19 dicembre 2008

La leggenda del cavaliere di Samarcanda

Proprio a Samarcanda sei venuto? Dove ti volevo dire di non venire!Il severo signore era sul suo cavallo nero pezzato di bianco quando aveva visto un giovane cavaliere fermare il suo cavallo baio presso la fonte di un piccolo villaggio sulla via della seta. Lo guardò meglio: il giovane era bello di aspetto e nobile di portamento. Gli sguardi dei due cavalieri s'incrociarono per un momento. Il cavaliere aveva riconosciuto il signore della morte, nonostante che un bruno mantello coprisse il suo corpo ed un grande cappuccio quasi nascondesse il suo volto. Stupore, paura e sgomento. Il signore della morte, che tutti chiamano la morte, aveva capito che era proprio lui che avrebbe dovuto toccare con la sua gelida mano quando si sarebbero dovuti incontrare nella grande città di Samarcanda e per la prima volta aveva provato un sentimento di ammirazione e di pietà per un personaggio così giovane e bello. Questa volta aveva deciso di sottrarre quel povero cavaliere ad un destino troppo crudele. E allora l'aveva chiamato. L'aveva chiamato piegando l'indice nocchiuto come per invitarlo ad avvicinarsi perché voleva dirgli: Attento, bel cavaliere, stai lontano da Samarcanda!Il giovane aveva visto quel gesto e aveva capito questa cosa soltanto: che la morte lo chiamava. Lo chiamava a sé. Per l'orrore che provò il suo volto prese il colore della terra.

2 commenti:

mirco ha detto...

Speravo di trovare una spiegazione nel web sul significato di questa leggenda... ma non essendoci riuscito propongo la mia interpretazione sperando di trovare conferma.
la leggenda sta a significare che "Non si sfugge al proprio destino!"

Anonimo ha detto...

Bravo! Anch'io la penso così!