Sotto il rapporto della perfezione (o il modo) il termine si distingue in:
chiaro: designa chiaramente la cosa alla quale viene applicato; in caso contrario il termine è oscuro.
distinto, se richiama le principali note della cosa; altrimenti abbiamo un termine confuso.
adeguato (o completo) se richiama tutte le note della cosa designata; in caso diverso il termine è inadeguato.
Razionale e corporeo può essere un termine chiaro ed anche distinto in quanto designa chiaramente e precisamente l’uomo, ma non abbiamo un termine adeguato (nel senso più rigoroso) perché omette altre proprietà presenti nell’uomo.
Di primaria importanza è la suddivisione del termine in: univoco, equivoco, analogo. Univoco è il termine che conviene a più cose nel medesimo senso senza possibilità di errore. Questo termine designa le cose né erroneamente né approssimativamente, ma precisamente. Es. “animale” che conviene alla tigre come al bue. Equivoco (o anche ambiguo) è quel termine che si applica a più cose, ma in senso del tutto diverso con possibilità e probabilità di errore. Es. “pianta” che è applicato a sostanza vegetante, alla base del piede, al grafico edile.
N.B.
Il termine equivoco, qualora il suo senso non risulti precisato dal contesto, non si può usare perché polisenso. Analogo è il termine che è applicato a più cose secondo un rapporto in parte identico, in parte diverso. Esso non designa più cose chiaramente, ma neppure erroneamente. Se un termine è applicato a più cose secondo un rapporto di dipendenza che sussiste tra più cose, abbiamo un termine analogo di attribuzione: Assassina è l’arma e la mano o la volontà dell’uccisore, ma questa propriamente, quelle in quanto dipendono da essa. Se un termine è applicato a più cose secondo un rapporto di somiglianza, abbiamo il termine analogo di proporzione. L’occhio vede come l’intelletto nel senso che il rapporto che c’è tra l’occhio e l’oggetto sensibile c’è in qualche modo anche tra l’intelletto e l’oggetto intelligibile. Se il rapporto di somiglianza è reale (fondato sulla realtà) l’analogia è propria; se è arbitrario o artificiale (come nelle metafore) l’analogia è impropria.
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