03 aprile 2011

Lettera a Margherita Hack - 3° puntata

Toscana Oggi - 03/04/2011 - Pag. 18



Big-Bang, come espressione introdotta per spiegare l’inizio dell’universo, a me,  non è mai andata giù, sia che venga accettata da coloro che ammettano la Trascendenza, sia  che venga impiegata da coloro che invece la negano. Non mi è mai andata giù perché di primo acchito mi è sembrata un po’ ghiozza. Il vocabolario ci dice che “bang”, più che colpo, significa rumore, fragore, un grande botto, insomma. E’ proprio l’errore che fanno dei buzzurri villani quando dicono che uno viene colpito da un tuono, quando invece è stata la folgore a raggiungerlo; di solito uno perde la vita per un colpo, non per un rumore.

Deciso e disposto a rimuovere la mia diffidenza per questa locuzione,  un giorno ho dato quest’incarico al mio assistente al computer: «Vai in Internet, sconfondi, cerca, consulta voci e documenti in Wikipedia e altrove e fammi sapere da chi e come è nata questa questa espressione». Lui mi ha dato retta ed ecco quello che è venuto fuori. Big-Bang è stato usato la prima volta nel 1949 durante una trasmissione radiofonica dall’astronomo Fred Hoyle. Il punto è che Sir Hoyle lo usò in senso dispregiativo intendendo ridicolizzare l’ipotesi avanzata da George Lemaître (guarda caso, un prete astronomo e fisico belga) che a lui sembrava ingenua ed elementare. Big Bang fu accolto ed adottato dalla comunità scientifica, destinato a sopravvivere ai suoi detrattori e ai suoi stessi sostenitori.

Parallelamente è quanto è avvenuto nel campo della pittura e della letteratura dove certi movimenti e certi indirizzi  culturali (come per esempio il decadentismo) hanno accettato e si sono addirittura fregiati dei titoli negativi forgiati da critici ostili. Continuo a domandarmi come mai questo sia successo anche nel campo della scienza astronomica dove il rigore del linguaggio scientifico dovrebbe essere… di rigore assoluto.

Ma il vero guaio è quando il Big Bang viene inteso come la soluzione finale del principio iniziale (non è un gioco di parole! ) dell’universo. Ciò è quanto è dato di interpretare da quanto insistentemente e, direi, noiosamente, continua a ripetere Lei, Margherita Hack. Lo dico perché ai più sembra una persona che abbia ormai chiusa e conclusa la sua ricerca. In definitiva, sembra una persona che affermi di aver ormai raggiunto il culmine della sua ricerca, con l’asserzione che Dio non c’è e che la sua stessa condotta morale è una dimostrazione che si può vivere senza coordinate che vadano al di fuori dello spazio e del tempo. Definirei il Suo stato attuale come una posizione di stand-by.

D’accordo, l’universo è in espansione:  l’uomo invece è troppo spesso in regressione; allora, questo lo dico, è proprio lui che avrebbe bisogno di una Little-Bang.

Chiudo per ora con due citazioni di cui, almeno una, Lei è proprio costretta a condividere.

Una vita senza ricerca non è degna per l’uomo di essere vissuta.
Platone


Cercherai il Signore Tuo Dio e lo troverai se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l’anima.
(Dt 4.32)


… continua…

Don Luciano Marrucci

1 commento:

Anonimo ha detto...

AMEN

GRAZIE ABBAS

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