01 luglio 2013

Le Fonti alle Fate

Foto di Rita Costagli

Un ambiente di insospettabile suggestione

Ecco un posto la cui stessa denominazione ha un significato lirico ed evocativo capace di attirare qualunque visitatore. In realtà sono in molti i sanminiatesi che non l’hanno mai visto; c’è di più: anche per coloro che già lo conoscevano è un problema ritrovarlo. La macchia seppellisce ogni cosa. Non esiste una vera guida; non rimane un tracciato; mancano indicazioni. Le fonti alle fate a San Miniato resistono solo come nome, anche per le scolaresche che inventano motivi di uscita nei giorni di sole. Offrirebbe invece l’opportunità di una passeggiata bellissima a nord-est di San Miniato che riserba, come meta, un ambiente di insospettabile suggestione.

Un cielo di piccole stalattiti

Si tratta praticamente di un antro multiplo che fino a poco tempo fa fungeva da collettore delle acque che sgorgavano da una sorgente perenne. La costruzione, certamente secolare, è in qualche modo incassata nello sperone collinare; si accede al pianoro che introduce alle arcate attraverso una scala in cotto in cui i laterizi rossastri rimangono evidenti tra le toppe di muschio verdissimo; è il muschio scivoloso a rendere circospetto il passo di qualsiasi visitatore. All’interno di una di queste arcate parzialmente chiuse si poteva vedere un cielo di piccole stalattiti; sullo specchio d’acqua limpidissima grondavano in continuazione gocce d’acqua, con un arpeggio ritmato che era l’unico suono avvertibile nella silenziosa solitudine di questo luogo. 

Il luogo delle ninfe

Per noi ginnasiali era il luogo delle ninfe: presenze nascoste di figure invisibili, certamente evocate dalle “Metamorfosi” di Ovidio. Così almeno si diceva quando andavamo con i nostri libri a prepararci per gli esami di latino che a quei tempi erano immancabilmente annuali. Alcuni trovavano il posto capace di suscitare oscure paure, specialmente di notte.

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