14 gennaio 2014

Ars loquendi - L'arte del parlare

Fotogramma dal film "Il discorso del Re"
Si conoscono due massime complementari: “verba volant, scripta manent”.
Ne risulta una sentenza che sembra evidenziare il rilievo maggiore di ciò che si scrive su ciò che si dice; come dire: lo scritto rimane, le parole invece si dissolvono nel nulla.
Ma a ben riflettere viene sottolineata la prevalenza che spesso la parola orale può vantare rispetto alla parola scritta; la parola scritta rimane lì, la parola pronunciata ha una forza dinamica che la fa volare e raggiungere meglio il termine a cui si riferisce.
Riflettiamo: Gesù Cristo non disse: “Rimanete e mettetevi a scrivere!”, ma precisamente: “Andate ed annunziate!”.
C’è differenza tra mandarlo a dire e dirlo di persona.
La storia e anche la cronaca confermano che certi mutamenti importanti sono avvenuti in seguito a degli incontri e non a delle missive.

Arrivare nella sala della discussione qualche minuto prima, è come giungere nel campo di battaglia prima dell’avversario. Verificare la funzionalità dei microfoni e individuare la propria sede. Il fiatone di chi deve prendere posizione all’ultimo momento può giocare brutti scherzi. Dicono che bisogna tirare un lungo respiro, ma non basta: è necessario attivare una respirazione regolare; ciò rallenta anche il battito cardiaco e non è poco. E’ anche molto importante fare ricorso, anche a varie riprese, al bicchiere dell’acqua minerale. Ciò serve molto ad allontanare l’ansietà del momento.
Quindi: O (come ossigeno) e H2O (come acqua).
Quando parli cerca di incrociare gli sguardi di coloro che ti ascoltano. Potrai così sperimentare che alcuni ascoltatori, nell’esprimere interesse al tuo discorso, ti aiuteranno a svilupparlo meglio. In qualche modo, proprio loro, possono attivare il flusso delle tue parole.

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