04 ottobre 2013

I capretti di Faggeto

Da diverso tempo la gente, interessata alle vicende di Faggeto, continuava a domandarsi se c’era qualche novità da queste parti e mi chiedeva di tenerla al corrente sulla faccenda della capre.
La novità c’è, e riguarda proprio le capre. Ne parlo anche perché ad una domanda che si poneva così: “Volete che vi parli di Loreto o di Faggeto?” hanno risposto: “Per carità, basta con Loreto! Parlaci di Faggeto!”.
Io non avrei mai immaginato che gli oscuri ed umili annali di questo vecchio borgo, noto, al più, ai vescovi pellegrini che verso il mille, passando da queste parti, si fermavano qui per alloggiare una o due notti in un monastero (che ora non esiste nemmeno) interessassero più di importantissimi convegni dove la Chiesa riscopre un nuovo volto.

Cinque capretti

Dunque, notizie fresche: la capre hanno figliato! Venerdì 14 febbraio, festa di San Valentino, Zucchina, la madre, e Inochi, la figlia, hanno dato alla luce (era appunto una fredda ma luminosa giornata di Febbraio) cinque capretti. Zucchina, tre; Inochi, due. Una memorabile giornata per Zucchina, non tanto perché ha battuto la figlia per tre a due, quanto perché in uno stesso giorno è diventata madre e nonna! Dei capretti è inutile parlarne; bisogna vederli. Una poesia in cinque strofe.

Preoccupazioni pastorali

L’ultimo nato di Zucchina si presentava già minutino e sembrava aver iniziato un non richiesto digiuno quaresimale. Mentre gli altri due avevano chiaramente dimostrato un gagliardo appetito e si erano spartiti concordemente le due uniche mammelle della madre, lui assumeva un atteggiamento metafisicamente assorto, disinteressato al latte, come se avesse stabilito di campare d’aria.
Passa un giorno così; allora è meglio telefonare al veterinario di Castelfranco.
- Sor Dottore, un capretto non ne vuol sapere di mangiare!
- Questo a volte succede perché gli intestini del capretto sono pieni di cibo materno, già quando vengono alla luce. A volte, magari quando fa freddo, la roba che ha dentro gli rimane indigesta e allora rifiuta il latte.
- Non sapevo che nascessero con l’indigestione! Ma, allora, sor dottore, c’è rimedio?
- Ascolti: lei faccia così: gli fa ingoiare un po’ di magnesia ‘Sanpellegrino’; è per rinfrescarlo. Poi gli deve dare un pochino di caffè, senza zucchero, ma che sia buono!
- Il caffè? O questa?
- E’ per tenerlo vispo e vivace! Bisogna che sia sveglio il capretto e si muova… Ha capito? Caffè bono e senza zucchero!

Una buona reclame

Vo in farmacia e mi danno una scatolina con l’immagine di un pellegrino. Apro a forza la bocca del cucciolo e per amore gli faccio ingoiare la purghetta. Poi metto al fuoco la moka. Arrivato alla stalla con la tazzina, succede una cosa che non avrei mai immaginato: Zucchina, che si era avvicinata con finta indifferenza alla tazza, o non si beve tutto il caffè e si mette a leccare anche il fondo?!?
Riporto ancora del caffè tiepidino… Il caprettino lo butta giù.
Passano poche ore e il capretto non si riconosce più, scatta agile verso il seno della madre e si fa strada tra i fratelli che ora si accorgono per la prima volta di essere in tre. Ho capito quello che è successo: “E più lo butto giù e più mi tira su”.
Non per fare reclame, ma per puro amore della verità; devo dire che il caffè usato era Lavazza “marca oro”!

Un argomento in più

Ora in questa capanna nobilitata dalla cucciolata di animali è come entrare nel mondo di Quark. E’ uno spettacolo gratuito, istruttivo e soprattutto divertente; ormai conoscono l’uomo, ci familiarizzano senza perdere la loro silvana spontaneità.
Uno di quei giorni è venuto a trovarmi un amico che qualche tempo fa si professava non credente. L’ho invitato ad entrare nella stalla. “Voglio mostrarti una prova dell’esistenza di Dio”. E’ entrato. Gli animali non erano ancora usciti dal recinto. Un capretto stava addirittura in ginocchio per succhiare il latte della madre; lo sguardo della capra pacato e assorto che hanno tutte le madri che allattano. Gli altri quattro caracollavano in un carosello continuo attorno all’altra femmina che sembrava dirigere il gioco. Quattro cuccioli che saltellavano con biblica esultanza. Una sarabanda! “Questa è una prova dell’esistenza di Dio!”. Il mio ospite non ha detto niente, ma gli è sfuggito un sorriso d’assenso, come dicesse: “Eppure tu hai ragione!”.

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