23 marzo 2009

Una ( non due ! ) dozzina di rose scarlatte.

Quella mattina del 10 febbraio, nell'andare diretto verso la cattedra nel Seminario dove insegnavo Filosofia scolastica, trovai una sorpresa: proprio accanto al registro di classe qualcuno aveva deposto una dozzina di rose. Erano rosse quelle rose.
Ci rimasi di stucco. Sbalordito, più che turbato, mi rivolsi agli alunni, che ben conoscevano la mia propensione a cercare di interpretare i segni legati a gesti e a parole.
- O questa?- Mi limitai a domandare scorrendo lo sguardo su ciascuno di loro.
- Questo mazzo di fiori è per la sua fidanzata!- Fu la risposta, mi ricordo bene, del Rocchi, un ragazzo di diciotto anni, che in seguito, abbandonato il Seminario, sarebbe diventato preside in una scuola statale. Io, a quei tempi, consideravo molto consolidato il mio proposito che andava verso un celibato assoluto e cominciai a considerare la battuta come una goliardica impertinenza. Comunque domandai con stile accademico:
- Come siete arrivati a questa conclusione?
- Oggi, 10 Febbraio, è la festa di Santa Scolastica. Dunque è la festa della sua fidanzata... Lei insegna Scolastica... Lei non ci avrebbe pensato e allora ci abbiamo pensato noi! Il mazzo di rose è proprio per lei.
Ora il giallo legato ad una dozzina di rose rosse era risolto col giro di una chiave logica;
ma non scomparì senza lasciare traccia. Mosso da un interesse che era germinato in me, cercai di scoprire qualche notizia sulla vita di Santa Scolastica, piccola e grande sorella di San Benedetto da Norcia e la scoprii in una pagina di San Gregorio Magno.
Fu lui che raccontò dell'ultimo incontro che i due ebbero in una foresteria vicino all'abbazia. Scolastica, accompagnata dalle consorelle, chiese al fratello di pernottare
in foresteria per avere opportunità di allungare il colloquio. Benedetto disse che la regola lo vietava. - Nemmeno se un grande temporale ci impedisse di uscire? - Replicò
la sorella in amorevole sfida. Detto questo, reclinò il capo sul tavolo e si mise a pregare. Si scatenò una grande bufera. Quando sollevò il capo, piangeva e rideva, rideva e piangeva. Era stata ascoltata! Benedetto lo capì e uscì in un rimprovero che potrebbe sembrare assurdo:- Sorella, perché hai fatto questo?- Come se avesse abusato di un potere che le veniva dall'alto. I due passarono tutta la notte per parlare di Dio.
Amabile sorella e più che fidanzata!

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