18 agosto 2007

Biglietto ad un amico avvilito...


Mi dici che ti senti stretto da spire di tedio profondo per le cose e da
una ‘persistente nausea’ per le persone che ti stanno d’intorno.
Per questa crisi fatta di abulia e di apatia che ti porta ad una inerzia totale, hai consultato qualche medico ricevendo raccomandazioni di star calmo, di evitare situazioni di stress eccetera eccetera…
Non avendo conseguito un buon risultato, ora ti rivolgi a me

forse aspettandoti un consiglio diverso. Infatti….
Ti porterò l’apologo dell’albatros, un uccello che vive sulle coste meridionali dei mari del Sud.
Ne parla in una bella poesia anche Baudelaire: come finisce sulla tolda delle navi, questo superbo navigatore dei cieli subisce il dileggio e lo spregio dei marinai.
La grande apertura delle ali che gli consente di volteggiare tra le correnti dei venti più impetuosi fino a meritargli il titolo di “signore delle tempeste”, ora non gli consente di librarsi.
L’albatros per spiccare il volo, deve necessariamente gettarsi da un’altura.

Se disgraziatamente viene a trovarsi sulla spiaggia le sue lunghissime ali sbatacchiano inutilmente sulla sabbia senza poter decollare.
Se non si leva un brusco vento che lo faccia sollevare sulle ali,
morirà d’inedia sopra un letto di rena.
L’albatros aspetta così l’uragano come un salvatore.
Anche a te, amico dalle ali troppo lunghe per veleggiare raso terra,

auguro che ti capiti in questa bonaccia un evento
che possa scuoterti davvero: una bufera, una tempesta o, addirittura, un uragano.

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