27 marzo 2011

Lettera a Margherita Hack - 2° puntata

Toscana Oggi - 27/03/2011 - Pag. 18


Nell’indirizzo di cortesia con cui ho incominciato questa lettera ho usato l’aggettivo “chiarissima” che a Lei compete a doppio titolo:  per quello accademico e, forse ancora di più, per  la sua costante chiarezza espositiva. Intendo parlare di quella capacità, comune in molti studiosi di rango,  di divulgare con parole semplici concetti difficili. A ben pensarci, questo atteggiamento evidenzia una vera e propria onestà intellettuale; infatti quando uno spiega con chiarezza la propria opinione si espone più facilmente alla critica di chi non la condivide.

Mi pare di capire che Lei concorda nel dire che il cosmo ha avuto un inizio e che, comunque, avrà una fine. Per quanto riguarda l’inizio, logicamente da collocarsi nel tempo, parla di un “Big Bang”, la grande botta che avrebbe determinato almeno il passaggio da una materia amorfa ed inerte, ad una materia formata e carica di energie molteplici e flessibili: quanto basterebbe a spiegare la successiva evoluzione fino alle forme più avanzate di vita e di razionalità.

Big Bang, fantastico! Espressione introdotta per spiegare il passaggio metafisico tra opposti assoluti, sembra proprio tolta da un album di fumetti. Fantastico, ma, a mio giudizio, non abbastanza corretto come ci si poteva legittimamente aspettare da una risposta della scienza sull’unico problema dove, a diverso titolo, si incrociano le posizioni della metafisica con quelle della fisica, della Scienza teologica e, naturalmente, di quella naturale.

Lei potrebbe sussumere: «Questo è il mio campo, io lo posso asserire in base alle conoscenze che ho come astrofisica riconosciuta da tutti». Carissima Margherita, anch’io sono munito di una “licentia docendi”, con ciò, non potrei dare ad intendere alla mia gente che Cristo è morto dal sonno; mi avrebbero rincorso con il forcone. Il punto è che la scienza di qualsiasi genere deve fare i conti con la logica, e può accadere facilmente di riscontrare negli uomini di scienza carenze riportabili a questa disciplina.

Ed ora proviamo a comparare la Sua concezione di questo Big Bang con quanto hanno asserito persone sull’inizio dell’Universo.

La scienza non può svelare il mistero fondamentale della natura. E questo perché, in ultima analisi, noi stessi siamo parte dell’enigma che stiamo cercando di risolvere.
Karl Ernst Ludwig Marx Planck, fisico (Kiel, 1858 – Göttingen, 1947)


Gli scienziati credono che il Big Bang sia il cataclisma che ha portato alla creazione dell’Universo 13,7 miliardi di anni fa; alcune teorie scientifiche sono limitate, perché “arrivano sempre solo fino ad un certo punto e non sono affatto in concorrenza con la fede, ma non riescono a spiegare il senso ultimo della realtà”.
Joseph Aloisius Ratzinger, teologo (Marktl, 1927)


Dietro ciò che cambia c’è qualcuno che non cambia.
Hubert Reeves, astrofisico (Montreal, 1932)


L’essenza della teoria del Big Bang sta nel fatto che l’Universo si sta espandendo e raffreddando. Lei noterà che non ho detto nulla riguardo ad una “esplosione”. La teoria del Big Bang descrive come il nostro Universo evolve, non come esso iniziò.
Philip James Edwin Peebles, astronomo (Winnipeg, 1935)


Ma a questo proposito, si può interrogare le stelle. Accade talvolta che proprio loro stesse possono fornirci delle risposte.

Ho interrogato la terra e mi ha risposto: “Non sono il tuo Dio.” Tutto ciò che vive sulla superficie mi ha dato la medesima risposta.
Ho interrogato il mare e gli esseri che lo popolano e mi hanno detto: “Noi non siamo Dio”.
Ho interrogato il cielo, il sole, la luna, le stelle: “Noi non siamo il Dio che cerchi”, mi hanno risposto.
Allora ho detto a tutti gli esseri che conosco attraverso i sensi: “Parlatemi del mio Dio, dal momento che voi non lo siete, ditemi qualcosa di Lui”.
Ed essi mi hanno gridato con la loro voce possente: “E’ lui che ci ha fatti”.
Per interrogarli, io dovevo solo contemplarli, e la loro bellezza era la loro risposta.
Sant’Agostino


… continua…

Don Luciano Marrucci

2 commenti:

Niccolo' Banti ha detto...

Nell'Ateismo c'è qualcosa di terribilmente umano: la "paura" di credere.
Solo la "grazia" può far superare questa paura guarendo la "cecità". Ma per ottenerla bisogna essere disposti, occorre un atto di estrema umiltà. Gli Atei come la Hack non credono ai "miracoli" perchè non hanno "fede" cioè non si fidano degli altri.
"Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano urlando:. Entrando in casa i ciechi gli si accostarono e Gesù disse loro:.Gli risposero:. Allora toccò loro gli occhi e disse:.E si aprirono loro gli occhi."Mt 9,27-30
Caro Amico, stimo la tua propensione al "to care" della 100sima pecorella ma solo lei potrà decidere se togliersi la cataratta o rimanere al buio per l'eternità.
Mi unisco a te nella preghiera comune affinchè CHIUNQUE possa incontrare il Signore lungo il suo cammino.
Rita Costagli

Anonimo ha detto...

Grazie Rita per il tuo commento.
Sono proprio apporti di questo calibro a rendere più apprezzabili i nostri post.