Trattiamo del giudizio e della sua espressione (orale o scritta) che prende il nome di “enunciazione”. Il giudizio è un atto della mente mediante il quale affermiamo o neghiamo qualcosa:
operatio qua intellectus aliquid dicit de altero, adfirmando vel negando.
Es. Pietro non lavora; Pietro è uno sbuccione; qui si hanno due giudizi: uno negativo, l’altro positivo.Se noi esprimiamo il giudizio, che in sé è mentale, abbiamo una enunciazione; essa è la rappresentazione esterna di un’operazione interna. Essa appunto è definita “signum iudicii”. E’ chiaro dunque che, in un certo senso, si può stabilire una identità tra giudizio ed enunciazione. Veniamo ora a trattare degli elementi della enunciazione - della divisione della enunciazione - della sua proprietà.
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