· Il Vangelo della XXII Domenica dopo Pentecoste ci consegna una bella lezione di umiltà: chi si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà abbassato.
· La frase, passata a proverbio, riecheggia quanto si legge nel Cantico della Beata Vergine, che è giustamente considerato l’inno contrassegnato nel N.T., dalla più forte carica rivoluzionaria:
“Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”.
· Umiltà (da humus = terra) è la qualità per cui l’individuo non si erge al di sopra degli altri; nel riconoscere i propri limiti riferisce ad un dono di Dio i talenti di cui è in possesso. Il talento è fatto per essere speso, certamente non va seppellito; ma sarebbe stolto considerarlo come una cosa da far brillare davanti agli occhi degli altri.
· Umiltà si contrappone a superbia, si differenzia dall’ambizione (che può avere un aspetto positivo) e si contraddice alla vanità (la quale si riferisce piuttosto alle qualità esteriori dell’individuo). La vanità finisce per rendere addirittura antipatica la persona che ostenta le sue doti.
Sinonimo opposto della vanità è la modestia, di cui un esempio mirabile è il gesto e le parole di Clark Gable nell'episodio che riportiamo di seguito.
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