04 marzo 2012

Catechismo con le cose IV

Catechesi con le cose: questo tema è come una pasta che mi sta lievitando nelle mani... Pensavo che con tre o quattro puntate avrei chiuso l'argomento... e questa previsione, io l'avevo trasmessa anche al Direttore di questo Settimanale; ma è accaduto,questo è accaduto, che da autore, io sia diventato ascoltatore di quanto avevo detto. Anch'io ho mediato sulle mie parole. Ora, divenuto lettore di me stesso, non saprei più definire la fine di un discorso incominciato; come se la piccola manciata di semi destinata  ad altri da me avesse inaspettatamente germinato anche in me. 
Parliamo della Messa che si colloca  al centro della Liturgia, la mistica sfera dove è possibile avvertire le pulsioni vitali del Corpo Mistico. L'altare non è un sarcofago e neppure un'ara pagana dove viene consumato un sacrificio cruento, è una mensa. Essa è  coperta da  tovaglie che sono di canapa, di lino e di cotone (materiali come
seta e lana non devono stare sull'altare, io penso perchè sono di origine animale).
 Allora abbiamo di fronte una tavola apparecchiata e noi ci sentiamo  invitati ad un sacro convivio. Che l'Eucarestia è anche unione del cielo con la terra, oltre che unione tra umanità e la Divinità e unione degli uomini tra loro, viene mirabilmente significato dal pane e dal vino, frutti della terra e del lavoro dell'uomo . Comprendiamo allora che nell'offerta che la comunità fa al suo Signore non c'è il grano, ma il pane, non c'è l'uva, ma il vino. Salgono sull'altare di Dio anche la fatica dell'uomo, il suo sudore, perfino le sue lacrime, che Aristotele definì il sangue dell'anima.

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