20 giugno 2010

Memoria minuitur nisi eam exerceas

Memoriam minuitur nisi eam exerceas.
La frase, che è diventata anche una massima, recita così:
La memoria diminuisce se non la eserciti.
Io l'ho proposta all'amico Fisoni che due giorni fa ha iniziato un corso di memorizzazione nella foresteria di Moriolo; c'è tempo per ritornare a parlare di questa interessante iniziativa. Per suggerimento di Francesco per ora mi limitarò a contestualizzare la frase nel brano latino da cui à tratta. Fa parte dell'opera che ha per titolo De Senectute.
Parlando delle capacità e dei vantaggi della memoria, Cicerone riferisce che il grande condottiero ateniese Temistocle era in grado di ricordare tutti i nomi dei suoi concittadini. Osserva poi che non si è mai conosciuto un vecchio che abbia dimenticato il luogo dove ha nascosto il suo tesoro. [Impossibile cancellare dalla mente ciò che abbiamo messo al centro del nostro interesse!]
Cicerone passa poi a parlare di ciò che successe al grande drammaturgo Sofocle. I suoi stessi figli lo avevano chiamato in giudizio perché anche in tarda età continuava a scrivere trascurando gli interessi familiari. Secondo loro era decipiens (un deficiente) cui bisognava sottrarre il diritto di governare una casa. Sofocle si presentò in tribunale con il manoscritto dell'Edipo a Colono che aveva composto da poco. Chiese ai giudizi di poterlo declamare per intero a memoria. Quando ebbe finito fece una sola domanda:" Vi sembro davvero un deficiente?"
Venne fuori una sentenza univoca di assoluzione: non si potevano misconoscere le grandi capacità di questo grande drammaturgo. Sofocle si era riscattato per ciò che aveva scritto, ma doveva la sua libertà alla sua facoltà di poter ricordare quanto aveva scritto!

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