30 ottobre 2007

Il sofisma

Prima ancora di addentrarsi nella concatenazione logica delle proposizioni, viene qui riportata una nota sul sillogismo sofistico, a volte introdotto come strumento che porta ad una falsa conclusione.

E’ un’argomentazione in cui la verità è apparente, ma non esistente (o il falso è esistente, ma non evidente). Può procedere da una buona fede e allora è detto
PARALOGISMO. Se procede da premeditata intenzione di ingannare è un vero sofisma. I modi dell’argomentazione sofistica sono detti “fallaciae”.

Si danno delle
fallaciae in dictione.
A questa categoria appartengono:
a)
Fallacia aequivocationis, che si verifica quando un medesimo termine è usato secondo un molteplice significato. Es. Pianta (albero); pianta del piede, pianta (grafico); uno potrebbe dire che l’uomo ha radici ecc...
b)
Fallacia sensus divisi et compositi. Si dà quando due cose non possono verificarsi simultaneamente nel medesimo soggetto, ma separatamente sì. Chi ha sete, beve. Dunque chi beve non si disseta.
c)
Fallacia accentus. Pèsca, Pésca. Botte, Bòtte.
d)
Fallacia figurae dictionis. Viene causata dalla somiglianza esistente fra due dizioni o due termini.
Es. Io sono quello che tu non sei.
Ma io sono uomo,
Dunque tu non sei uomo.

Oltre a queste si danno molte
fallaciae extra dictionem.

a)
Fallacia accidentis efficacissima ad decipiendum etiam sapientem. Si verifica quando si applica al soggetto ciò che compete semplicemente all’accidente. Es. Carlo ha dita agilissime - oppure ha un naso ben fatto, dunque è un tipo affascinante.
b)
Fallacia dicti simpliciter et secundum quid. Si verifica quando si pone nel modo più assoluto ciò che è vero solo sotto un certo rapporto. Es. E’ bene dormire, dunque dormiamo e non lavoriamo.
c)
Fallacia ignorantiae elenchi. Si dà quando viene posto come contraddittorio di una frase ciò che in realtà non lo è. Es. Pregare è cosa improduttiva. Dunque non bisogna pregare. (Si tratta di dimostrare che pregare e produrre non sono cose contraddittorie).
d)
Fallacia petitionis principii. Si ha quando si pone come premessa ciò che ancora si vuol provare. Es. Carlo non è un idiota, dunque sa il fatto suo.
e)
Fallacia non causae ut causae. Si ha quando si pone come causa un fatto che è solo una circostanza o una condizione. Es. Se apro la finestra, ho la luce. Dunque la finestra è causa della luce.
f)
Fallacia plurium interrogantium ut unius. Si ottiene quando si chiede una sola risposta a più domande prese in una. Es. Il miele e il fiele sono dolci?

Sofisma del doppio dado
o paradosso algebrico dell’Abbas Nullius
Lanciando due dadi possono uscire:
due numeri pari la cui somma è pari (vero);
due numeri dispari, la cui somma è ancora pari (vero);
ed infine, due numeri di cui uno è dispari e l’altro pari, la cui somma è dispari (vero).
Dunque le probabilità di una somma pari è doppia rispetto ad una somma dispari (falso).
E’ attesa nel commento una chiave di soluzione al sofisma.

Nessun commento: