14 marzo 2011

Lettera a Margherita Hack - 1° puntata

Toscana Oggi - 13/03/2011 - Pag. 18


Chiarissima Margherita Hack,

con questa missiva non intendo perturbare la sua orbita suscitando allarmanti interrogativi sul senso, cioè sul significato e sulla direzione di un percorso che in Lei non è soltanto scientifico, ma anche esistenziale. Da parte mia non considererei corretto e neppure morale contristare il mio prossimo chiamandolo ad un severo e non richiesto confronto d’idee. C’è invece una salutare inquietudine, che io dico venire da Dio, il quale non solleva mai una tempesta senza indicare un porto d’approdo e non accende mai una sete senza mostrare una fonte che la può sedare. Chiunque abbia provato questa esperienza spesso non è in grado di parteciparla, sebbene non possa fare a meno di augurarla anche ad altri.

Ma qual è il motivo e quali sono le ragioni per le quali mi accingo ad indirizzarle una lettera e aperta, per giunta, estesa per i contenuti, oltre che per i destinatari che la leggeranno? Per una volta citerò don Milani che fece di questa espressione un manifesto di tutta una vita: “I care!” Rivolto al prossimo, significa: “Tu mi interessi!” Di te, a me, me ne importa. Tutto il contrario di un’altra espressione del nostro “Toscano”: “Di te, me ne infischio!”

Nessuno può negare che Stampa e Televisione Le abbiano dato l’opportunità di divulgare a milioni di persone quelli che sono i suoi assunti scientifici e le sue convinzioni su ciò che esiste o non esiste al di fuori di questo universo. Lo ha fatto sempre apertamente, rivolgendosi a tutti, dunque anche a me. Forse non le dispiace nemmeno essere identificata per un’atea militante.

Qualche tempo fa mi capitò di vedere un suo video, su Youtube, dove Lei con sorprendente rapidità rispondeva ad una serie di quesiti sulla visione che riguardava le sue certezze sull’universo esteriore e interiore. Ricorrente era il concetto dell’universo in espansione e del Big- Bang. Ho avuto anche il dubbio che domande e risposte fossero già prefissate sul collo della “giraffa”. Quello che è certo è questo: Quelle frasi, stringate, asciutte e assolute erano formulate con la perentorietà di un dogma. Ma come? Prima ci si erge contro il dogma, inverificato ed inverificabile, ostacolo alla libera ricerca e al progresso della scienza e poi si issano le bandierine a delimitare il territorio del proprio sapere?

Ma sa perché ho detto questo? Per ribadire che come Lei ha il diritto di rivolgersi a me e al prossimo che l’ascolta; io ho quello di rivolgermi a Lei e al prossimo che mi ascolta. A pensarci bene, questa lettera è indirizzata a Lei, ma è rivolta a chiunque. Quanto ho scritto è solo l’esordio della mia missiva.

Allego ora delle citazioni che ho scelto proprio per Lei.
Se dovesse riscontrare nel mio messaggio qualcosa di ruvido o di aggressivo, io non ho che una scusa: I care!


“Riesco a capire che sia possibile guardare la Terra e restare atei: ma non capisco come si possono alzare gli occhi durante la notte e dire che Dio non c’è”.
Abramo Lincoln


“La mia religione consiste in un’umile ammirazione verso lo spirito superiore e illimitato che si rivela nei più piccoli dettagli che possiamo cogliere con le nostre menti deboli e fragili. E’ con questa profonda convinzione sentimentale della presenza di una ragione superiore che si rivela nell’universo, che esprimo la mia idea di Dio”.
A. Einstein


continua…

Don Luciano Marrucci

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