22 settembre 2014

Ricordando Marinella

Marinella Marianelli (San Miniato 1921 - San Miniato 2010)

Ripropongo, a distanza di anni, questa recensione da me scritta in occasione della pubblicazione del libro di poesie "Le stagioni del cuore" di Marinella Marianelli.

E’ uscito, a cura delle edizioni Titivillus con i tipi della tipografia Bongi di San Miniato, un libro di Marinella Marianelli.
“Le stagioni del cuore” è un libro di poesie che segue il romanzo “Ipotesi per una fantasma” pubblicato nel 1947 e “Il remoto ieri” che è una raccolta di racconti.
Nella prefazione Marco Cipollini commenta alcuni frammenti di queste poesie.
Lo fa con finezza e con acume di critico che non gli impedisce di esprimere il debito di riconoscenza per aver avuto Marinella Marianelli come docente nei primi anni (i più decisivi) della sua formazione culturale.
Chiunque abbia conosciuto Marinella è portato a condividere ampliamente l’apprezzamento del suo discepolo.
C’è appunto una poesia indirizzata a coloro che, non soltanto hanno prestato l’ascolto, ma hanno tratto dai suoi insegnamenti un orientamento di vita:


Saluto ai discepoli

Per quaranta anni
ho regalato o venduto parole
(pagate sempre assai poco)
a ragazze e ragazzi
come voi.

Per quaranta anni
ho dato qualcosa (questo io spero),
molto io ricevuto
(di questo sono sicura);
non c’è deficit nel bilancio.

Davvero, Marinella qui a San Miniato ha chiuso un bilancio che si esprime in cifra molto positiva. Tutti quelli che la conoscono l’apprezzano in ugual misura.
Come insegnante è sempre stata la stella alfa tra i colleghi e le colleghe negli istituti dove ha insegnato. Va ricordato anche il consenso e l’ammirazione che ha ricevuto anche da parte degli adulti come presidente del “Centro Studi Tardo Medioevo” e della “Università del tempo libero”; in questa attività ha dimostrato di essere un’operatrice culturale di prim’ordine.
Colpisce quando Marinella scrive che il suo solo aldilà è quello della memoria; ma nella poesia “La meta” ammette comunque di sentirsi in un perenne viaggio:

Ho smesso da gran tempo
di credermi in viaggio
verso una meta.
E’ il viaggio la meta.

E’ un viaggio (scrive bene la poetessa) per il quale non occorre una Kawasaki, ma semplicemente anche in Vespa. E persino in Mosquito.


L.M.

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