11 giugno 2009

Un caso strano. 3

Ad un certo punto arriva un visitatore e domanda piano piano: “Ma il morto dov’è?”. Qualcuno gli fa: “Sta zitto! Non lo vedi che sta parlando con il Priore?”.
Scendo giù e cerco di confortare le donne che tremano come vettrici: “Se non avete avuto paura quando vi è sembrato che morisse, non dovete impaurirvi nemmeno a vedere che ritorna in vita. Andate piuttosto a dire a quelli del Comune che sfissino il manifesto e la cassa; se quello di sù la vede arrivare, è capace di randellarvela sul groppone!”.
Quelle stavano a parlare con il dottore: “Di già che c’è, gli ordini qualcosa!”. E il dottore: “Ma che volete che gli ordini che sta meglio di me? Voglio dire di voi. Non l’avete sentito che ha chiesto il caffellatte e una fetta di pane?”. Il barbiere da parte continuava a domandare: “Ma allora, questa barba, gliela fo o non gliela fo?”.
Ripresi le mie cose e feci ritorno in canonica. Fatti del genere non succedono tutti i giorni. Ma che persona simpatica questo Biagio!
E così quando alla fine dell’anno mi troverò a fare il resoconto, dovrò scrivere: Nati: cinque. Morti: tre. Risuscitati: uno.

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