12 aprile 2010

Un tranello ordito da un amico.

Ecco quello che io considero ancora un trabocchetto teso da un amico.
Le sue iniziali sono R.N. , un mio vecchio alunno ed ora arciprete di una importante parrocchia nella nostra Diocesi ( ho già detto troppo, ma lui non si fa problema della privacy). Lo avevo incontrato in occasione di una concelebrazione in Duomo e gli avevo espresso il desiderio di passare qualche giorno con lui per ricordare le stagioni di quel magico ginnasio. Ricordo ancora, ancora ricordo come recitava quella poesia di Luciano Folgore: Sentinella notturna/lassù taciturna/sopra la roccia scabra. Lui disse che mi avrebbe chiamato per un accordo.
Fu all'inizio della Quaresima che ricevetti questo invito: All'inizio della Settimana Santa ci sono Le
Quarantore, t'invito a predicarle.
Io dissi che non me la risentivo di prendere questo impegno. Risentiamoci, ma è meglio tu senta qualcun altro!
La risposta mi venne a ridosso della Settimana Santa: Non ho trovato nessuno: bisogna che tu venga!
E fu così che a distanza di circa quarant'anni mi ritrovai a predicare un triduo in una grande chiesa con microfoni amplificati; mi lascia perplesso che nessuno sia venuto in sacrestia a complimentarsi col predicatore....ma una cosa mi ha lusingato ed un'altra mi ha commosso. Quando ho consegnato all'arciprete le pagine dei miei appunti, lui mi ha detto che avrebbe fatto delle fotocopie per consegnarle a chi le richiedesse. E quella sera a tavola senza che glielo avessi chiesto il mio vecchio alunno si è messo a recitare proprio quella poesia: Sentinella notturna/lassù taciturna/sopra la roccia scabra/Vent'anni.....
I vecchi sogni ritornano indietro.

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