24 dicembre 2008

Vigilia di Natale

Sono le ore 23. Ecco suonano le campane in queste vallate. Invitano le anume cristiane
a muovere verso le chiese i corpi che a quest'ora non hanno più le ombre che nel giorno erano grevi e perfino pesanti da trascinare.
Quanto in questa notte accade, accade nel colmo della notte e del silenzio. E' il mistero della luce ed ancora il mistero della voce. Tu cerca di pensare insieme a me: le tenebre
non possono soffocare la luce; anzi la evidenziano; è nel buio che puoi vedere il fulgore delle stelle; quanto al silenzio.... è nel più profondo silenzio che puoi percepire i bisbigli, avvertire i sospiri e perfino sentire i battiti del cuore.
A Natale appare una luce e risuona una voce, proprio perchè ora c'è tanto buio e tanto silenzio intorno a noi..

19 dicembre 2008

La leggenda del cavaliere di Samarcanda

Proprio a Samarcanda sei venuto? Dove ti volevo dire di non venire!Il severo signore era sul suo cavallo nero pezzato di bianco quando aveva visto un giovane cavaliere fermare il suo cavallo baio presso la fonte di un piccolo villaggio sulla via della seta. Lo guardò meglio: il giovane era bello di aspetto e nobile di portamento. Gli sguardi dei due cavalieri s'incrociarono per un momento. Il cavaliere aveva riconosciuto il signore della morte, nonostante che un bruno mantello coprisse il suo corpo ed un grande cappuccio quasi nascondesse il suo volto. Stupore, paura e sgomento. Il signore della morte, che tutti chiamano la morte, aveva capito che era proprio lui che avrebbe dovuto toccare con la sua gelida mano quando si sarebbero dovuti incontrare nella grande città di Samarcanda e per la prima volta aveva provato un sentimento di ammirazione e di pietà per un personaggio così giovane e bello. Questa volta aveva deciso di sottrarre quel povero cavaliere ad un destino troppo crudele. E allora l'aveva chiamato. L'aveva chiamato piegando l'indice nocchiuto come per invitarlo ad avvicinarsi perché voleva dirgli: Attento, bel cavaliere, stai lontano da Samarcanda!Il giovane aveva visto quel gesto e aveva capito questa cosa soltanto: che la morte lo chiamava. Lo chiamava a sé. Per l'orrore che provò il suo volto prese il colore della terra.

La leggenda del cavaliere di Samarcanda 2

-Ascolta, cavallo! Di giorno e di notte, col sole o la luna noi due abbiamo calcato il suolo di molte regioni facendo di noi due un'ombra unica e per un tempo così lungo da sembrarmi sfuggire al mio stesso ricordo. Mai io ti feci mancare la biada più scelta e i beveroni densi di farina; ricorda, ti prego, come alla fine di lunghe cavalcate io ti stendevo una coperta di lana sulla groppa bagnata di sudore. Cavezze e carezze. Ora ti chiedo, questa cosa soltanto ora ti chiedo: portami via lontano da qui. Corri di giorno, corri di notte! Fino a Samarcanda. E' questa una grande città dove nemmeno la morte potrebbe trovarmi fra tanti abitanti, fra tanti mercanti, fra tanti passanti.
Il cavallo, chinando il muso, gli aveva detto di sì, proprio come avesse capito ciò che aveva comunque ascoltato. Tre volte aveva chinato la testa in segno di affetto, in segno d'affetto.

La leggenda del cavaliere di Samarcanda 3.

Ed ecco Samarcanda. Erano arrivati stremati di primo mattino nella grande piazza del mercato e il cavallo a passo di parata andò verso la grande vasca centrale dove una fontana riversava un lucente fiotto d'acqua. Fu qui che il cavaliere riconobbe il cavallo dal manto nero pezzato di bianco e poi il suo padrone dal bruno mantello. Allora aveva capito di non avere più scampo. Il giovane era impallidito; quanto alla morte, anche lei trasalì, ma non poteva diventare più pallida del suo colore naturale. Queste parole furono dette con lo stesso raccapriccio con cui furono ascoltate: Proprio a Samarcanda sei venuto? Io t'avevo chiamato prorio per dirti che non dovevi venire qui a Samarcanda!
Abbas nullius

17 dicembre 2008

Un ragazzo di nome Orso

Il mio amico C. Frongia ha un figlio che si chiama Orso. Orso non ha ancora dieci anni
e ha già tenuto una mostra in una importante villa di Crespina. Per lui è uscito un libro-catalogo davvero singolare, il cui titolo è: Perché io no?. Nella rassegna delle sue opere figurano apporti di artisti affermati, che hanno aggiunto qualcosa ai suoi quadri. Loro hanno lavorato per lui e lui ha lavorato con loro. Così ha brillato per tutti un talento nascosto. Dunque di straordinario questo ragazzo non ha soltanto il nome. Ora suo padre mi chiede a nome suo di tirar fuori dalle mie cartelle delle storie che possano ispirare qualche dipinto. Caro Orso, proprio su questo blog vedrai compatire la leggenda del Cavaliere di Samarcanda. Credo si presti ad un ciclo compiuto di dipinti sul tema di due misteriosi cavalieri che non avrebbero mai voluto incontrarsi-

12 dicembre 2008

Ritorno alla logica

Ci stiamo attrezzando per delle lezioni ( video-lezioni!) di logica formale. In qualche modo la materia non è una novità per questo blog: se qualcuno passerà ai post più vecchi troverà facilmente dei post che riguardano proprio la logica. Se poi si osserva la testata di questo blog ci si accorge che questo argomento è stato trattato a diverse riprese. Infatti si può leggere che il nostro blog si interessa di logica classica applicata alla logica matematica e all' espressione letteraria.
§Ci stiamo attrezzando... una discreta videocamera, abbastanza efficiente. Una lampada mobile a 500 watt e anche una specie di cattedra che assomiglia piuttosto a un leggio elevato. Per i fondali delle riprese utilizziamo due locali distinti di questa canonica. Si tratta di rispolverare e di forbire delle vecchie armi che dormivano nella capanna degli attrezzi. Siamo decisi a far vela per un isola che esiste davvero.