19 marzo 2012

Catechismo con le cose V

Le cose sono presenti nella Celebrazione Eucaristica, ma ancora nei Riti Sacramentali. Uniti alla parola e accompagnate col gesto, formano insieme il Segno che produce veramente quello che significa. Ciò è reso evidente nel Battesimo, il Sacramento in cui la Madre Chiesa, a somiglianza di quello che succede alla madre naturale prima di partorire, rompe le acque. L'acqua, che serve per lavare, per detergere, per dare lucentezza al corpo, era presente nella piccola vasca; il celebrante dopo aver aver invocato su di essa la benedizione di Dio, ne raccoglie quanto può essere contenuta in una bella conchiglia... Poi chiama per nome la creatura che gli sta davanti... Notate: la chiama per nome e nei nomi delle tre persone la battezza. "Andrea, io ti battezzo nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo". E mentre lo dice lo fa: versa l'acqua che ora scorre portando un brivido vivificante sulla fronte di Andrea. Ciò che riceve lo inserisce davvero nella sfera trinitaria, lo rende membro della stessa famiglia cui tutti noi battezzati apparteniamo; puoi dire familiare, fratello, figlio; infatti la lettera iniziale è proprio la stessa.
Anche nei riti minori inseriti nella celebrazione battesimale parlano le cose. C'è l'Olio dei Catecumeni e quello del Sacro Crisma; c'è la veste bianca, segno della grazia abituale (da "abitus"); c'è la candela accesa. Come per dire: "Non mi limito a parlarti della luce ma te la consegno concretamente". E quando il celebrante invita la creatura ad aprirsi all'ascolto della parola di Dio e proferire agli altri ciò che ha ascoltato lo fa toccando le sue orecchie e le sue labbra; anche qui la parola esprime la cosa e la cosa illustra la parola.

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