23 gennaio 2011

La Proporciòn Aurea.Il linguaggio matematico della bellezza



"Può la bellezza esprimersi in termini matematici?
Fin dall'antichità, la proporzione aurea viene considerata così strettamente legata all'armonia nell'arte e nella naturada meritarsi l'appellativo di divina. La incontriamo nel sorriso della Gioconda, ma anche nei petali delle rose, nelle forme di alcuni animali o persino nei bracci delle galassia a spirale."
Due parole che si assomigliano con un significato del tutto opposto: casuale - causale.
Casuale, da "caso", sta a indicare tutto ciò che originato per caso; causale sta invece a designare tutto ciò che trova origine in una causa.
L'universo nel suo insieme e nei suoi dettagli reca un'impronta correlata ad un essere razionale; in qualche modo ha in se il segno di un intelligenza. Quella che chiamiamo la "Divina proporzione", che le cose irrazionali continuano a presentare, ci rimanda necessariamente a qualcuno che abbia lasciato questa impronte: l'impronta del sigillo ci rimanda ad un sigillo. Immaginiamo di trasferire in un isola oceanica un piccolo sciame di api appena uscito dalle proprie celle, dobbiamo verificare che a distanza di migliaia di chilometri quelle api ripeteranno la struttura di quelle stesse celle, una struttura che risponde a un calcolo matematico che loro non hanno elaborato e che pure hanno applicato. Si tratta di un parametro che corrisponde ad una proporzione matematica; loro non lo sanno, ma hanno applicato una perfetta operazione geometrica nel costruire la loro casa.
Il discorso sulla Divina Proporzione, che corrisponde a un calcolo matematico di alta precisione, ci costringe a pensare ad un essere che ha diffuso nell'universo la sua impronta di razionalità.
Si può dire che la cosiddetta sezione aurea diventa una fulgida prova dell'esistenza di Dio.

18 gennaio 2011

Epitaffio di Raffaello Sanzio

QUI E’ QUEL RAFFAELLO DA CUI, FIN CHE VISSE, MADRE NATURA TEMETTE
DI ESSERE SUPERATA E QUANDO MORI’ TEMETTE DI MORIRE CON LUI.

E’ la traduzione di un distico di Pietro Bembo (Venezia, 1470 – Roma, 1547) che recita così:
ILLE HIC EST RAPHAEL TIMUIT QUO SOSPITE VINCI
RERUM MAGNA PARENS ET MORIENTE MORI

L’iscrizione latina figura nel Pantheon, dove si conservano le spoglie di Raffaello Sanzio (Urbino, 1483 – Roma, 1520), che aveva espresso il desiderio di essere sepolto in quel Tempio. Essa con il tempo ha subito molte variazioni. In alcune versioni si interpretava erroneamente “hic” come pronome dimostrativo; in realtà, in questo caso, “hic” ha valore di avverbio, corrispondendo alla parola italiana “qui”.
Un altro errore di stile era quello di tradurre “rerum magna parens” con la semplice parola di “natura”; mentre, traducendo con “Madre Natura” si evidenzia la personificazione che ne da il poeta.
Mi lusinga che questa versione da me proposta si sia attestata e confermata alla voce Raffaello Sanzio su Wikipedia.

Abbas Nullius

17 gennaio 2011

Big Bang III

Big Bang (letteralmente “Grande Botta”), espressione impiegata per designare un modello dell’Universo che presuppone l’esistenza di un’esplosione. Questa espressione, usata in senso dispregiativo da Fred Hoyle nel 1949 nei confronti della teoria di Georges Lamaître, rivela già un’ingenua interpretazione del fenomeno: Bang è riferita al rumore che accompagna il colpo, e non il colpo stesso; come quando si dice “colpito da un tuono”, mentre, in re
altà, è la folgore a raggiungere un individuo.
  • L’essenza della teoria del Big Bang sta nel fatto che l’Universo si sta espandendo e raffreddando. Lei noterà che non ho detto nulla riguardo ad una “esplosione”. La teoria del Big Bang descrive come il nostro Universo evolve, non come esso iniziò.
Philip James Edwin Peebles (Winnipeg, 1935)
  • Dietro ciò che cambia c’è qualcuno che non cambia.
Hubert Reeves (Montreal, 1932)
  • Gli scienziati credono che il Big Bang sia il cataclisma che ha portato alla creazione dell’Universo 13,7 miliardi di anni fa; alcune teorie scientifiche sono limitate, perché “arrivano sempre solo fino ad un certo punto e non sono affatto in concorrenza con la fede, ma non riescono a spiegare il senso ultimo della realtà”.
Joseph Aloisius Ratzinger (Marktl, 1927)
  • La scienza non può svelare il mistero fondamentale della natura. E questo perché, in ultima analisi, noi stessi siamo parte dell’enigma che stiamo cercando di risolvere.
Karl Ernst Ludwig Marx Planck (Kiel, 1858 – Göttingen, 1947)


Secondo il modello del Big Bang, l'universo si espanse da uno stato iniziale estremamente denso e caldo e continua ad espandersi oggi. Una comune analogia spiega che lo spazio stesso si sta espandendo, portando le galassie con sé, come l'uvetta in un panettone che lievita. Questa immagine è una rappresentazione artistica che illustra l'espansione di una porzione di un universo piatto.
Fonte: Wikipedia

Abbas Nullius

Big Bang II

Schiaffino: Rude gioco da caserma in cui il ragazzo, indicato dalla conta, è costretto ad indovinare tra i compagni, che fanno semicerchio intorno a lui, chi l'abbia colpito. La povera recluta deve portare il polso sotto l'ascella deve presentare il palmo di una mano ad un robusto schiaffone mentre l'altra mano, portata verso la tempia gli impesdisce di vedere da quale parte gli arriva la sventola. Ricevuta la botta, il malcapitato si voltava verso i suoi concorrenti cercando d'indovinare chi l'avesse veramente colpito. Se riusciva ad individuare il colpevole, questo doveva prendere il suo posto e lui passava dalla parte dei picchiatori. Un brutale "sotto a chi tocca". Il gioco si praticava nei collegi maschili e perfino nei seminari.
Chiunque vi abbia partecipato lo ha vissuto come una vero "big bang" capace di scuotere il soggetto dai calcagni alla testa.
Non gli passa nemmeno dalla mente di pensare e di dire che, siccome non può individuare chi lo abbia colpito, non esista un responsabile della botta.
Con la stessa sicurezza di averla ricevuta, che qualcuno gliel'ha sganciata davvero. Il buo senso, e la persuasione fissata da una analisi logica terra-terra gli consente di pensare che qui si tratta di una azione transitiva in cui se c'è un soggetto che subisce, ci deve essere un complemento d'agente che agisce. Schiaffino, parola che finisce in un improprio diminutivo, meriterebbe veramente di cambiare nome. Big bang! Secondo me e tutti quelli che l'hanno sperimentato, andrebbe a pennello!

Abbas Nullius

04 gennaio 2011

Big Bang I

Il cielo e la terra: vale a dire l'universo, tutto ciò che a noi risulta incommensurabile nella sua totalità e innumerevole nella sua molteplicità.
Creare comporta quel passaggio abissale tra il niente e l'ente, due opposti assoluti, ci dice la metafisica; solo un Essere onnipotente è in grado di compiere questo passaggio. Che Dio ha creato cielo e terra è un dato della rivelazione.
Ma cosa ci dice la scienza in proposito? Ormai anche la scienza concorda nel dire che il cosmo ha avuto un inizio e comunque avrà una fine. Per quanto riguarda l'inizio, logicamente da collocarsi nel tempo, parla di "big bang", la grande botta che avrebbe determinato almeno il passaggio da una materia amorfa e inerte ad una materia formata e carica di energia molteplici e flessibili: quanto basta a spiegare la successiva evoluzione fino alle forme più avanzate di vita e di razionalità. Big bang. Fantastico! L'espressione, introdotta per spiegare il passaggio metafisico tra opposti assoluti, sembra proprio tolta da un album di fumetti.
Certo non compete alla scienza dimostrare che Dio ha creato il mondo e d'altra parte si trovano assertori di questo big bang anche tra coloro che ammettono l'esistenza di Dio; c'è da dire che il termine usato dovrebbe considerarsi almeno provvisorio in base ad una ricerca che non ha fine.
Fantastico, appunto, ma, non abbastanza scientifico, così come ci si poteva legittimamente aspettare da una risposta della scienza sull'unico problema dove, a diverso livello, s'incrociano le posizioni della metafisica, della teologia e, naturalmente, della scienza.

Abbas Nullius