Abbraccia alcune tematiche di Cultura e società. In termini divulgativi tratta argomenti vari: Ars loquendi et scribendi. Note di logica classica con riferimento alla logica simbolica e al linguaggio letterario. Giornale delle memorie che introduce i files della memoria nella esperienza quotidiana. I dati di logica sono confluiti e organizzati sul nuovo sito: keysonlogic.com
24 dicembre 2008
Vigilia di Natale
a muovere verso le chiese i corpi che a quest'ora non hanno più le ombre che nel giorno erano grevi e perfino pesanti da trascinare.
Quanto in questa notte accade, accade nel colmo della notte e del silenzio. E' il mistero della luce ed ancora il mistero della voce. Tu cerca di pensare insieme a me: le tenebre
non possono soffocare la luce; anzi la evidenziano; è nel buio che puoi vedere il fulgore delle stelle; quanto al silenzio.... è nel più profondo silenzio che puoi percepire i bisbigli, avvertire i sospiri e perfino sentire i battiti del cuore.
A Natale appare una luce e risuona una voce, proprio perchè ora c'è tanto buio e tanto silenzio intorno a noi..
19 dicembre 2008
La leggenda del cavaliere di Samarcanda
La leggenda del cavaliere di Samarcanda 2
Il cavallo, chinando il muso, gli aveva detto di sì, proprio come avesse capito ciò che aveva comunque ascoltato. Tre volte aveva chinato la testa in segno di affetto, in segno d'affetto.
La leggenda del cavaliere di Samarcanda 3.
Abbas nullius
17 dicembre 2008
Un ragazzo di nome Orso
e ha già tenuto una mostra in una importante villa di Crespina. Per lui è uscito un libro-catalogo davvero singolare, il cui titolo è: Perché io no?. Nella rassegna delle sue opere figurano apporti di artisti affermati, che hanno aggiunto qualcosa ai suoi quadri. Loro hanno lavorato per lui e lui ha lavorato con loro. Così ha brillato per tutti un talento nascosto. Dunque di straordinario questo ragazzo non ha soltanto il nome. Ora suo padre mi chiede a nome suo di tirar fuori dalle mie cartelle delle storie che possano ispirare qualche dipinto. Caro Orso, proprio su questo blog vedrai compatire la leggenda del Cavaliere di Samarcanda. Credo si presti ad un ciclo compiuto di dipinti sul tema di due misteriosi cavalieri che non avrebbero mai voluto incontrarsi-
12 dicembre 2008
Ritorno alla logica
§Ci stiamo attrezzando... una discreta videocamera, abbastanza efficiente. Una lampada mobile a 500 watt e anche una specie di cattedra che assomiglia piuttosto a un leggio elevato. Per i fondali delle riprese utilizziamo due locali distinti di questa canonica. Si tratta di rispolverare e di forbire delle vecchie armi che dormivano nella capanna degli attrezzi. Siamo decisi a far vela per un isola che esiste davvero.
16 novembre 2008
Congedo per Eluana
Proficiscere anima christiana.
Anima cristiana, parti da qui.
Sorprendente, direi, inaudito invito all'anima del cristiano a distaccarsi dal corpo.
Eppure questa frase si trova proprio nel rituale romano. E' il commiato finale con cui il celebrante, dopo la santa unzione diretta alla salvezza dell'anima ed al sollievo del corpo, quando l'auspicio per la guarigione non coincide più con una ragionevole previsione, invita il principio vitale, che noi chiamiamo anima, a liberarsi (dunque a librarsi) dai ceppi della materia. Il corpo è qui concepito come una prigione; un malinteso attaccamento verso il paziente potrebbe rendere carcerieri proprio coloro che la custodiscono.
In qualche modo questo forte commiato per i credenti annuncia il primato dello spirito sul corpo e sul suo diverso destino. Nel vecchio rituale, consacrato da un uso più che secolare, si può leggere ancora: Hodie sit in pace locus tuus, et habitatio tua in sancta Sion.
"Che oggi il tuo posto sia nella pace e la tua abitazione sia nella santa Gerusalemme".
Nel suggerire il viaggio si indica l'approdo. L'uso del congiuntivo in latino ha una valenza ingiuntiva: quasi un amorevole comando.
Altre considerazioni riportabili alla Teologia Morale, a quanto giudico, possono appoggiare questa mia personale posizione; le addurrò nel caso che questa riflessione possa attivare un proficuo confronto.
Abbas nullius
15 novembre 2008
Catechismo con le cose 2.
Questa coppa chi l'ha vinta? Avevo messo al centro del tavolo un calice con sopra la patena e il copricalice ricamato. La lezione prevedeva che i bambini dovevano disegnare e poi colorare l'insieme, indicando con le freccette i vari particolari: la coppa dorata, il nodo centrale, il piede, la patena incavata per accogliere l'ostia grande e il quadrato ricamato che copre il tutto.
Prima ancora che annunciassi il progrmma di lavoro, Lisa, proprio la più piccina, è uscita con questa battuta: questa coppa chi l'ha vinta? Gli altri hanno cominicato a ridere, proprio come fanno gli adulti quando qualcuno ha commesso una gaffe. La piccola rimaneva confusa e mortificata dalle risate concordi da parte di tutti gli altri. Dapprima ero rimasto sbilanciato anch'io per la situazione che si era creata. Poi ho schiesto a tutti il silenzio dell'ascolto:
"Lisa ha fatto una bella domanda e io rispondo così: Questa coppa, Gesù la consegna a tutti quelli che ha chiamati a diventare suoi amici, coloro che vogliono bere allo stesso calice e si chiamano sacerdoti."
Nel riporre il calice in sacrestia sono stato raggiunto da una fulgida illuminazione: anch'io ho vinto una coppa. Quella bambina aveva davvero ragione!
07 novembre 2008
Catechismo con le cose.
25 ottobre 2008
Testi di catechismo 2
è masticabile; ciò che non è masticabile non è digeribile; ciò che non è digeribile non è nemmeno
assimilabile. Lascia il tempo che trova! Ora voglio continuare l'apologo, che intitolo "Avevo fame...". Homo quidam ( un tale ) si presenta ad un buon munito ( o minuto ? ) catechista e chiede ciò che corrisponde al suo bisogno. Lui senza indugio gli dice: Sdraiati! Gli stringe il braccio
con un elastico e con un ago va a cercagli la vena. A volte non la trova, ma basta bucare ancora, tanto il braccio è tuo, non è mica il mio! E gli fa una flebo. In quel bottiglione c'è tutto, ma proprio
tutto! Alla fine sembra regalargli una nuvoletta di cotone. Questa la devi tenere strinta, sennò esce
il sangue! A questo punto il malcapitato accenna ad un lamento: Io chiedevo soltanto un pezzo di pane!
§ Qualcuno può legittimamente obiettare: Se questi testi non ti sembrano masticabili, perchè non compri le guide? Lo sai che le guide spiegano tutto?
Con le guide sembra di finire dalla padella alla brace. Basta leggerle per convircersi. Ti sembrerà anche a te quale complicazione didattica comportano. Il Caietano va celebre per un esteso commento alla Summa Theologica di San Tommaso. Partì col dichiarato intento di far capire il pensiero del grande maestro. Lo superò in estensione, ma non i chiarezza. I contemporanei così commenterono il suo commento. Si vis intelligere Caietanum, lege Thomam! Se vuoi capire Caietano, leggi Tommaso!
21 ottobre 2008
Testi di catechismo 1
e riflessioni personali senza ricorrere al solito quadernone. Graficamente si presenta sbiadito; personalmente non condivido alcune impostazioni, per esempio, il concetto del peccato originale.
Ma un bicchiere mezzo vuoto è sempre meglio di un bicchiere del tutto vuoto.
Non parlatemi di certi testi, quelli della Cei, che sarei tentato di scaraventare fuori della finestra.
Ho detto tentato, sapendo che bisogna resistere alle tentazioni. Perchè li considero una frana da punto di vista didattico? Rispondo con un brevissimo apologo: Ad uno che ti chiede una minestra,
gli dai un grosso cavolo, un sacchetto di ceci, due chili di farina. Dimmi, ti serve altro?
Lo sventirato sussume: Ma io volevo soltanto una minestra! Io ho fame ora.
17 ottobre 2008
Bambini a dottrina.
16 ottobre 2008
Andare a dottrina.
dottori. Sì, anche un bambino può diventare dottore quando si occupa delle cose
del Padre Celeste. Quando hanno bussato alla mia porta cinque bambini mi hanno detto: Siamo venuti a Dottrina! Mi sono sentito come un vecchio dottore del tempio che si stupirà delle loro domande e delle loro risposte.
14 ottobre 2008
Antica Pieve.
ora è restituito al culto e si presenta in povertà e in dignità come tutte le chiese romaniche. Tante, ma tante cose restano ancora da fare; sono sicuro che F.R. aprirà e chiuderà. Il tempo lui ce l'ha.
10 ottobre 2008
Not complaint to Google.
Now, with great surprise, I can see that this logo, not registered but published since many years in my website www.lucianomarrucci.info, is the title of a religious survey of Google. I would expect some explication from you.
You can also contact me at the address: lmarrucci@gmail.com
06 ottobre 2008
A proposito della Règia Parnassi.
02 ottobre 2008
A Luciano Gianfranceschi.
Il Libro ritrovato.
30 settembre 2008
Sera d'autunno.
di Moriolo, non sono più vicario economo di Corazzano e di Marzana; da oggi, per espressa richiesta, ho un successore che ci è stato donato dal Vescovo F. T.. Un giovane e stimabile prete, don F.R. prenderà il mio posto. Abbiamo stabilito un'intesa: Io, abbas nullius, rimarrò ancora qua, avendo al tempo stesso dichiarata la mia disponibiltà per un concorde e limitato servizio in seno all'unità pastorale della Valdegola. Alla fine di questa lunga giornata scopro quasi con sorpresa di non provare
rimpianto alcuno. Niente che assomigli a malinconia. Stasera il tramonto era
splendido ed ora le stelle rendono più fulgida la notte.
25 settembre 2008
Lettera a Tito Livio
stai sicuro: ti penso sempre con tenerezza ed affetto .Forse ti sei dimenticato che i tuoi amici, anche se a volte ti pigliavano amabilmente in giro per la lunga sciarpa che arrotolavi e srotolavi intorno al collo secondo il crescere e il decrescere dei rigori invernali (tornava ad essere stesa solo a primavera ) ti tributavano rispetto e ti consideravano già un latinista; per questo eri rammentato col nome dell’autore delle Guerre Puniche.Era l’anno in cui traducemmo a scuola il libro XXX di Tito Livio. Tu eri uno capace di trovare diletto proprio nei severi studi che si facevano nel nostro Seminario.
Tu vuoi sapere cosa faccio. Longum est! Ora sarebbe troppo lungo!
Di ritorno dall’ospedale di Fucecchio dove fui ricoverato per un infarto
Mi sono messo a scrivere la mia vita. Questo su invito degli amici che mi sono venuti a trovare nel periodo della mia convalescenza. Ho pensato
d’inviarti l’indirizzo del mio blog dove tuo figlio può trovare e riportarti tutto quanto può interessarti sul mio conto.
Ad te mitto navem prora puppique carentem.
22 settembre 2008
Perle nella spazzatura
Comincerò da alcune frasi che hanno per autore Aristotele:
Le lacrime sono il sangue dell'anima.
Il cieco ha l'occhio sulla punta del suo bastone.
La poesia è un'animale.
Dedico solo un piccolo commento a quest'ultima definizione che a me pare veramente stupefacente: la poesia ha una vita propria; una volta creata si muove, si riproduce, in qualche modo fa un cammino a sé. Può congiungersi e fecondare. In tal modo sopravvive all'autore stesso che l'ha generata.
19 settembre 2008
Lezione di catechismo 3.
d.L. ha preso un’arancia.
Prima ci ha fatto vedere il colore e la forma; poi l’ha sbucciata; le bucce ce le ha fatte annusare. Poi l’ha divisa e ci è toccato uno spicchio per uno. I semi non l’abbiamo sputati; lui li ha presi in mano e ci ha detto che tutti gli scienziati del mondo non potrebbero fare un seme di arancio. Ma neanche un chicco d’orzo!
Il gatto.
Io ci ho un bel gatto tigrato.
E’giovane e gli garba ruzzare.
Per me è una meraviglia. L’avrei portato in classe ma lui, della gente che non conosce, non si fida. Ora è capace che è lì sull’uscio che mi aspetta.
Il tartufo e la ghianda.
Qui, con i tartufi, c’è gente che fa qualche quattrinello. Il mio babbo dice che anche quello è una meraviglia, però non me lo dà per portarlo a scuola. Allora ho portato una ghianda: vuol dire che invece del tartufo parleremo della ghianda!
Lezione di catechismo 2.
Lezione di catechismo.
Ad un certo punto, questo ho fatto, ho aperto una finestra e mi è bastato allungare un braccio per strappare un piccolo ramo di un gran cedro che cresce nel giardino della scuola.
L'obliqua, verde palizzata delle foglioline di questo ramoscello riproponeva in miniatura la figura di un grande albero. Ecco, questa è una cosa presa per caso: una piccola meraviglia a portata di mano, non c’è che dire. Ed ora osserviamola bene! Giusto: si può solo osservare ed ammirare. Nessuno potrebbe fare una cosa del genere. Voi lo capite al volo; ma anche quelli che ci studiano sopra sono d’accordo nel dire che nessuno potrebbe fare una fogliolina come questa. Più facile un grattacielo.
Dentro le cose c'è pensiero e c'è amore. Chi dà il pensiero e l'amore se non una persona che pensa ed ama? Perché su questo si deve essere d'accordo: solo le persone possono pensare ed amare............continua....
17 settembre 2008
Over sea Oltremare
Caro don Franzi, sono un sacerdote anziano. Alcuni mesi fa fui ricoverato per un infarto. Dopo una lunga convalescenza, a detta dei medici, mi sono ristabilito al 60%.
Nel frattempo il vescovo di San Miniato, su mia rischiesta, mi ha sollevato dalla cura pastorale di tre parrocchie di campagna.
A partire dal 1959, per alcuni anni e sempre nel periodo estivo, fui cappellano di bordo sotto la Flotta Lauro. A quei tempi il cappellano capo, forse pensando di aggregarmi come cappellano fisso,mi chiese di iscrivermi cone uomo di mare. Dico per un solo viaggio "over sea", mi offrirei come " free priest", ospite, senza paga, disponibile a prestare un servizio commmisurato alle mie condizioni du salute. Conosco i compiti di un cappellano di bordo.
16 settembre 2008
Uomo di mare.
In questi giorni mi son tornati a mente alcuni viaggi che ho fatto con la Flotta Lauro. Over sea.
Ho provato talvolta il mal d'Africa, solo per aver soggiornato per un mese a Addis Abeba; ora scopro di avere anche il mal di mare. Mare come richiamo. Allora ho inviato questa e-mail alla Capitaneria di Porto di Livorno.
Negli anni '60, non potrei precisare l'anno, sostenni le prove per cui fui iscritto presso la vostra capinateria come uomo di mare. Potreste fare ricerca a questa voce "Luciano
Marrucci".inviandomi anche per posta elettronica copia del documento indicando l'eventuale spesa? Mi consigliate richiederlo di persona nella vostra sede?
Cordialità, Don Luciano Marrucci.
11 settembre 2008
Big Bang
Ormai anche la scienza concorda nel dire che il cosmo ha avuto un'origine e che comunque avrà una fine. Per quanto riguarda l'inizio, logicamente da collocarsi
nel tempo, parla di " Big bang", la grande botta che avrebbe determinato almeno il passaggio da una materia amorfa e inerte ad una materia formata e cerica di energie molteplici e flessibili: quanto basterebbe a spiegare la successiva evoluzione fino alle forme più avanzate di vita e di razionalità.
Big Bang. Fantastico! L'espressione, introdotta per spiegare il passaggio tra opposti assoluti, sembra prorio tolta da un album di fumetti! Certo non compete alla scienza dimostrare che Dio ha creato l'universo e d'altra parte si trovano assertori di questo big bang c anche anche tra coloro che ammettono l'esistenza di Dio; ma c'à da dire che il termine dovrebbe essere considerato provvisorio in una ricerca che non ha fine. Fantastico, perciò non abbastanza scientifico, così come ci si poteva aspettare da una risposta della scienza sull'unico problema dove, a diverso livello, s'incrociano le posizioni della metafisica, della teologia e,naturalmente, della scienza.
10 settembre 2008
Il credo del capitalista-
DIO C'€.
Dal laboratorio della Nova Abbazia
08 settembre 2008
La firma di Dio.
Colaphon è una parola difficile che significa una cosa molto facile: E’ un ghirigoro che completava una firma nei manoscritti antichi. A forma triangolare, partiva dall’ultima lettera della firma e finiva in un punto in basso dove aveva deciso lui, lo scrivente, come per dire: questa firma è proprio la mia.
Un giorno, scendendo i gradoni della nostra antica Pieve, ho visto questo coso sulla parete avoriata che si trova, dalla parte del vangelo, o come si dice noi preti,in cornu evangeli. Mi accorsi che era un piccolo scorpione. Mi avvicinai per osservarlo meglio. Lui era fermo,, perché questi animali simulano la morte proprio per scansarla. Nel piccolo, mostrava una bellezza superba. Più che nero era bruno,come certi inchiostri. Le placche della corazza alle giunture avevano i lucori rossastri che hanno le aragoste. Immaginai che immobilizzato dalla paura, lui mi guardasse. Pareva proprio un colaphon,come se fosse la firma di qualcuno.
Come se qualcuno dicesse: questa Pieve che tu vedi è mia. Mi appartiene. A me sembrò la firma di Dio.
Riflettei che forse avrebbe potuto impaurire qualche donnina se lo avesse visto e se avesse punto un bambino gli avrebbe procurato un bel febbrone. Ma che diritto avevo di schiacciarlo? Di certo discendeva da una dinastia di scorpioni che da chissà quanto tempo avevano preso alloggio in questa chiesa. Dunque c’era prima di me. Lasciandolo avrei voluto dirgli di salire più in alto, verso le capriate.
Ed ora mi domando: ho fatto bene o ho fatto male a non soppromerlo? Lo domando anche a voi
La risposta che ebbi da quei ragazzi fu per me imprevedibile: risposero con un applauso. Che mi commosse.
07 settembre 2008
Le figlie di Sant'Anna.
Ora mi giunge notizia che queste care persone vivono momenti di grave angoscia.
I loro villaggi in India, percorsi dalle fiamme; consorelle e sacerdoti costretti a fuggire nella foresta. Non giungono segnali sulla sorte toccata ai loro familiari. In quella regione imperversa la furia del fondamentalismo indù.
Il nostro vescovo ha indetto un giorno di preghiere e di digiuno. Che io farò, estendendolo anche al mio computer.
Nemici amici.
Due uomini capirono che ormai tra le loro vite non ci sarebbe stato altro che uno scontro continuo; si trovarono d'accordo almeno su questo: che tra loro non ci poteva
essere alcuno accordo. Allora si decisero: Allontaniamoci! Se tu vai ad occidente io
andrò ad oriente. Se tu vai ad oriente io andrò ad occidente. Non voglio più vederti!
E così intrapesero questo opposto cammino. Ma non avevano pensato che la terra su cui portavano i loro passi era rotonda.... Percorrendo la circonferenza di una grande sfera finirono per incontrarsi. Si trovarono ancora di fronte due che si erano voltate le spalle; si trovarono più vicini due che avevano solo cercato di allontanarsi.
A volte, in politica, in religione e perfino in amore, basta allontanrsi ancora un po' per incontrarsi definivamente.
06 settembre 2008
Vite parallele.
militante del partito comunista. Per oltre dieci anni sindaco della mia città, in forza della sua integrità morale e di una intelligente lungimiranza aveva guadagnato la stima ed anche l'affetto dei Vescovi che si sono succeduti in tutti questi anni. Come
compagno di scuola non potevo mancare. In quel salone c'erano tutti: sindaci che sono venuti dopo, amici di partito, ma ancora di più, amici del cuore.Una vera testimonianza di affetto e di stima. Alla fine ha voluto chiamarmi a suo fianco e quasi volendo concludere, mi ha consegnato il microfono. Non potevo sfuggire a questo amorevole trabocchetto. Ed allora ho parlato.
§ Dissi che secondo me Le Vite parallele di Plutarco, dove questo autore raffronta campioni della Romanità con quelli della Grecità, sono un grande capolavoro della
letteratura univerale. In fondo anche le nostre vite erano state parallele: Eppure si sono incontrate. Era inevitabile: ambedue siamo compagni. Di classe.
04 settembre 2008
Gli annali di Faggeto
con nastro di canapa, ho trovato un plico di manoscritti infiocchettato con un vecchio spago. C'erano note, racconti e memorie di un priore che credo d'aver conosciuto qualche diecina di anni fa.
Ad una rapida lettura, questi documenti, che chiamerei minori, mi sono sembrati interessanti e dunque divulgabili. Mi ha sorpreso che questo reverendo Priore abbia voluto presentarli con una nota introduttiva in cui si permetteva addirittura di citare lo scrittore afro-romano Apuleio: Carissime lector, lege me et delectaberis.
Carissimo lettore, leggimi e ti divertirai.
§ Ho messo on-line alcuni documenti. Ma ce ne sono molti altri che pubblicherò se questi incontreranno l' interessie dei lettori.
- Un caso strano.
- Celebrazioni parrocchiali.
- Credenze popolari.
- I ragazzi dell'acqasanta.
- Il gatto vero.
- Proverbi e detti locali.
- Usanza eriti minori.
- Letterine di Natale.
- Richiami campestri.
Vedi http://www.lucianomarrucci.info/
01 settembre 2008
Un messaggio in bottiglia
§ Ho invitato due bambini a fare la stessa cosa mettendo due messaggini in una bottiglia, nella convinzione che mantenere un segreto basta a dare dignità a qualunque uomo. " Ma cosa ci scriviamo?"- Mi domandono Chiara di sette anni e Giorgio di otto. " Non lo so e non lo voglio sapere; altrimenti che segreto è?"
Ora ci sono due bottiglie: I pesciolini sembrano frequentarle. Ma non dicono niente di quanto riescono a vedere. Muti come pesci!
29 agosto 2008
II ritorno degli Albanesi
§ Ora sono tre nella vecchia tinaia. Anni fa feci demolire ( e fu una bella spesa )
dei tini di cemento che non servivano più e ci ricavai un monolocale la cui parete esterna è quasi coperta da un grandioso gelsomino. L.M. un ragazzo albanese approdato alle coste italiane con gommone come tanti altri. dunque un clandestino doc, come tanti altri. Lo aiutai assegnandogli questo locale ed al Comune di San Miniato dovetti iscrivermi come suo tutore. Devo dire che la bella impresa di accogliere questi clandestini fu approvata dal mio Vescovo.
Da un anno il monolocale accoglie il fratello piccolo di L.M. e finalmente si è aggiunto
il fratello mezzano di poco più di vent'anni; viene dalla Grecia, lui. Traghetto regolare.
25 agosto 2008
Schede della scuola teologica.
22 agosto 2008
Guardie svizzere sula via francigena
21 agosto 2008
Ritorno a Capo di Vacca
18 agosto 2008
La Madonna sale in cielo.
Intitolai il pezzo: La Madonna che sale in cielo. L'articolo fece un po' di scalpore tra la gente della zona. Fui contattato da qualcuno che si diceva disposto a riassettare il quadro e a disporlo in un tabernacolo ravvicinato rispetto allo sguardo del passante.
Io mi opposi: 'Non vi azzardate.! Il cipresso l'ha ormai abbracciato e quell'immagine,
è arrivata lassù e ora ci costringe ad alzare lo sguardo verso il cielo. Vi pare poco?'
15 agosto 2008
Festa di Ferragosto.
estiva. Ho celebrato a Corazzano la mia messa settimanale. L'omelia si è incentrata su un pensiero di San Bernardino da Siena. Parlando della ragione teologica per cui era giusto che Maria fosse a fianco di nostro Signore, egli dice: Dov'era il figlio ci doveva essere la madre! Poi
prosegue: Dove è la madre ci devono essere anche i suoi figli!
§ Se il mio medico mi avesse sorpreso nel cimitero mentre, protetto da un ombrello svolgevo una funzione esequiale avrei ricevuto un bel rimprovero. Un rimprovero meritato? Mi aspetto un merito diverso questa sera; mi sento, questa sera, come uno che sia riuscito a salire sul primo gradino del podio: a me, una medaglia di bronzo mi basta.
13 agosto 2008
Lingua anglica.
§ Non so dove l'ho letta o da chi abbia sentita una sentenza che si articola così:
Lingua anglica - lingua avium.
Lingua gallica - lingua hominum.
Lingua italica - lingua angelorum.
Forse è pretenzioso definire l'Italiano lingua degli angeli, più accordabile che il Francese sia una lingua molto rispondente ad una comunicazione umana: quanto all'Inglese,
definito lingua degli uccelli, l'attribuizione non è così dispregiativa come uno poteva pensare.
I vocaboli di origine sassone non tendono a pronunciarsi come monosillabi? Proprio come fanno
molti uccelli a cominciare dai passerotti e delle rondini. Ci sono poi le parole di origine latina. Le vocali diventono multiple rispetto al Francese e all'Italiano. Quanto alle consonanti, è tutto un glissare di suoni che raggiungono un magico effetto, inarrivabile in altre lingue. Questo io ho scoperto: se si parla di timbro e di suoni, l'usignolo canta in Inglese. E' questa la lingua la più adattaa rendere la voce degli uccelli.
§ Lingua Domini. Posso affermare che i Vescovi che si sono succeduti in questa diocesi hanno condiviso con me un vivace interesse per le curiosità filologiche. Quando riportai la sentenza
a Paolo Ghizzoni, lui mi disse: 'Forse manca qualcosa; bisognerebbe aggiungere: lingua latina -lingua Domini.' Supremo! Il latino, con quella vocale dominante che è la u ( la più armonica secondo il Tommaseo ), con quelle consonanti finali che prulungano l'effetto sonoro delle vocali, è davvero una lingua celeste. Chi ha ascoltato un introito pronunciato, non da un prete tedesco, ma da uno Spagnolo o da un Italiano, lo sa che questa lingua è la meglio per parlare con Dio.
07 agosto 2008
AMICI CON LE ALI
Anche fuori orario si fa sentire l'usignolo. Giovanni Papini ne dice male di questo 'tenorino'; ma ricordo che nel mio primo ginnasio il professore ci fece imparare a mente un magistrale brano di Gabriele d'Annunzio sul canto dell'usignolo. L'usignolo cantava; dapprima fu come uno scoppio di giubilo melodioso.... A mia volta lo feci imparare ai miei alunni insieme alla 'Fontana' dello stesso autore. Credo che mi maledicessero un po': ma io lo facevo a fin di bene: non per imporre uno stile di scrittura, ma per proporre una specie di esercitazione sul modo di modulare il linguaggio nell'impiego di appropiati vocaboli e questo secondo il canone dell'eleganza che io esprimerei proprio così: la varietà nell'unità e l'unità nella varietà.
02 agosto 2008
GIORNALE E MEMORIA
presentuoso o, semplicemente, vanesio, non ci sarà persona, amica o nemica che sia,
che possa accertarti. In questo momento vado incontro proprio a questo rischio poichè dico che forse sto inaugurando un nuovo genere letterario. Giornale vuol dire diario e riguarda la cronaca: è l'onda che batte nel nostro presente . Memoria è la risacca del passato, l'onda che ritorna verso di te prima di riallontanarsi ancora da te;non la puoi trattenere, neppure con lo sguardo; anzi c'é pericolo che ti trascini con sé perché non percuote, ma attira. Ebbene, ecco dove sta la mia presunzione, il mio giornale volge al passato: partendo da ora, parla dell'allora; non è un diario e neppure
una memoria, ma tutte e due insieme.
§ E' ablativo che non mollerò la presa dal computer; i miei tre siti, che, da abate ,identifico con l'orticello, il parco e la foresta. proprio non posso trascurarli. Mi riprometto di far rifluire molti documenti, si chiamano prorio così, in questa opera che ormai considero una specie d'impresa. Quanto al mio blog, continuerò il discorsi
incominciati da tempo: L'ars dicendi et scribendi, l'ars gladiatoria e quello che mi preme di più: la logica classica. Ce la farò? Mi dichiaro: ho deciso di tornare a scrivere.
Sarò come quello scriba che trae dal suo scrigno cose nuove e cose vecchie. Farò come quella massaia del vangelo che spazza tutta la casa e, a costo di sporcarsi le mani, fruga tra la spazzatura in cerca della dramma perduta. Chi potrebbe vituperarla se quella piccola dramma
Io vorrei aggiungere: E' ancora più raro che un uomo ozioso scriva delle memorie e quando dice di farlo sbalordisce. Al solo dirlo, sbalordisce.
30 luglio 2008
Giornale delle memorie
Giunto ormai alla soglia degli anni ottanta di mia vita terrena e di ritorno dall'ospedale dove ho deposto il sudario di quella che io non chiamerai neppure una malattia, mi sono ritrovato a percorrere, a ripercorrere sentieri che mi hanno portato fino a questo posto e fino a questo momento. Settentantanove anni! E' per per questo che ora vedo la mia ombra allungarsi prima di essere strappata, questo lo immagino, dai miei piedi. Mi sorprendo a guardare come si sta sempre più allungando la mia ombra.
Tutti mi dicono: scrivi!
§ Di ritorno dall'ospedale di Fucecchio dove quel Lunedì santo ero stato ricoverato per un tremendo infarto ed aver sostenuto un duello in cui ero ormai preparato e quasi disposto a soccombere, ricevetti in visite successive persone e amici, gente che voleva rivedere la faccia
e risentire la voce di chi aveva fatto un viaggio negli inferi senza ritornare da vincitore. Anche Giobbe, reclinato nel suo male, ebbe delle visite di persone che, però, proposero delle domande prorio a lui che, semmai, aveva delle interpellanze da rivolgere al suo Dio. Amici che mi dissero: Tu devi riprendere a scrivere! Lo dissero come se si fossero trovati d'accordo. Come per mettere a nudo la loro stessa curiosità, io domandai: Ma cosa devo scrivere? La risposta mi sembrò stupendamente bambinesca: La tua vita, tutta la tua vita.
26 aprile 2008
Quando la negazione equivale ad un'affermazione
Proprio negando una cosa, l'afferma; infatti, nel dire che non ha un vero concetto del "luogo comune", si esprime proprio con un luogo comune.
"Non ne ho la più pallida idea" è un'esemplificazione evidente di un luogo comune.
Vedi anche il post intitolato "Luoghi comuni", con alcune espressioni ricorrenti, cliccando qui.
02 aprile 2008
Quantificazione dei due termini della proposizione: soggetto e predicato.
10 marzo 2008
Analisi di un enunciato. Il buio rende più fulgida la notte
Il buio rende più fulgida la notte. Accade questo accade, di sentire ripetere il lamento da parte di persone che esprimono pessimismo assoluto nella considerazione di ciò che succede o non succede: il mondo và male, tutto volge al peggio; Puoi fare un gesto di bontà: chi se ne accorge;
La verità e la stessa bontà non sono evidenziate di fronte all’enorme spettacolo dell’ errore e della malvagità umana. Fare il bene ed annunziare la verità è perfettamente inutile in un mondo così.
Ma è proprio vero che le tenebre riescono a soffocare la luce? Nel prologo di San Giovanni si legge che le tenebre non riuscirono a soffocare la luce.
Ecco il significato della nostra affermazione: il buio evidenzia la luce; quanto più è buio tanto più rifulgono le stelle, in definitiva è proprio il buio ad evidenziare la luce. Una risposta ottimistica indirizzata a tutti coloro che lamentano il caos morale presente nel mondo.
E’ ancora vero che la musica risuona ancora di più nel silenzio, così come la luce rifulge ancora di più nel buio più cupo.
Su un altopiano etiopico dove non giungono i pulviscoli luminescenti delle metropoli puoi contemplare veramente la meraviglia del cielo stellato e può anche accadere che nel grande silenzio della savana ti giunga il verso di un uccello che canta ad un chilometro di distanza.
06 marzo 2008
Analisi di un enunciato.L’arco è la somma di due debolezze.
Prima di tutto nella logica dove due termini si incontrano con un medio che funziona
come chiave di volta dell’arco. Prendiamo in esame un sillogismo così articolato:
La lavagna è nera, La lavagna è una pietra.
Qualche pietra è nera.
Dove si vede che due proposizioni convergono insieme determinando la solidità di un'unica forza: la conclusione di un ragionamento.
Questo principio è traducibile in una norma che vale anche per l’istituto del matrimonio dove due esseri differenziati ma complementari si uniscono a formare una nuova unità. Le carenze dei due coniugi si compensano a vicenda. Niente è più precario di un semiarco; ma se due semiarchi si uniscono diventano una cosa molto forte.
In un team di ricerca il successo diventa più raggiungibile se le valenze dei diversi componenti risultano differenziate; anche qui vale il principio della compensazione reciproca.
Pensiamo alla nitroglicerina dove un elemento dotato di una impalpabile volatilità si unisce alla fluida consistenza della glicerina ( olio usato perfino in cosmesi ).
Ciò che esce che questa fusione è un esplosivo deflagrante ed il Nobel che la inventò non avrebbe mai pensato che una combinazione del genere trovasse un impiego perfino nella medicina.
28 febbraio 2008
Analisi di un enunciato.L'anello più debole.
Una catena non è più forte del suo anello più debole.
Stupefacente esempio di un criterio logico tradotto magistralmente in metafora!
Si tratta di un criterio che ha molteplici implicazioni ed applicazioni prima di tutto nella logica e che risulta, tuttavia, valido anche nel campo dell'etica, dell'estetica e perfino della politica.
Ecco la trasposizione logica della nostra proposizione: Peiorem semper sequitur partem [ La conclusione segue sempre la parte peggiore ].
La logica classica introduce questa massima per dire che una conclusione non può essere generale se parte da una premessa particolare, né può essere positiva se parte da una premessa negativa. Questo, ancora più di un criterio, è un cardine su cui gira il portale di questa scienza.
E' ancora la Scolastica ad offrirci una versione etica dello stesso criterio: Bonum ex integra causa: malum ex quocumque defectu [ Il bene risulta dalla totalità dei requisiti richiesti; la mancanza anche di uno solo basta a compromettere il tutto]. La morale, che riguarda la sfera del comportamento umano, ci insegna che dare un aiuto ad una persona indigente è una cosa buona, a meno che non si compia questo gesto con una intenzionalità cattiva: quanto all'estetica, è addirittura evidente che un naso storto svaluta la bellezza degli altri tratti del volto. Parallelamente, una piccola incrinatura nella sezione di una longarina basta ad allarmare un buon ingegnere.
Chesterton nel dire questo si riferiva a Giuda per suffragare l'affermazione che la fedeltà di undici apostoli non fu sufficiente ad impedire il tradimento di uno solo.
Questo offre indicazioni valide nei posizionamenti sindacali dove la frase è semplicemente tradotta così: Boia chi molla!. Offre ammonizioni ancora più importanti nel campo delle alleanze dove è sbagliato rafforzare tutti gli altri anelli se ce n'è anche uno solo che non è più affidabile: è questo un settore per il quale mi permetto di citare un antico e sconosciuto proverbio greco che recita così:
Meglio un vero nemico che un falso amico .
Abbas nullius
14 febbraio 2008
Vari tipi dell'enunciazione [c]
Consideriamo prima l’enunciazione semplice.
In ragione della materia cioè del contenuto materiale, una enunciazione può essere:
Necessaria, se il predicato conviene necessariamente al soggetto (l’uomo ragiona).
Impossibile, se il predicato in nessun modo può convenire al soggetto (l’uomo vola).
Possibile, se il predicato può convenire al soggetto (l’uomo può correre).
Contingente, se il predicato di fatto conviene, ma non necessariamente (Ugo può non correre). Per ragione della conformità o della non conformità l’enunciazione è vera o falsa.
In ragione della qualità: è affermativa o negativa che sia espressa in forma affermativa che negativa.
In base a questa distinzione si fissano due importanti regole:
I) In enunciatione affirmativa praedicatum accipiendum est cum tota sua comprehensione, non vero secundum totam suam extensionem.
II) In enunciatione negativa praedicatum accipiendum est cum tota sua extensione, non vero cum tota comprehensione.
In rapporto alla quantità cioè alla sua estensione.
Questa divisione è importantissima. Occorre premettere che l’estensione o quantità di una enunciazione si desume dalla estensione del soggetto.
Ad un soggetto singolare, indefinito, particolare, universale corrisponde rispettivamente una proposizione singolare, indefinita ecc...
Una enunciazione è universale quando ha per soggetto un termine comune, che reca un segno universale. Es. tutti gli uomini ridono.
Particolare è quella enunciazione, nella quale il soggetto è dato da un termine comune, che reca un segno particolare. Es. qualche uomo è sapiente.
Indefinita è quella nella quale il soggetto è un termine comune, che non reca segno alcuno; Es. planta vivit.
Singolare è quella enunciazione nella quale il termine è singolare oppure è comune, ma questo dotato di un segno di singolarità. Es. Pietro corre, oppure questo uomo corre.
N.B. In sé un termine per essere considerato universale non ha bisogno di un segno universale, ma, inserito in una proposizione, senza questo segno dà luogo ad una proposizione indefinita. Es. homo currit; per quanto “uomo” sia in sé un termine universale, non dà luogo ad una proposizione universale, la quale non solo potrebbe essere tradotta con “l’uomo corre”, ma anche con “un uomo corre”. Comunque una proposizione indefinita può essere considerata anche come universale, qualora si tratti di materia necessaria o impossibile. Es. homo est vivens (equivale a omnes homines sunt viventes); homo non est petra (equivale alla universale nullus homo est petra).
In ragione della forma, cioè della copula.
Sotto questo rapporto l’enunciazione è assoluta o modale.
Assoluta: la più frequente è quella nella quale il predicato è applicato semplicemente al soggetto, Carlo ride. Carlo è buono ecc...
Modale è quella nella quale il predicato è applicato al soggetto ed è in evidenza il modo, con cui va applicato. Es. Carlo può ridere. E’ necessario che Carlo sia buono. Nella modale è presente qualcosa, che ha attinenza precisa non al soggetto o al predicato, ma esclusivamente alla copula. E’ possibile; si può; è necessario; urge; può non; è impossibile; assurdo; necessariamente... ecc...