29 settembre 2009

Grazie al radar

Qualcuno insiste a domandarmi come è andata a finire la storia del pipistrello che mi era entrato in camera. Io spalancai tutte le finestre. Sebbene abbiano delle inferriate, si vede che lui avvalendosi del suo piccolo radar [ma guarda l'evoluzione della specie, sicuramente grazie a Darwin che l'ha inventata così bene, è riuscita a fare!], ha trovato il verso di sortire e così è riuscito a riveder le stelle.
Questo è il vantaggio di un single abituato a vivere in campagna. Ho potuto decidere nella maniera migliore. Mettiamo il caso che una compagna, abituata a vivere in area urbana, si fosse trovata in una situazione simile! Avrebbe preteso di prenotare una camera in albergo. C'è gente che a sentire il soffio del barbagianni (che pare proprio l'ansito di un vecchio) o il gridolio di una civetta ha deciso di vendere la propria casa. Concludo che non sempre compagna e campagna possano andare d'accordo.

23 settembre 2009

Un pipistrello in camera.

Sono al mio orologio le 21, 3o. Circa 15 minuti fa è entrato un pipistrello nella mia camera. Volteggiava, volteggiava intorno al lampadario e la sua ombra a volte si delineava sullo schermo dei miei 21 pollici, come se volesse entrare nel programma. Mi sono alzato dalla poltrona, ho visto che mi rasentava, riuscendo a scansarmi apperappunto. Giuro: più volte ho sentito sul viso il vento delle sue ali. Ho anche annusato, ma posso dire che il passaggio era proprio inodore...Per me è come fosse entrata una rondine. E' Dio che mi ha dato questo grano di sapienza che mi consente di accettare come ospiti il geco (n'ho uno in sala dove c'è anche ingrassato), la rondine e il passerotto che, arrivando qua attraverso il tubo della stufa, assomiglia almeno per il colore, ad un merlo. A volte ho anche pensato che questi esseri fossero anche latori di un messaggio, certamente, un enigma nel contenuto, ma assai chiaro per il termine di provenienza. C'è un esistere che ci accomuna a tutti gli esecri e tutti raccontiamo qualcosa dell'unico Creatore.

20 settembre 2009

Analisi di un blog.

Ciao, amici del blog dell'abbas nullius. C'è da scommettere che qualche lettore, non vedendo apparire nulla su questa lavagna, abbia pensato che mi sia preso una lunga vacanza in qualche terra lontana.
Che mi avesse attirato qualche approdo ad un isola d'oltremare? Ma non è così! Altri, conoscendo i recenti eventi clinici trascorsi ( non ho mai detto superati ) avranno pensato che il vecchio abate si fosse un po' troppo ripiegato sul bastone che a volte serve a continuare il proprio cammino e a volte semplicemente a fermarlo. Ma non è così!
Ho passato questo periodo sviluppando il dolce far niente in un ozio fecondo. Ho lavorato, più spesso da solo che in compagnia dei miei giovani collaboratori, su tre plichi di logica. E ormai siamo agli sgoccioli di una piccola opera che per la sua stravagante veste potrebbe essere salutata come una interessante novità editoriale.Un manuale così non è mai uscito da Gutenberg in poi. Parola d'abate!
Quanto al mio blog, non sono mancati i visitatori. Nell'analisi che Google puntualmente appronta, rilevo quello che per me è una curiosa e interessante constatazione: I post più frequentati sono quelli che si trovano impegnati nella amministrazione della parola. Mi ha sorpreso che il post intitolato Rem tene, verba sequentur risulta il più visitato e per la media ( per me è un record)
di oltre sette minuti. Il quella pagina, diretta a coloro che parlano in pubblico, io riportavo il consiglio attribuito a Cicerone che dice così: Tieni presente l'argomento e le parole non ti mancheranno mai. Lì aggiungevo un suggerimento di un mio maestro, valido a continuare il discorso anche quando si perde il filo: Se non ti viene in mente l'argomento successivo, ritorna
a sviluppare l'argomento precedente; vedrai che ti ritorna mente anche il seguito.

04 settembre 2009

Ieri si faceva memoria di San Gregorio Magno, Papa e Dottore della Chiesa.Torna a sorprendermi, a insegnarmi ed a ammonirmi il brano tratto dalle sue omelie su Ezechiele che la Liturgia delle Ore ieri ci proponeva:

E' da notare che quando il Signore manda uno a predicare, lo chiama col nome di sentinella.

Chiunque è posto come sentinella del popolo deve stare in alto con la sua vita per poter giovare con la sua preveggenza.
Come mi suonano dure queste parole che dico! Così parlando ferisco me stesso, poiché né la mia lingua esercita come si conviene la predicazione, né la mia vita segue la lingua, anche quando questa fa quello che può.
Ora io non nego di essere colpevole, e vedo la mia lentezza e negligenza. Forse lo stesso riconoscimento della mia colpa mi otterrà perdono presso il giudice pietoso..
Certo, quando ero in monastero ero in grado di trattenere la lingua dalle parole inutili e di tenere occupata la mente in uno stato quasi continuo di profonda orazione.
Ma da quando ho sottoposto le mie spalle al peso dell'ufficio pastorale, l'animo non può più raccogliersi con assiduità in sé stesso, perché è diviso in molte faccende.

Era questo lo stralcio di una sua omelia. Vuol dire che così poteva parlare al popolo dalla cattedra di Pietro. Gregorio, grande anche per la sua umiltà.