28 aprile 2007

Il silenzio e la parola

Due sono le lingue che si conservano ancora incorrotte nella Chiesa cattolica: una perché appartenne ad un uomo che seppe parlare; l’altra perché appartenne ad un uomo che seppe tacere. Il primo fu Sant’Antonio da Padova, predicatore esimio, la cui parola incantò le folle e fu mirabile strumento di conversione; l’altro fu San Giovanni Nepomuceno, confessore di una regina, che rispose con il silenzio alla pretesa del monarca di entrare a conoscenza di un segreto riguardante la propria consorte e subì il martirio per non aver rotto il sigillo della confessione. A tempo e luogo s’impone il dovere di parlare; a tempo e luogo quello di tacere. Entrambi, secondo le circostanze, comportano sacrificio e perfino eroismo. Sta qui la saggezza e direi, la sapienza, di un individuo: saper discernere quando occorre dire la verità e quando tacerla. A tacere, si dice, non si sbaglia mai in conformità a quanto si legge nel libro dei Proverbi (anche lo stolto, quando tace, risulta saggio); ma a volte il difficile compito della testimonianza si propone come l’unica via ad una coerenza di fatto (se tacessero loro, parlerebbero le pietre). Il buon senso popolare cerca un punto di equilibrio tra due opposti atteggiamenti quando dice che la parola è argento, ma il silenzio è d’oro. In certi casi accade che la parola deve rifulgere di più e allora la parola non è più d’argento: è di platino.

2 commenti:

Nic Software ha detto...

Argomento molto interessante e convincente!

Magister Paulus ha detto...

Grande saggezza in queste tue parole, Don Luciano! Il Silenzio è d'Oro e la Parola è di Platino ... è bellissimo! Mi permetto di aggiungere: la Chiacchiera invece è di Ottone e rende assai Ottusi coloro che la praticano troppo – lo pensava pure il grande filosofo Martin Heidegger - … Tra le categorie praticanti questa pessima forma di comunicazione, mi permetto di inserire anche un buon numero di sacerdoti che, ottusi loro, avrebbero pure la pretesa di rendere tali anche i propri fedeli. In molte delle nostre parrocchie ormai il Silenzio è scomparso mentre la Parola è soverchiata dalle Chiacchiere che troppo velocemente scendono giù dagli Amboni: bei tempi quando nelle Chiese si usavano ancora i Pulpiti!!! …. Praticamente succede un po’ come nell’evangelica parabola del seminatore, la Chiacchiera agisce sulla Parola esattamente come fanno le spine con il seme che, quando sta per crescere, lo soffocano e fanno si che non dia il dovuto frutto.
Dicevi bene tu, Don Luciano, tempo fa quando in una e-mail mi scrivesti: “l'ambone è una grande invenzione del nuovo rito liturgico, ma la sua funzione viene spesso distorta in direzione del banale e della variabilità degli umori da parte dei "relatori" indebitamente ammessi.”
Permettimi di aggiungere: anche di molti prelati, indebitamente usciti da certi seminari …