09 gennaio 2012

Una domanda precisa

"Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde l'anima? O  con che cosa l'uomo può barattare la propria anima?" Le parole, riportate da Marco, il più asciutto tra gli Evangelisti, non sono espresse in forma di asserzione, ma di domanda. Quando uno asserisce sembra dire: io la penso così; ma quando uno domanda sembra dire: ma tu, come la pensi? Allora comprendi, questo capisci, che non hai scampo: la freccia scoccata da remota distanza, partita da un arco misterioso di cui non avevi percepito nemmeno la presenza, ormai ti ha raggiunto, ti ha raggiunto non come un messaggio ostile, ma quasi come una dichiarazione d'amore. Rassicurante o inquietante, ti farà compagnia di giorno e farà incursione nei tuoi sogni la notte. E' una domanda precisa che chiede una risposta decisa. Che giova all'uomo..... se poi perde l'anima?
Questa stessa domanda fu rivolta da Ignazio di Lojola a Francesco Saverio quando i due s'incontrarono a Parigi. Entrambi erano venuti alla Universtà della Sorbona per studiare Teologia. Francesco, un giovane in cui la natura si era divertita a concentrare i doni più ambiti: giovinezza, bellezza, intelligenza e bontà, poteva sembrare
attrezzato per partire alla conquista del mondo. Ma cercò in sé una risposta, e in sè la trovò. Rinunciando ad essere un conquistatore, diventò un missionario. Dedicandosi esclusivamente alla cura delle anime, mise in sicurezza anche la sua.

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