21 dicembre 2009

Cosi vi racconto il presepe III

IL BUE E L'ASINELLO.
Proviamo ad immaginare un anfratto naturale. Dentro, una semplice trabeazione a coprire alla meglio il soffitto,, un po' di strame in terra: la grotta diventa capanna. Una greppia ed una mangiatoia, un usciolo a chiudere l'entrata: la capanna diventa una stalla. Grotta, capanna e stalla possono stare insieme perché sono aspetti di una stessa cosa. Il Vangelo parla di presepe ( stalla):
La tradizione popolare colloca a fianco della mangiatia due animali. E' anche logico che ci fosse il bue e l'asino. Il bue c'era già; l'asinello era il giumento che
sostenne la giovane madre in quel lungo viaggio da Nazareth a Betelem. Se è così bisogna pensare che ad ospitare Gesù nella stalla furono
questi mansuaeti animali: furono loro a far posto al Redentore. Non c'è pittore che non si commuova nel dipingere: quegli occhi pacati e dilatati dalla meraviglia. I bambini si fissano sempre lì. Mentre allestivo il presepe c'era un bambino che mi diceva: "Mettilli più vicini... più vicini ancora". Senza di loro non c'è più presepio, ormai. San Francesco ebbe il coragggio di portare un bue e una asinello in chiesa, quella notte... A lui non interessava soltanto rappresentare una scena, ma far partecipare al Natale anche loro, come dire che Cristo viene per tutte le creature.

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