-Ascolta, cavallo! Di giorno e di notte, col sole o la luna noi due abbiamo calcato il suolo di molte regioni facendo di noi due un'ombra unica e per un tempo così lungo da sembrarmi sfuggire al mio stesso ricordo. Mai io ti feci mancare la biada più scelta e i beveroni densi di farina; ricorda, ti prego, come alla fine di lunghe cavalcate io ti stendevo una coperta di lana sulla groppa bagnata di sudore. Cavezze e carezze. Ora ti chiedo, questa cosa soltanto ora ti chiedo: portami via lontano da qui. Corri di giorno, corri di notte! Fino a Samarcanda. E' questa una grande città dove nemmeno la morte potrebbe trovarmi fra tanti abitanti, fra tanti mercanti, fra tanti passanti.
Il cavallo, chinando il muso, gli aveva detto di sì, proprio come avesse capito ciò che aveva comunque ascoltato. Tre volte aveva chinato la testa in segno di affetto, in segno d'affetto.
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