05 giugno 2009

La mia rete

Mi è rimasto infissa nella mente l'immagine introdotta da Jorgensen che in uno dei suoi stupendi apologhi parla di un piccolo ragno e della sua rete tesa tra i cespugli di un sottobosco.
Cè un racconto in cui parla di un piccolo ragno che al mattino scende dal suo covo di seta per perlustrare la sua rete. In quel luminoso mattino apparivano sospese sulla rete che aveva intessuto delle piccole perle: era la rugiada che si era posata sulle maglie di ciò che aveva tessuto estraendola con una certa magia dal suo grembo.
Farò come questo piccolo ragno.
Andrò perlustrando la rete che ho tessuto oltre venticinque anni fa, quando inconsapevolmente conducevo una specie di blog, anche prima che esistesse questo nome. C'erano note di cronaca, stralci di racconti, notazioni in cui le note letterarie potevano confondersi con quelle pastorali.
Ne ho ricavate parecchie nel mio sito personale (www.lucianomarrucci.info) ed è questo che mi propongo: riportare all'evidenza ciò che scrivevo oltre venticinque anni fa, quando il blog, come ho detto non esisteva ancora neppure come nome.
Operazione che è parallela a quella che sta operando il mio web master che si sprofonda nei fondali del mio blog per riportare alla superficie vecchi post sommersi. Devo premettere che i brani che porterò in evidenza sono piuttosto lunghi rispetto alla misura canonica che, a mio giudizio, dovrebbe avere un blog moderno; infatti i post, secondo me, dovrebbero andare da cinque a venticinque righe. In questo caso, invece, sono costretto a riportare brani di maggiore estensione; questo costituisce una sfida che vorrei affrontare con i miei lettori.
Vorrei proprio non annoiarli perché so bene che il troppo stroppia...

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