'unità e l'unità nella varietà.

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