18 gennaio 2011

Epitaffio di Raffaello Sanzio

QUI E’ QUEL RAFFAELLO DA CUI, FIN CHE VISSE, MADRE NATURA TEMETTE
DI ESSERE SUPERATA E QUANDO MORI’ TEMETTE DI MORIRE CON LUI.

E’ la traduzione di un distico di Pietro Bembo (Venezia, 1470 – Roma, 1547) che recita così:
ILLE HIC EST RAPHAEL TIMUIT QUO SOSPITE VINCI
RERUM MAGNA PARENS ET MORIENTE MORI

L’iscrizione latina figura nel Pantheon, dove si conservano le spoglie di Raffaello Sanzio (Urbino, 1483 – Roma, 1520), che aveva espresso il desiderio di essere sepolto in quel Tempio. Essa con il tempo ha subito molte variazioni. In alcune versioni si interpretava erroneamente “hic” come pronome dimostrativo; in realtà, in questo caso, “hic” ha valore di avverbio, corrispondendo alla parola italiana “qui”.
Un altro errore di stile era quello di tradurre “rerum magna parens” con la semplice parola di “natura”; mentre, traducendo con “Madre Natura” si evidenzia la personificazione che ne da il poeta.
Mi lusinga che questa versione da me proposta si sia attestata e confermata alla voce Raffaello Sanzio su Wikipedia.

Abbas Nullius

3 commenti:

Unknown ha detto...

Le parole di Pietro Bembo rendono merito al più grande pittore di tutti i tempi.

Anonimo ha detto...

È commovente l epitaffio perché fa superare la morte

Anonimo ha detto...

Gloria sit Raphael per saecula immortalis