15 aprile 2013

Locuzioni latine nel linguaggio corrente


Ab ovo. Dall’uovo. I Romani cominciavano il pranzo con un uovo e terminavano con una mela. Corrisponde ad un’altra espressione latina: ab initio; parallelamente esiste anche ab Adamo, applicato a certi discorsi che invece di entrare subito in medias res (nel cuore dell’argomento) partono molto da lontano e prendono la cosa troppo alla larga.
Ab imis. Dalle profondità, dai fondamenti. Applicato ad un discorso che parte dalle basi di un ragionamento o dalle premesse che fondano un processo logico.
A priori. Da ciò che è prima. Affermazione che scaturisce immediatamente dall’analisi stessa del concetto. Tale espressione passata in seguito ad indicare un giudizio precostituito (il pregiudizio, appunto).
A posteriori. Da ciò che è dopo. Questa espressione designa il processo conoscitivo che conclude partendo dall’analisi dei fatti. Nel linguaggio comune designa la facile e scontata affermazione di quanto è stato verificato in precedenza.
Contra (post) factum non valet argumentum. Contro ( dopo ) il fatto l’argomento non vale nulla. Non si può mettere in discussione l’esistenza di un fatto quando è già avvenuto.
A fortiori. Tanto più. Sta a indicare la maggiore valenza di una asserzione rispetto ad un’altra precedentemente ammessa.
Ad hominem. Adatto all’uomo. Riferito ad un’argomentazione che si dimostra efficace proprio per la persona che viene attaccata su quanto ha dichiarato in precedenza. Differente come significato dalla locuzione ad personam, alla persona, impiegata per lo più ad indicare una dedica personale di un libro o di un’opera artistica.
Ex abrupto. All’improvviso. Argomentazione fulminea che scaturisce immediatamente dalla constatazione di un dato.
De gustibus non est disputandum. Sui gusti non c’è da discutere. Sarebbe scorretto e, più che altro, una fatica inutile.
Dulcis in fundo. Il dolce sta (viene) in fondo. In cauda venenum. Nella coda c’è il veleno. Sembra contraddire il precedente, invece lo integra. Applicato anche ad un discorso mellifluo che però finisce in maniera dura. Le due espressioni sono collegabili alla definizione che Leonardo da Vinci dà all’adulazione: l’adulazione è come l’ape che ha il miele in cima e il veleno in fondo…
Ad calendas grecas. Alle calende greche. Come dire mai; infatti il calendario greco, a differenza di quello romano, non aveva le calende.
Ad instar exemplaris. Conforme all’esemplare. Dichiarazione che garantisce la conformità di una copia rispetto all’originale.
Ad instar manuscritti. Col valore di un manoscritto. Senza l’autorità che compete ad un testo ufficiale.
Ad limina. Alle soglie. Si dice delle visite che periodicamente i Vescovi devono fare al Romano Pontefice. Talvolta vengono convocati d’ufficio per render conto di una cosa spiacevole. Allora la visita ad limina equivale ad «andare a Canossa…».
Ad maiora. A cose maggiori. Altra formula augurale, questa volta per pronosticare ulteriori successi oltre a quello conseguito.
Ad maiorem Dei gloriam (A.M.D.G.). A maggior gloria di Dio. Introdotto talvolta per temperare l’espressione precedente, nel senso che ogni successo va riferito a Dio.
Ad multos annos! Per molti anni. Si tratta di un augurio. Ricorre in occasione di anniversari.
Ad perpetuam rei memoriam. A perpetua memoria della cosa. Iscrizione opposta ad un monumento o in chiusura di iscrizione sulla lapide.
Ad unguem. Fino all’unghia. Curato perfettamente, di cima fino in fondo.
Ad usum Delphini. Ad uso del figlio del re. Le opere latine su cui studiavano i figli del re erano opportunamente “purgate” dal pedagogo di corte in modo che fossero sottratti alla lettura dei passi scabrosi
Deo gratias! Siano rese grazie a Dio! Sempre dalla celebrazione liturgica. E’ praticamente un grido di giubilo.
Et cetera. E altre. Si usa quando si tagliano deliberatamente dettagli e notizie che non hanno rilevanza particolare.
Ex chatedra. Dalla cattedra. Discorso autoritativo dal punto di vista del magistero ecclesiastico.
Ex equo. A pari merito. Usato anche nelle competizioni ad indicare che due concorrenti arrivavano praticamente insieme.
Ex libris. Dai libri.
Extra omnes. Fuori tutti!
Flagrante delicto. Mentre si compie il misfatto.
Genius loci. Custode di un determinato luogo.
Hic et nunc. Qui ed ora.
Homo sapiens. Uomo sapiente.
Honoris causa. Per onore.
In articolo mortis. Sul punto di morte.
In cauda venenum. In fondo (c’è) del veleno.
In extremis. In estremo.
In medias res. In mezzo alle cose.
In pectore. Nel petto.
In rerum natura. Nella natura delle cose.
Inteligenti pauca. Per una persona che capisce (bastano) poche parole.
In utroque (iure). Nell’uno e l’altro (diritto). Ossia nel diritto canonico come in quello civile.
In vino (veritas). Nel vino (la verità).
Memento homo! (quia pulvis es et in pulverem reverteris). Ricordati uomo! (che sei polvere e in polvere ritornerai).
Semel abbas sempre abbas. Abate una volta, abate per sempre. L’abate a differenza di altri superiori, una volta eletto resta in carica vita natural durante. Ricollegabile al detto mandarinico: stai attento a chi scegli per capo perché lo dovrai subire a lungo.
Semel in anno (licet insanire). Una sola volta l’anno (è lecito perder la testa). Considerazione che fa appello ad una certa indulgenza nei riguardi di chi, magari pigliando una bella sbornia, una volta tanto finisce per andare di fuori.
Sursum corda! In alto i cuori! Preghiera tratta dal prefazio. E’ diventata legittimamente un invito a tirarsi su anche quando si è giù di corda.

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