§Nella recita del divino Ufficio ieri sera (circa due ore fa; ora sono passati 30 minuti dalla mezzanotte) mi ha sorpreso il clima crepuscolare dei Vespri assegnati al mercoledì della IV settimana. Ecco alcune stofe dell'inno che ho recitato.
Artefice e Signore
della terra e del cielo,
aurora inestinguibile
giorno senza tramonto,
Dona alle stanche membra
la gioia del riposo
e nel sonno rimargina
le ferite dell'anima.
Se le tenebre scendono
nella città degli uomini,
non si spenga la fede
nel cuore dei credenti.
E nel salmo 138 tutti coloro che hanno condiviso con me il privilegio di prendere contatto con la parola che risuonava stasera per tutti noi, si poteva leggere:
Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano,
e mi afferra la tua destra.
Se dico: "Almeno l'oscurità mi copra
e intorno a me sia notte",
nemmeno le tenebre per te sono oscure,
per te le tenebre sono come luce.
§ Ieri, era ieri che fui sorpreso di trovare annunciato nell'ora vespertina quel composto, penetrante languore che si ritrova nella Compieta, l'ora serale che chiude la giornata. Con questa preghiera si chiude la palpetra sull'oggi che muore. Che muore e domani vorrebbe risorgere. Tutti e sette gli inni sono intrisi in questa idea e riverberano la stessa emozione emozione.
Ecco alcune strofe della Compieta:
Al termine del giorno,
o sommo Creatore,
vegliaci nel riposo
con amore di Padre
Dona salute al corpo
e fervore allo spirito;
la tua luce rischiari
le ombre della notte.
Nel sonno delle membra
resti fedele il cuore,
e al ritorno dell'alba
intoni la tua lode.
§ Rammento e ricordo... Quella notte un grande regista, grande nel teatro, ma ancora più nel cinema, mi confidò che pur arrivando nel suo letto stanco e stremato, non riusciva a prender sonno se non a notte molto inoltrata. Tuttavia era deciso di non ricorrere per questo a prodotti di farmacia. Non feci domande sulle incursioni di figure allettanti o inquietanti inarrestabili di fronte al diaframma della propria coscienza Una danza
di personaggi in maschera cui è dato di assistere ma non di poter fermare. Allora gli dissi: Ti propongo di leggere la Compieta prima di coricarti. E il giorno dopo gli portati un libretto in cui c'erano tutte e sette le preghiere serali. Doveva trattenersi a San Miniato ancora diversi giorni. Davanti all'albergo Miravalle quella sera io l'interpellai soltanto con uno sguardo. Lui sorrise e disse soltanto questa parola: Funziona!
Artefice e Signore
della terra e del cielo,
aurora inestinguibile
giorno senza tramonto,
Dona alle stanche membra
la gioia del riposo
e nel sonno rimargina
le ferite dell'anima.
Se le tenebre scendono
nella città degli uomini,
non si spenga la fede
nel cuore dei credenti.
E nel salmo 138 tutti coloro che hanno condiviso con me il privilegio di prendere contatto con la parola che risuonava stasera per tutti noi, si poteva leggere:
Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano,
e mi afferra la tua destra.
Se dico: "Almeno l'oscurità mi copra
e intorno a me sia notte",
nemmeno le tenebre per te sono oscure,
per te le tenebre sono come luce.
§ Ieri, era ieri che fui sorpreso di trovare annunciato nell'ora vespertina quel composto, penetrante languore che si ritrova nella Compieta, l'ora serale che chiude la giornata. Con questa preghiera si chiude la palpetra sull'oggi che muore. Che muore e domani vorrebbe risorgere. Tutti e sette gli inni sono intrisi in questa idea e riverberano la stessa emozione emozione.
Ecco alcune strofe della Compieta:
Al termine del giorno,
o sommo Creatore,
vegliaci nel riposo
con amore di Padre
Dona salute al corpo
e fervore allo spirito;
la tua luce rischiari
le ombre della notte.
Nel sonno delle membra
resti fedele il cuore,
e al ritorno dell'alba
intoni la tua lode.
§ Rammento e ricordo... Quella notte un grande regista, grande nel teatro, ma ancora più nel cinema, mi confidò che pur arrivando nel suo letto stanco e stremato, non riusciva a prender sonno se non a notte molto inoltrata. Tuttavia era deciso di non ricorrere per questo a prodotti di farmacia. Non feci domande sulle incursioni di figure allettanti o inquietanti inarrestabili di fronte al diaframma della propria coscienza Una danza
di personaggi in maschera cui è dato di assistere ma non di poter fermare. Allora gli dissi: Ti propongo di leggere la Compieta prima di coricarti. E il giorno dopo gli portati un libretto in cui c'erano tutte e sette le preghiere serali. Doveva trattenersi a San Miniato ancora diversi giorni. Davanti all'albergo Miravalle quella sera io l'interpellai soltanto con uno sguardo. Lui sorrise e disse soltanto questa parola: Funziona!
Nessun commento:
Posta un commento