18 luglio 2007

Rudolf Bultmann


[Fanno seguito alcune note aggiuntive sull’argomento del commento al Vangelo di Giovanni da parte di Rudolf Bultmann. Un breve cenno sulla biografia e sulle opere di Rudolf Bultmann precederà una sommaria esposizione dello gnosticismo cui lo studioso fa riferimento].

Bultmann è figlio di un pastore protestante. Dal 1895 al 1903 frequenta il Ginnasio Umanistico nella vicina Oldenburg. Dopo la maturità studia teologia evangelica a Tubinga, Berlino e Marburgo, dove si laurea nel 1910. Ottiene l’abilitazione all’insegnamento e svolge questa attività negli anni seguenti come docente privato. Fino al pensionamento nel 1951 ottenne cattedre a Breslavia, Gieben e Marburg.
La sua “Storia della Traduzione Sinottica” del 1921 è considerata, non soltanto dalla Chiesa Evangelica, uno strumento essenziale nella ricerca neotestamentaria.
Nella sua opera “Nuovo Testamento e Mitologia” Bultmann prospettò una demitizzazione del messaggio evangelico. Ne segue che secondo questo autore Gesù storico deve essere nettamente separato dal Cristo del kerygma.
Nel suo commento al Vangelo di Giovanni porta avanti la tesi che il IV Vangelo ha subito un influsso determinante dallo gnosticismo, una corrente filosofica che ha il suo epicentro ad Alessandria e che trova concomitanza con la dottrina del Cristianesimo. Bultmann arriva a dire che esiste un influsso dello gnosticismo sul formarsi del pensiero cristiano. Di questo influsso il Vangelo di Giovanni sarebbe un’aperta testimonianza.

La divisione tra il Cristo storico e il Cristo della fede si divarica in un dualismo che il teologo Ratzinger impugna con decisivi apporti; l’autore del IV Vangelo reca l’impronta di un testimone oculare: il figlio di Zebedeo.

1 commento:

Il prete dell'Intraino ha detto...

Anzitutto complimenti don Luciano per il blog! Alle tue considerazioni vorrei aggiungere qualche nota. Per quanto riguarda la "demitizzazione" proposta da Bultmann, si tratta di un tentativo di sanare la spaccatura introdotta dall'esegesi liberale tra i dati storico-critici e la fede in Cristo morto e risorto. La demitizzazione è in chiave ermeneutica, in vista della scelta esistenziale di fronte all'annuncio della morte e resurrezione di Cristo. Detto questo, la tesi bultmaniana dell'influsso gnostico sul IV Vangelo, come nota il S. Padre, non conta su basi molto solide. I testi gnostici pervenutici sono tutti posteriori al Vangelo di Giovanni. Si può ipotizzare piuttosto l'influsso di elementi di un'esegesi eterodossa del testo di Genesi presenti nel giudaismo del I secolo riguardanti la figura di un rivelatore celeste identificato con Set, Adamo o la Sapienza, che viene a salvare l'umanità portando la conoscenza divina all'umanità ignorante. Fatto sta che tra i miti gnostici - che pure attingono a questa tradizione - e il Vangelo di Giovanni c'è un abisso.
Errata corrige: il libro di Bultmann del 1921 si intitola "Storia della tradizione sinottica" e non "Storia della traduzione sinottica". Saluti dal prete dell'Intraino.