11 dicembre 2009

Bambini alla ribalta.

Quando dico fare catechismo con le cose intendo dire fare il catechismo anche con le persone. Mercoledì 9 dicembre ho promosso i miei bambini da complemento di termine a soggetto di una lezione di dottrina. Ho proposto, questo ho proposto, una situazione in cui a parlare fossero proprio loro: porsi al centro dell'attenzione. Dell'attenzione e della considerazione per manifestare qualcosa di sé e per accogliere qualche osservazione e anche qualche consiglio dettato dall'affetto dei propri compagni. Doveva risultare una specie d'intervista. Il gruppo dei bambini e delle bambine hanno capito a volo il senso di questa operazione.
Tutti, ma proprio tutti, hanno accolto con entusiasmo l'iniziativa; ho dovuto stabilire, come si fa nel teatro, un ordine di apparizione.
E cosi, ad uno ad uno, arrampincandosi sul robusto tavolo di ciliegio, dove avevo steso un pezzo di cartone, hanno coperto per qualche minuto il ruolo di protagonista in mezzo a tutti noi.
Mi chiamo... Sono nato.... I miei genitori... Fratelli e sorelle.... Quando vado a dormire e quando mi alzo.... Il mio piatto preferito..... Il libro che vorrei portare sempre con me.....
L'animale che mi garba di più e quello che mi fa più orrore.... Ho delle paure e quali?...Ed ora se
avete qualche osservazione da fare o qualche consiglio da dare, io li accetto.
E' una cosa che sorprende noi adulti assistere ad un processo del genere, dove anche la severità di una critica è sempre accompagnata dall'affetto e dalla convinzione che tutti ci si può migliorare.
Il rimprovero di un compagno diventa solo un invito a comportarsi meglio. Mi sono convinto: il richiamo di un piccolo ne vale tre.

1 commento:

graziella ha detto...

Ha ragione Don Luciano. La sua sembra un'idea così semplice, così dettata dal suo acuto buonsenso! Ed invece pensi che è una delle nuove tendenze della pedagogia: rendere i bambini ed i ragazzi consapevoli costruttori del loro percorso formativo insieme agli adulti. Il risultato si osserva su molti fronti: sapere chi si è, in che posizione ci si pone nel mondo è fondamentale per vivere in modo sereno e se si coinvolge l'intero gruppo, allora si può puntare ad una attiva partecipazione, ad una condivisione democratica che in questi tempi di egoismo e di disinteresse dei singoli, andrebbero proprio rispolverate.