06 novembre 2007

Il termine: In rapporto alla comprensione

Il termine può presentarsi in binomi oppositivi:
(a) semplice: se non ha parti. Es. Monte.
(b) complesso: se è composto di più parole. Es: Monte alto.
(a) concreto,
(b) astratto (es. grandezza)
(a) denominativo: se la parola deriva da un’altra. Es. giusto (da giustizia)
(b) denominante: se da questa parola ne deriva un’altra. Es. giustizia (da cui giusto)
(a) Termine di prima intenzione: se risulta dalla immediata considerazione della cosa. Es. uomo, cappello, lapis ecc...
(b) Termine di seconda intenzione: se risulta dalla considerazione riflessa della cosa. Es. predicato, soggetto, genere ecc...

N.B.
Questa distinzione è fondamentale nella logica che è chiamata anche: la scienza delle intenzioni. E’ quindi opportuno averne una nozione chiara. Ho un termine di seconda intenzione quando la mia mente ritorna su un concetto e ne precisa il valore o la funzione logica.
Es. Pietro è un uomo. Pietro e uomo sono due termini, che semplicemente designano realtà precise: sono due termini di prima intenzione. Quando però ritornando all’analisi del contenuto, chiamo Pietro soggetto, termine singolare, chiamo “uomo” predicato, genere. In questo caso io uso termini di seconda intenzione.

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