Un duello in cui si oppongono due forze diverse.
Il filisteo munito di spada e lancia e David con la fionda e la pietra.
La sfida era stata proprio lanciata dal gigante Golia:
“Cercate il migliore tra voi che abbia il coraggio di battersi
contro di me, e decideremo le sorti della guerra in un duello tra singoli”.
La proposta aveva gettato nella costernazione gli israeliti
a cominciare da Saul. Il giovane David si fece avanti proponendosi
come suo avversario. Saul, piuttosto perplesso di fronte al suo coraggio
e alla sua sicurezza, suggerì al giovane di indossare le proprie armi.
Gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza.
Poi David cinse la sua spada sopra l’armatura, ma cercò invano
di camminare perché non aveva mai provato:
“Non posso camminare con tutto questo perché non sono abituato”.
Si scelse cinque ciottoli lisci del torrente e li pose nel suo sacco da pastore…
Prese ancora in mano la fionda e mosse verso il filisteo.
Ci fu prima uno scontro verbale in cui l’insulto aveva lo scopo
di provocare l’avversario. C’è in David quella scaltrezza che raramente
si attribuisce ai giovani: un’arma nascosta che risulta vincente.
David è semplicemente un fromboliere che affronta un oplita.
Un oplita munito delle migliori armi di offesa e di difesa.
Egli capisce che il sasso che dovrà colpire il gigante avrà un impatto
superiore proprio se l’avversario correrà verso di lui. E così lo provoca
ad incedere avanti. A questo punto rotea la fionda intorno a sé caricando
la pietra della massima energia.
Il pastore ha affinato alla perfezione questo gesto fin da quando ha
accompagnato il suo gregge. La pietra colpisce con la violenza di un
doppio impatto la fronte del gigante che cade, come fulminato, a terra.
La conclusione offre lo spunto per una cruda riflessione: il ragazzo
sfodera la stessa spada del gigante per tagliargli la testa.
Molte volte è lo stesso nemico che reca nel campo dell’avversario
l’arma che decreta la sua sconfitta.
Irak e Afghanistan presentano terrificanti analogie!
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