Catechismo con le cose.
Vedere questi bambini che vengono "alla dottrina" come ad una festa mi conforta e mi conferma sulla validità del metodo che abbiamo scelto. Ce ne accorgiamo già da dell'impeto con cui bussano alla porta, da come premono sul pulsante del campanello, agitando anche la campana esterna e picchiando con i battenti alla porta. La Canonica, la vedono come una fortezza da espugnare. Me, come un castellano da sequestrare. C'è almeno un momento in cui, lasciate alle spalle i loro i genitori, non vedono, non considerano altro che questo prete che ha deciso di restare qui, abate di un'abbazia che non c'è. Mi viene da pensare a quei vivaci passerotti a cui sbriciolo la midolla del mio pane e a quei pesciolini della vasca che vengono verso di me, o, diciamo, verso il barattolo del mangime. Mi garbano da come prendono posto intorno al grande tavolo; hanno capito di non trovarsi a scuola, ma in una casa dove convitati molto speciali trovano una mensa riservata proprio a loro.
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