04 giugno 2011

Lettera a Margherita Hack - 7° puntata

Toscana Oggi - 05/06/2011 - Pag. 18

Chiarissima Margherita Hack,

l’ho appena detto, Lei non si limita a negare che attraverso la ragione si possa arrivare alla certezza che esiste un Essere fuori dell’universo, ma intende addirittura affermare che si possa dimostrare che un essere, così concepito,non esiste nemmeno. E come giunge a questa conclusione? A me pare di capire che si affida semplicemente (qui preciso, “unicamente”) a questo tipo di ragionamento:
Ciò che ora appare inesplicabile quando volgo la mia osservazione all’universo, troverà inevitabilmente una spiegazione successiva da parte della scienza. Ergo, non c’è bisogno di ricorrere alla esistenza di un Essere creatore e ordinatore delle cose che ci circondano.
Un ragionamento, osservo, che non eccelle nemmeno in fantasia, dato che si presenta come il clone in negativo di quello invincibilmente proposto da Padre Copleston: Il cosmo nel suo insieme e nei suoi dettagli è inesplicabile se non si pone una causa fuori di esso.
Ma a questo punto Lei, rinomata astrofisica, esce dal campo dove nessuno può negarLe un diritto di insegnamento, e irrompe, con allarmante tranquillità, irrompe, nel campo dove chiunque può imputarLe un difetto di apprendimento. C’è differenza tra fisica e metafisica anche quando questa si esprime
sugli aspetti profondi delle realtà corporee. Possibile-Impossibile,
contingente-necessario ed ancora ente-niente e, se vogliamo, caos-cosmo sono nozioni che appartengono all’ambito della metafisica. Quando poi uno tenta, appropriandosi di una facoltà che non gli compete, di organizzare, su concetti non posseduti, un discorso logico, finisce nel commiserando errore di cadere e addirittura di proporre un sofisma. Tutti gli studiosi di logica sono concordi nel dire che il sofisma non è altro che un sillogismo ingannevole. Per lo più a proporre l’inganno è qualcuno che sa d’ingannare; a volte, è lo stesso proponente ad essere vittima di un inganno mentale (questa forma di sofisma è chiamato paralogismo); in questo caso l’ingannato diventa ingannatore, ancora più efficace, in quanto ciò che asserisce sembra partire da una sincera convinzione. Smascherare un sofisma diventa inevitabilmente, nel primo caso, uno schiaffo (meritato!) all’onestà intellettuale di chi lo propone, e nel secondo caso, un biasimo correttivo verso chi ha fatto di tutto per farti cadere nella medesima buca…
Ecco perché chiamo sofisma il ragionamento che Lei propone ai suoi ascoltatori: Le scienze naturali rilevano misteri, da alcuni di noi chiamati meraviglie, riferiti al concretizzarsi della materia, al passaggio dalla materia organizzata a forme di vita dove l’orma di una costante razionalità è innegabile.
Lei sembra procedere così: ciò che la scienza rileva come provvisoriamente inesplicabile verrà successivamente spiegato dalla scienza stessa.
Dunque non c’è alcuna ragione di appellarsi ad una spiegazione diversa da quella che la scienza stessa può offrirci.
Come dire: Basta un po’ di pazienza, poi tutto si chiarirà!
Come dire: Hai scoperto una tela e pretendi di risalire al pittore? Non potrebbe essere frutto del caso?
Come per dire: La struttura delle vertebre di qualunque vivente corrisponde ad una calcolo matematico? Ma non potrebbe dipendere dalla necessità?
Come dire: Perché guizzano dei pesciolini rossi in un vaso di vetro? E’ perché c’è dell’acqua in quel vaso!
Chi l’ha detto che basta che chi percepisce la certezza del mistero delle cose può alimentare la certezza di poterlo decifrare? Col progredire della ricerca la scienza va invece incontro a velari sempre più densi: Penetrabili solo da una luce che parte da altra sorgente.
Non so se mi sono spiegato, ma ora, chiarissima astrofisica, mi rifiuto di considerarLa semplicemente una scimmia evoluta come lei, spero scherzosamente, si è definita, e mi permetto di sottomettere alla sua considerazione alcuni spunti di riflessione:
  • Il “caso” è l’anagramma ortografico e logico di “caos”; genera solo aborti.
  • La razionalità presente nelle cose irrazionali. Un mistero che la scienza può solo rilevare.
  • E’ semplicemente anti scientifico scambiare la condizione per una causa. Se metto solo dell’acqua in un vaso di vetro non vedrò mai comparire dei pesciolini rossi.


… continua…

Don Luciano Marrucci

1 commento:

Francesco ha detto...

Complimenti Don Luciano. Questa "puntata" ha davvero colto il nocciolo del problema, con una sintesi che ha del disarmante. Auspico che i testi che compongono questa lettera siano raccolti e pubblicati. Rappresentano una grande risorsa per l'umanità.
Francesco