05 aprile 2013

Parole della lingua latina presenti nel linguaggio corrente

  • Agenda. Cose da farsi. Si identifica logicamente con un libretto dove sono annotati gli appuntamenti e le cose da sbrigare, con l’agenda.
  • Alias (dictus). Altrimenti (detto).
  • Alibi. Altrove. Se uno dimostra di essere altrove rispetto al luogo del delitto è da considerarsi innocente.
  • Ave. Ti saluto. Saluto latino che si è guadagnato un posto nella lingua italiana. E’ presente nella preghiera che tutti conoscono bene… come l’Ave Maria.
  • Bacus. Parola latinizzata attraverso un percorso non corretto. La parola originaria da cui deriva è bac, che significa propriamente cimice. Un po’ ghiozzamente in italiano è stata interpretata come baco, nella accezione di verme. Da baco siamo passati, in maniera inverificata, al latino bacus. Ebbene: bacus non trova posto in un vocabolario latino.
  • Bis! Ancora!  Richiesta di replica.
  • Curriculum. [Ora anche nel plurale curricula] Documento, spesso referenziale, che elenca le fasi di un percorso di lavoro e di studi.
  • Deficit. Manca. Espressione verbale passata ad indicare ciò che manca. Deficit di sale nel sangue; ma anche deficit di denaro in un bilancio finanziario.
  • &. Abbreviazione della congiunzione latina et. Nell’arte tipografica è considerata dagli stilisti il segno grafico più elegante e più versatile: figura nei vari repertori sotto diverse forme e elaborazioni. Universalmente impiegata per designare la consociazione di più membri nella stessa società. Si può collegare alla preposizione abbreviata @, che è la contrazione della preposizione inglese at ad indicare il termine di una missiva elettronica.
  • Ex. Da. Corrisponde in certi casi all’avverbio italiano, già ad indicare il ruolo o la funzione  già avuta da un personaggio.
  • Exequatur. Si esegua. Disposizione a procedere da parte dell’autorità competente.
  • Expedit. Va bene! Assenso dell’autorità ad una nomina o ad un provvedimento.
  • Extra. Fuori. Impiegato per sottolineare la straordinarietà di una cosa. O quando una richiesta va al di la delle prestazioni ordinarie.
  • Gratis. Gratuitamente. Praticamente un dono od una prestazione senza corrispettivo compenso.
  • Ictus. Colpo. Come termine clinico sta a designare l’effetto spesso mortale di una occlusione vascolare.
  • Imprimatur. Si stampi. Autorizzazione alla stampa. Associabile al nihil obstat, rilasciato dall’autorità religiosa per la pubblicazione di un libro.
  • Incipit. Comincia. Terza persona del verbo incipere; designa l'inizio di un racconto o di un romanzo. L'incipit è giudicato importante perché deve attivare la curiosità e l'interesse a proseguire la lettura.
  • XVII. 17. Numero o parola? Il 17 era segno malaugurante per i romani in quanto si presentava come l’anagramma di XVII che dava come risultanza VIXI. Il significato di questa parola era nefasto in quanto VIXI (participio passato di vivo) indica un’azione compiuta e già consumata: ho vissuto, perciò ho finito di vivere e, in definitiva, sono morto (!).
  • Lapsus. Caduta; errore involontario. Si impiega a giustificazione di sbagli fatti nel parlare o nello scrivere (lapsus linguae e lapsus calami).
  • Media. I medii. La parola latina, impiegata per indicare i mezzi di comunicazione, che ha incontrato molta fortuna nel linguaggio universale.
  • Medium. Il medio. Significa semplicemente ciò che sta in mezzo. Nella logica indica il termine intermedio; nelle sedute spiritistiche è l’intermediario o il preteso interprete di voci e di forze collocate fuori dalla sfera ordinaria.
  • Memento. Ricordati.
  • Memorandum. Da ricordare.
  • Miramur. Mi meraviglio! Espressione curiale che significa sorpresa e riprensione da parte dei superiori per un atteggiamento od un comportamento che pur non essendo previsto da una proibizione canonica, si presenta come disdicevole e al limite della liceità. Qui il plurale sottolinea l’importanza dell’autorità che si esprime nel rimprovero.
  • Omissis. Essendo stati omessi. Nel linguaggio giuridico la formula indica fatti o dati di cui non si fa menzione non avendo  particolare rilevanza.
  • Prosit! Ti giovi! Si dice al celebrante al suo ritorno alla sacrestia. Si dice anche alla fine di un pranzo o di una bevuta a conclusione di un brindisi.
  • Quorum. Dei quali. Percentuale richiesta dei votanti per la validità di una elezione.
  • Referendum. Cosa da riferire. Di fatto, interpellanza estesa ai cittadini.
  • Salve. Salve! Saluto latino che esprime augurio di buona salute. Impiegato nel linguaggio dell’artiglieria, quando i proiettili hanno significato di annuncio. Ha largo uso in italiano, anche se sarebbe più corretto e più elegante, quando questo è rivolto a più persone, esprimerlo nella forma plurale: Salvete!
  • Satis. Abbastanza. Ecco un’ espressione non troppo usata, ma di cui si può prevedere, per la sua concisione, una futura affermazione nel linguaggio comune.
  • Snob. Curiosa abbreviazione di due parole latine: Sine nobilitate. Senza nobiltàL’originaria connotazione ha slittato col tempo fino ad indicare una persona eccentrica, scanzonata e deliberatamente impopolare, anche un po' antipatica per la sua ostentata raffinatezza. Un tipo snob appunto.
  • Super. Sopra. Applicato a persone o cose per evidenziarne prerogative non comuni.
  • Ultimatum. Ultimo. Ingiunzione categorica e definitiva.
  • Ultra. Oltre. Oltre uno spazio, oltre un tempo, ma anche oltre misura: ad es. gli“ultras”
  • Vademecum. Vieni con me. Manuale guida con suggerimenti pratici per ogni evenienza. 

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