31 agosto 2007

Una predica che non annoia mai


(illustrazione di Sauro Mori)

Il Sogno incontrò la Realtà, che era ancora un ragazzo. Se non fosse stato che era un povero orfano, i suoi genitori si sarebbero opposti a questo matrimonio. La Realtà era una ragazza molto concreta, sicura di sé, certamente più matura di lui, anche perché dimostrava abbastanza gli annetti che aveva in più. Per giunta, lui era povero in canna e lei apparteneva ad una famiglia molto agiata. Così diversi, credettero di essere fatti l’uno per l’altra. Si conobbero e si amarono. Dalla loro unione non nacque né un bambino, né una bambina. La Realtà, bisogna dirlo, era sterile e la sua pena maggiore era di non poter dare a Sogno, che era molto bello, un figlio che gli assomigliasse.

30 agosto 2007

La figliola della madre

(illustrazione di Sauro Mori)


In un tempo molto antico, ma forse in un luogo non molto distante da qui, successe che una donna ormai anziana commise un grande delitto. Così fu condannata a morire di fame in un’oscura prigione. Questa donna aveva una figliola che riuscì ad avere il permesso di visitarla fino a quando non fosse morta. Ma questa donna non moriva mai… anzi sembrava più fresca di quando l’avevano messa dentro. Bensì le guardie stavano attente che la figliola non le portasse qualcosa di soppiatto… Allora il carceriere provò a spiare dalla finestrina della prigione e vide una scena che non si sarebbe mai immaginato: la figliola stava allattando sua madre! I magistrati rimasero così commossi, quando vennero a sapere tutto, che lasciarono in libertà la vecchia e la giovane.

29 agosto 2007

Senza spine

(illustrazione di Sauro Mori)



Questa storia successe al tempo degli antichi romani. Una donna spirò. Il vedovo, secondo l’usanza della povera gente, fece avvolgere la «salma» in un semplice lenzuolo. Il cammino che si doveva fare passava per forza attraverso una via stretta, tra siepi di spine. Lungo il tragitto, delle spine punsero il corpo della donna che riprese. Insomma rinvivì e campò diversi anni. Quando mori davvero, fu ancora rinvolta nel suo lenzuolo. Il marito, che era un uomo premuroso, disse agli amici: - Questa volta sarà meglio togliere le spine!

28 agosto 2007

Il manico



(illustrazione Sauro Mori)

In una bella giornata d’ottobre una vecchia signora portava per la campagna il suo canino, un coso tutto nero e peloso. Ad un certo punto gli leva il guinzaglio e gli dà l’ando. Il canino, tutto ingazzurrito, va di volata nell’aia dove un contadino sta a pulire il granturco e fa per addentarlo alla caviglia. Il contadino, che fa? Piglia il forcone e lo infila. Per via di questo barboncino che per la signora era l’unica, o quasi l’unica, ragione della sua vita il contadino dovette andare al processo. Siccome lui continuava a ripetere che il cane l’aveva ammazzato per difendersi, il giudice gli disse: «Poteva almeno usare il forcone dalla parte del manico!», «L’avrei fatto» rispose il contadino «se il cane mi fosse venuto contro dalla parte della coda!»

27 agosto 2007

Rammentare e ricordare


(illustrazione di Sauro Mori)


Un giorno morì un uomo che aveva insegnato a parecchie persone.
Alcuni rammentavano le sue parole, perché erano rimaste impresse nella loro mente. Questi erano soltanto scolari.
Altri ricordavano le sue parole, perché erano rimaste impresse nel loro cuore. Questi erano veramente dei discepoli.
Se l’eredità che lasciò fu diversa, fu solo perché diverse erano le persone che erano rimaste.

23 agosto 2007

La pietra nel campo...





(illustrazione di Sauro Mori)


Fu trovata in un campo una pietra grossa grossa. C’era della gente intorno a discutere sul modo migliore di smuoverla. Qualcuno diceva che bisognava sbriciolarla con la dinamite. Altri dicevano che si poteva tentare di spingerla a braccia. I più consigliavano di lasciarla stare, dato che ormai c’era. Un passante, che si era fermato ad ascoltare, prese una ghianda e la seppellì vicino. Col passare degli anni una grande quercia prese il posto della grossa pietra.

22 agosto 2007

Come fu forte una ragnatela...

(illustrazione di Sauro Mori)
Io so di un Re che una parte dei suoi sudditi non voleva più.
Un giorno, inseguito da un drappello armato, stava fuggendo nella campagna, quando vide una caverna, una specie di buca scavata nel tufo. Sulla bocca della galleria c’era una grande ragnatela; non la ruppe e passando carponi la lasciò intatta. Quando passarono di lì i soldati, ce ne fu uno che disse: - Di qui non c’è passato nessuno di sicuro, sennò si sarebbe rotta questa ragnatela. E passarono oltre. Così la tela di un piccolo ragno custodì una grotta meglio di qualsiasi inferriata.

21 agosto 2007

L'inizio della storia...

(illustrazione di Sauro Mori)
Una volta un operaio venne ad avvisarmi che un fulmine aveva dato su una quercia e questa aveva preso fuoco. Rimasi come affascinato all’immagine di questa fiamma venuta dal cielo.
E pensare - dissi - che la storia della nostra civiltà è cominciata proprio di qui: Il fulmine.... il fuoco.., e poi cambia tutto.- Allora che facciamo? La lasciamo bruciare?- No di certo!
Stacca l’accetta e il pennato e andiamo a spengere questo fuoco.
Non vorrei che ricominciasse una storia come questa!

L'acqua è sempre acqua...

(illustrazione di Sauro Mori)

Ai Ponticelli viveva, solo solo, un uomo che aveva una casettina vicina all’Arno.
Era piuttosto sdubbiato perché ogni tanto il fiume gli portava l’acqua in casa e, quando una grandinata con dei chicchi grossi così gli rovinò l’unica proda del suo unico campo, si decise: vendette tutto e partì. Partì per fare un pò di fortuna. Girò e rigirò fino a che non andò a finire in Africa. Ma ci fu un brutto giorno in cui si trovò in un deserto, un mare di rena che non finiva mai. Siccome c’era tanto sole e punta acqua, stava sul punto di morire di sete. Camminava gattoni sulla sabbia, quando vide come una borsa di cuoio. Immaginò che fosse una borraccia d’acqua e, dopo averla agguantata, l’aprì: c’erano dei chicchi bianchi, grossi così. Allora li scagliò lontano con rabbia. Disse: « Maledizione! Non sono che perle!»

18 agosto 2007

Biglietto ad un amico avvilito...


Mi dici che ti senti stretto da spire di tedio profondo per le cose e da
una ‘persistente nausea’ per le persone che ti stanno d’intorno.
Per questa crisi fatta di abulia e di apatia che ti porta ad una inerzia totale, hai consultato qualche medico ricevendo raccomandazioni di star calmo, di evitare situazioni di stress eccetera eccetera…
Non avendo conseguito un buon risultato, ora ti rivolgi a me

forse aspettandoti un consiglio diverso. Infatti….
Ti porterò l’apologo dell’albatros, un uccello che vive sulle coste meridionali dei mari del Sud.
Ne parla in una bella poesia anche Baudelaire: come finisce sulla tolda delle navi, questo superbo navigatore dei cieli subisce il dileggio e lo spregio dei marinai.
La grande apertura delle ali che gli consente di volteggiare tra le correnti dei venti più impetuosi fino a meritargli il titolo di “signore delle tempeste”, ora non gli consente di librarsi.
L’albatros per spiccare il volo, deve necessariamente gettarsi da un’altura.

Se disgraziatamente viene a trovarsi sulla spiaggia le sue lunghissime ali sbatacchiano inutilmente sulla sabbia senza poter decollare.
Se non si leva un brusco vento che lo faccia sollevare sulle ali,
morirà d’inedia sopra un letto di rena.
L’albatros aspetta così l’uragano come un salvatore.
Anche a te, amico dalle ali troppo lunghe per veleggiare raso terra,

auguro che ti capiti in questa bonaccia un evento
che possa scuoterti davvero: una bufera, una tempesta o, addirittura, un uragano.

16 agosto 2007

Sigle latine per le citazioni


I - italiano
- P. o pag. (pagina) - pp. o pagg. (pagine).
- O.C. (opus citatum – opera citata);
la sigla vuole indicare che ci si riferisce ad un testo già citato.
- Cfr (confert - confronta); si usa questa formula quando il testo
ripropone non esattamente il passo già citato
(vedi nella liturgia dove una frase riassume bene un testo biblico).
- Passim (qua e là); si introduce questa sigla quando si fa intendere
che il senso di una frase si riferisce al contenuto di brani diversi.
- Ibidem (nello stesso luogo); questa formula è impiegata per dire che la frase ha ancora riferimento con un testo citato precedentemente.

II - english
LATIN’S JINGLES FOR THE QUOTATIONS

- P. (pag.) - page ; pp. (pagg.) – pages.
- O.C. (opus citatum) - quoted work.
- Cfr (confert) - compare.
- Passim - here and there.
- Ibidem - in the some place.


III - française
SIGLES LATINS POUR LES CITATIONS

- P. (pag.) - page – pp. (pagg.) – pages.
- O.C. (opus citatum) -
oeuvre citée.
- Cfr (confert) -
comparer.
- Passim –
çà et là.
- Ibidem – dans le même place.

13 agosto 2007

Trucioli dal Laboratorio della Nova Abbazia


I

Segnalazione di detti, massime e aforismi

Alcuni fanno parte dell’innumerevole repertorio che attinge dall’antichità; altri appartengono alla penna di scrittori e saggi contemporanei.
Un elenco di massime figura già nel nostro lavoro intitolato “Locuzioni e massime latine”.
Proviamo ora a tracciare un canone di sentenze raggruppandole in funzione di circostanze diversificate:

E’ meglio un vero nemico che un falso amico.

Due persone si incontrano:
se ognuno dei due ha un Euro quando si dividono
hanno soltanto un Euro ciascuno.
Se ognuno dei due ha un’idea quando si dividono
hanno due idee ciascuno.

Una catena non è più forte del suo anello più debole.
(G.K. Chesterton)
II

Scherzo ad un amico:
Amico, come ti invidio!
Tu un amico intelligente ce l’hai;
io, no!

Di fronte ad un avversario attaccato alle sue idee:
ma lei è come un pipistrello?Più la illumino e più acceca!

Non tutta la sapienza abita ad Atene,
non tutta la forza abita a Sparta
e non tutta la bellezza a Corinto
(Platone)

Femminismo e maschilismo.
Tutto potrebbe arrivare ad una composizione
se gli uomini pensassero che le donne
sono la parte migliore dell’umanità
e se le donne pensassero la stessa cosa degli uomini

L’amicizia è un’anima che vive in due corpi
(Anonimo)

Anche per improvvisare bisogna essere preparati

Nel silenzio anche i bisbigli diventano messaggi

Le tenebre non soffocano… anzi, evidenziano la luce delle stelle.
E questo accade: il buio rende più fulgida la notte.

...

III
Due uomini che non andavano d’accordo
decisero di fare un cammino opposto
ma siccome il mondo è tondo
coloro che si erano voltati le spalle
si trovarono ancora di fronte

A volte per incontrarsi occorre allontanarsi ancora un pò.

Ecco il credo del capitalista:
Dio c’€
Ecco il credo dell’egoista:
Io eD’io

Quando più voci parlano insieme
non se ne intende neppure una.
Quando più musiche suonano insieme
ciò che risulta è solo rumore

Da tre cose si induce l’esistenza dell’inferno:
la bestemmia, la tortura e la calunnia

Non ho mai ambito a cariche importanti:
il punto è che non intendevo servire troppo il mio prossimo.
In effetti chi comanda di più deve servire di più

L'arco è la somma di due debolezze
(Leonardo Da Vinci)

L'adulazione è come la pecchia:
ha il miele sulla bocca e il veleno nella coda
(Leonardo Da Vinci)

La penna dello scrittore ha una punta che ferisce
e una piuma che accarezza: a volte è più importante la prima.

11 agosto 2007

Appunti sul blog

(I – Rondini)

Alcuni amici, che io apprezzo anche per le loro osservazioni un pò spietate su quanto scrivo, mi rimproverano dicendo che questo blog rischia di risultare presuntuoso quanto a contenuti (ars gladiatoria, ars scribendi e “loquendi”, parole latine nel linguaggio corrente ed ora anche il Papa, autore dell’ultimo libro, “…che tu tratti quasi fossi un collega di cattedra!”).
E allora, prima di riprendere il discorso su questi argomenti che io, sia ben chiaro, non intendo abbandonare del tutto, ritornerò a quel quotidiano che sembra più interessare la maggior parte dei web-nauta.
Parlerò delle mie rondini, quelle che hanno trovato alloggio sotto le gronde della mia dismessa tinaia, quelle che hanno messo il nido nel mio granaio o presso le botti vuote della vecchia cantina. Del loro verso si trova nel vocabolario che esse “squittiscono”; ma, non faccio per vantarmi, le mie rondini cinguettano.
Meglio dei passerotti, anche se non possono paragonarsi ai fringuelli e alle capinere.

NOTE DI GREGORIANO
(II - Rondini)

Dalla finestra posso guardare una specie di pentagramma fatto dai fili della luce.
E’ qui che si posano le mie rondini. Quelle piccole sagome nere sembrano biscrome, o, meglio, quei quadratini neri che formano le figure gregoriane.
Ma guarda! Quel gruppo sembra proprio un climacus e quell’altro assomiglia proprio a un torculus. Ma qui non c’è soltanto un video, c’è anche un audio: quelle figure emettono un suono; una specie di melisma che sembra dare l’acchito ad una antifona. Mi viene a mente quando il chierico cantore andava con mazza e pivialino verso lo stallo del coro dove talvolta sonnecchiava l’anziano canonico: “Forza, sta a te, intona l’antifona!”. Poi il chierico gli dava il tono cantando come in un bisbiglio le prime sillabe. A queste rondini, che sembrano darmi l’acchito per cantare qualcosa al mio Creatore, vorrei dire che l'intonazione è forse troppo alta per me, anziano canonico che sonnecchia spesso nel suo stallo. Allora farò mio questo cinguettio e sarà una bella antifona elevata a chi ha creato voi e me.

La rondine extracomunitaria

(III – Rondini)

Con diligente studio, con assidua premura e anche con una certa spesa, sono riuscito a fare di un vecchio granaio una specie di “stanza poetica”. I ragazzi che vi salgono l’hanno chiamata semplicemente la stanza di Vanni della Melagrana. Ora è accaduto che da queste parti sono approdate, non si sa perché proprio quest’anno, moltissime rondini. E’ successo che, a lavori ultimati, sono andato a chiudere la finestra orientale; ed eccoti una rondine che viene verso il vetro e ritorna dimostrando un vero disappunto per la cosa; come riapro, lei entra e "sguittisce" vivacemente.
Pensa e ripensa, decido di lasciare aperto. Vuol dire che cercheremo di convivere insieme.
Nel pomeriggio io mi distendo sull’amaca cercando la mia amazzonica quiete,
ma è proprio lei che ha qualcosa da dire sulla mia presenza. Dondolando dondolando, mi metto a guardare questo simpatico volatile e mi provo a parlare così: “Piccola rondine, tu stridi e mi sgridi. Ma che cerchi? Non vedi che ti ho aperto casa? Pretenderesti che me ne vada io? Sei insistente come un marocchino, sei petulante come un albanese. Rondine marocchina, lo sai o non lo sai che il Ministro di Pari Opportunità ha deciso di rispedirti entro sei mesi se non ti sistemi? Però, via, io non ti mando, rondine extracomunitaria:
“Hai cercato asilo politico, direi, quasi in Vaticano; vicino a questa chiesa che sembra piacerti davvero, come sta scritto: “Il passero e la rondine trovano il loro nido e il posto per i loro piccoli, presso i tuoi tabernacoli, Signore”. Per questo io non ti mando via e se, tra qualche mese partirai davvero, quando ritornerai quest’altra primavera tu troverai questa finestra aperta”.

07 agosto 2007

Parole latine nel linguaggio corrente


I

Agenda. Cose da farsi. Si identifica logicamente con un libretto dove
sono annotati gli appuntamenti e le cose da sbrigare, con l’agenda.
Alias (dictus). Altrimenti (detto).
Alibi. Altrove. Se uno dimostra di essere altrove rispetto al luogo
del delitto è da considerarsi innocente.
Ave. Ti saluto. Saluto latino che si è guadagnato un posto nella lingua italiana.
E’ presente nella preghiera che tutti conoscono bene… come l’Ave Maria.
Bacus. Parola latinizzata attraverso un percorso non corretto.
La parola originaria da cui deriva è bac, che significa propriamente cimice. Un po’ ghiozzamente in italiano è stata interpretata come baco, nella accezione di verme. Da baco siamo passati, in maniera inverificata, al latino bacus. Ebbene: bacus non trova posto in un vocabolario latino.
Bis! Ancora! Richiesta di replica.
Curriculum. Resoconto essenziale delle attività professionali o scientifiche di una persona.
Deficit. Manca. Espressione verbale passata ad indicare ciò che manca.
Deficit di sale nel sangue; ma anche deficit di denaro in un bilancio finanziario.
&. Abbreviazione della congiunzione latina et. Nell’arte tipografica è considerata dagli stilisti il segno grafico più elegante e più versatile: figura nei vari repertori sotto diverse forme e elaborazioni. Universalmente impiegata per designare la consociazione di più membri nella stessa società. Si può collegare alla preposizione abbreviata @, che è la contrazione della preposizione inglese at ad indicare il termine di una missiva elettronica.
Ex. Da. Corrisponde in certi casi all’avverbio italiano, già ad indicare il ruolo
o la funzione già avuta da un personaggio.
Exequatur. Si esegua.
Expedit. Va bene!
Extra. Fuori. Impiegato per sottolineare la straordinarietà di una cosa. O quando una
richiesta va al di la delle prestazioni ordinarie.
Gratis. Gratuitamente.
Ictus. Colpo. Come termine clinico sta a designare l’effetto spesso mortale di una occlusione vascolare.
Imprimatur. Si stampi. Autorizzazione alla stampa.
Associabile al nihil obstat, rilasciato dall’autorità religiosa per la pubblicazione di un libro.
Internauta. Espressione composta da due parole latine (inter = "tra"; nauta = "navigatore"). Designa il profilo di chi opera le sue ricerche nel campo del web.
XVII. 17. Numero o parola? Il 17 era segno malaugurante per i romani in quanto si presentava come l’anagramma di XVII che dava come risultanza VIXI. Il significato di questa parola era nefasto in quanto VIXI (participio passato di vivo) indica un’azione compiuta e già consumata: ho vissuto, perciò ho finito di vivere e, in definitiva, sono morto (!).
Lapsus. Caduta; errore involontario. Si impiega a giustificazione di sbagli fatti
nel parlare o nello scrivere (lapsus linguae e lapsus calami).
Media. I medii. La parola latina, impiegata per indicare i mezzi di comunicazione e di persuasione, ha incontrato molta fortuna nel linguaggio universale.
Medium. Il medio. Significa semplicemente ciò che sta in mezzo.
Nella logica indica il termine intermedio; nelle sedute spiritistiche è l’intermediario o il preteso interprete di voci e di forze collocate fuori dalla sfera ordinaria.
Memento. Ricordati.
Memorandum. Da ricordare.
Miramur. Mi meraviglio! Espressione curiale che significa sorpresa e riprensione da parte dei superiori per un atteggiamento od un comportamento che pur non essendo previsto da una proibizione canonica, si presenta come disdicevole e al limite della liceità. Qui il plurale sottolinea l’importanza dell’autorità che si esprime nel rimprovero.
Omissis. Essendo stati omessi. Nel linguaggio giuridico la formula indica fatti o dati di
cui non si fa menzione non avendo particolare rilevanza.
Post. Dopo. Parola presente nel vocabolario inglese con il significato originale della lingua latina.
Placebo. Piacerò! Dal latino placere, preparato impropriamente medicamentoso, che si somministra, tanto per accontentare il paziente, contando sull’effetto dell’autosuggestione.
Prosit! Ti giovi! Si dice al celebrante al suo ritorno alla sacrestia.
Si dice anche alla fine di un pranzo o di una bevuta a conclusione di un brindisi.
Salve. Salve! Saluto latino che esprime augurio di buona salute. Impiegato nel linguaggio dell’artiglieria, quando i proiettili hanno significato di annuncio. Ha largo uso in italiano, anche se sarebbe più corretto e più elegante, quando questo è rivolto a più persone, esprimerlo nella forma plurale: Salvete!
Satis. Abbastanza. Ecco un’ espressione non troppo usata, ma di cui si può prevedere, per la sua concisione, una futura affermazione nel linguaggio comune.
Snob. Curiosa abbreviazione di due parole latine: Sine nobilitate. Senza nobiltà.
L’originaria connotazione ha slittato col tempo fino ad indicare una persona eccentrica,
scanzonata e deliberatamente impopolare, anche un po' antipatica per la sua ostentata
raffinatezza. Un tipo snob appunto.
Super. Sopra. Applicato a persone o cose per evidenziarne prerogative non comuni.
Ultimatum. Ultimo. Ingiunzione categorica e definitiva.
Ultra. Oltre. Oltre uno spazio, oltre un tempo, ma anche oltre misura: gli «ultras»,
per esempio.
Vademecum. Vieni con me. Manuale guida con suggerimenti pratici per ogni evenienza.

Parole latine nel linguaggio corrente


Agenda. Cose da farsi. Si identifica logicamente con un libretto dove sono annotati gli appuntamenti e le cose da sbrigare, con l’agenda.
Alias (dictus). Altrimenti (detto).
Alibi. Altrove. Se uno dimostra di essere altrove rispetto al luogo del delitto è da
considerarsi innocente.
Ave. Ti saluto. Saluto latino che si è guadagnato un posto nella lingua italiana.
E’ presente nella preghiera che tutti conoscono bene… come l’Ave Maria.
Bacus. Parola latinizzata attraverso un percorso non corretto.
La parola originaria da cui deriva è bac, che significa propriamente cimice. Un pò ghiozzamente in italiano è stata interpretata come baco, nella accezione di verme. Da baco siamo passati, in maniera inverificata, al latino bacus. Ebbene: bacus non trova posto in un vocabolario latino.
Bis! Ancora! Richiesta di replica.
Deficit. Manca. Espressione verbale passata ad indicare ciò che manca.
Deficit di sale nel sangue; ma anche deficit di denaro in un bilancio finanziario.
&. Abbreviazione della congiunzione latina et. Nell’arte tipografica è considerata dagli stilisti il segno grafico più elegante e più versatile: figura nei vari repertori sotto diverse forme e elaborazioni. Universalmente impiegata per designare la consociazione di più membri nella stessa società. Si può collegare alla preposizione abbreviata @, che è la contrazione della preposizione inglese at ad indicare il termine di una missiva elettronica.
Ex. Da. Corrisponde in certi casi all’avverbio italiano, già ad indicare il ruolo o la funzione già avuta da un personaggio.
Exequatur. Si esegua.
Expedit. Va bene!
Extra. Fuori. Impiegato per sottolineare la straordinarietà di una cosa.
O quando una richiesta va al di la delle prestazioni ordinarie.
Gratis. Gratuitamente.
Ictus. Colpo. Come termine clinico sta a designare l’effetto spesso mortale di una occlusione vascolare.
Idem. La stessa persona; la stessa cosa.
Imprimatur. Si stampi. Autorizzazione alla stampa.
Associabile al nihil obstat, rilasciato dall’autorità religiosa per la pubblicazione di un libro.
XVII. 17. Numero o parola? Il 17 era segno malaugurante per i romani
in quanto si presentava come l’anagramma di XVII che dava come risultanza VIXI.
Il significato di questa parola era nefasto in quanto VIXI (participio passato di vivo)
indica un’azione compiuta e già consumata:
ho vissuto, perciò ho finito di vivere e, in definitiva, sono morto (!).
Lapsus. Caduta; errore involontario. Si impiega a giustificazione di sbagli
fatti nel parlare o nello scrivere (lapsus linguae e lapsus calami).
Media. I medii. La parola latina, impiegata per indicare i mezzi di comunicazione e di persuasione, ha incontrato molta fortuna nel linguaggio universale.
Medium. Il medio. Significa semplicemente ciò che sta in mezzo.
Nella logica indica il termine intermedio; nelle sedute spiritistiche
è l’intermediario o il preteso interprete di voci e di forze collocate fuori dalla sfera ordinaria.
Memento. Ricordati.
Memorandum. Da ricordare.
Miramur. Mi meraviglio! Espressione curiale che significa sorpresa
e riprensione da parte dei superiori per un atteggiamento od un
comportamento che pur non essendo previsto da una proibizione canonica,
si presenta come disdicevole e al limite della liceità.
Qui il plurale sottolinea l’importanza dell’autorità che si esprime nel rimprovero.
Omissis. Essendo stati omessi. Nel linguaggio giuridico la formula indica fatti o dati di
cui non si fa menzione non avendo particolare rilevanza.
Post. Dopo. Parola presente nel vocabolario inglese con il significato originale della lingua
latina.
Placebo. Piacerò! Dal latino placere, preparato impropriamente medicamentoso, che si somministra, tanto per accontentare il paziente, contando sull’effetto dell’autosuggestione.
Prosit! Ti giovi! Si dice al celebrante al suo ritorno alla sacrestia.
Si dice anche alla fine di un pranzo o di una bevuta a conclusione di un brindisi.
Salve. Salve! Saluto latino che esprime augurio di buona salute. Impiegato nel linguaggio dell’artiglieria, quando i proiettili hanno significato di annuncio. Ha largo uso in italiano, anche se sarebbe più corretto e più elegante, quando questo è rivolto a più persone, esprimerlo nella forma plurale: Salvete!
Satis. Abbastanza. Ecco un’ espressione non troppo usata, ma di cui si può prevedere,
per la sua concisione, una futura affermazione nel linguaggio comune.
Snob. Curiosa abbreviazione di due parole latine: Sine nobilitate. Senza nobiltà.
L’originaria connotazione ha slittato col tempo fino ad indicare una persona eccentrica,
scanzonata e deliberatamente impopolare, anche un po' antipatica per la sua ostentata
raffinatezza. Un tipo snob appunto.
Super. Sopra. Applicato a persone o cose per evidenziarne prerogative non comuni.
Ultimatum. Ultimo. Ingiunzione categorica e definitiva.
Ultra. Oltre. Oltre uno spazio, oltre un tempo, ma anche oltre misura: gli «ultras»,
per esempio.
Vademecum. Vieni con me. Manuale guida con suggerimenti pratici per ogni evenienza.

Latin words in the current language

II

Agenda. (notebook).
Alias (dictus). Said in other words.
Alibi. Elsewhere.
Ave. Greeting.
Bacus. Bug
Bis! Please, reply!
Deficit. What misses.
&. And
Ex. Ex
Exequatur. Let’s perform!
Expedit. All right!
Extra. Out.
Gratis. Free.
Ictus. Hit.

Idem. The some person; the some thing.
Imprimatur. Let’s print.
XVII. 17. Anagram of “I live” (participle passed of I live).
Lapsus. Fall; unintentional error.
Media. The medias.
Medium. Person how intermediary
Memento. Remember.
Memorandum. To remember.
Miramur. I surprise myself.
Omissis. Been omitted.
Post. Later.
Placebo. It will like.
Prosit! Benefit you!
Salve. Say Hi!
Satis. Enough.
Snob. Curious.
Super. Super
Ultimatum. Injunction.
Ultra. Over.
Vademecum. Regulated with me.

For more explications read the italian text

Mots latins dans la langue courante

Agenda. Cahier.
Alias (dictus). Dit en d'autres termes.
Alibi. Ailleurs.
Ave. Salut.
Bacus. Insecte.
Bis! S'il vous plaît, réponse!
Déficit. Se que manque.
&. Et
Ex. Ex
Exequatur. Exécutons!
Expedit. Tout le droit!
Extra. Dehors.
Gratis. Gratuitement.
Ictus. Coup.

Idem. La même person; la même chose.
Imprimatur. Imprimons.
XVII. 17. L'anagramme de "je vis" (le participe passé de je vit). Je vivais.
Lapsus. Chute; erreur involontaire.
Media. Les médias.
Medium. Personne comment intermédiaire
Memento. Souvenez-vous.
Memorandum. Se souvenir.
Miramur. Je me surprends.
Omissis. Choses omises.
Post. Depuis.
Placebo. Il aimera.
Prosit! Bénéficiez-vous!
Salve. Dites Salut!
Satis. Assez.
Snob. Curieux.
Super. Super
Ultimatum. Ordre définitive.
Ultra. Sur.
Vademecum. Réglé avec moi.

Pour plus d'explications lire le texte italien.

04 agosto 2007

Le pietre del guado

V

Contro Bultmann che affermava la derivazione del Vangelo Giovanneo dalla dottrina gnostica, Joseph Ratzinger si affida a Hengel che riporta l’origine del Vangelo alla aristocrazia sacerdotale di Gerusalemme cui Giovanni, figlio di Zebedeo, era in qualche modo correlato.
Per quanto concerne l’identificazione dell’evangelista
[è davvero Giovanni, il pescatore del Lago di Genezaret, o Giovanni presbitero di Efeso?] sembra pervenire a questa conclusione: posto che non si tratterebbe della stessa persona, ma di due personaggi che confluiscono nello stesso progetto.
Il personaggio Giovanni di cui parla il Vangelo è proprio il testimone oculare ed auricolare degli avvenimenti narrati; Giovanni il presbitero di cui si parla in seguito è il “portavoce”, l’interprete fedele ed autorizzato di Giovanni figlio di Zebedeo.

CONSIDERAZIONE PERSONALE: Sembra proprio che l’autore di “Gesù di Nazaret”, in questo caso, allontanandosi dalla foce e avvicinandosi alla sorgente, si proponga di guadare il fiume dove il corso è più veloce ma il letto più stretto.
Bultmann, Hengel e Stuhlmacher sono le pietre un pò traballanti ma adatte ugualmente a dare un appoggio momentaneo al passaggio di un agile guadatore.
Tutti gli equilibristi sanno che è più facile percorrere una corda che stare fermi su di essa. E’ proprio nel movimento che egli può trovare un equilibrio.